La mappa italiana degli obiettori di coscienza
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La mappa italiana degli obiettori di coscienza
Obiezione Repinta. Questo è il nome della mappa creata dall’associazione Non una di meno che si batte per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne e della disparità di genere. L’obiettivo è quello di dare più informazioni possibili sul numero e sulla diffusione degli obiettori di coscienza all’interno delle strutture sanitarie italiane. L’Italia, del resto, è uno dei paesi con la maggior presenza di obiettori di coscienza negli ospedali pubblici, con numeri in costante crescita. Da qui l’esigenza di fare rete e di mettere insieme quanti più dati possibili, e utili, sul fenomeno.
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La piattaforma, completamente autogestita, permette sia di denunciare i luoghi dove si esercita l’obiezione di coscienza che diffondere informazioni preziose sulle strutture che invece possono essere estremamente utili per le donne. Come gli orari e i giorni di apertura e i servizi erogati.

Come si usa la mappa

Per esplorare la mappa basterà semplicemente accedere alla funzione “cerca”. All’interno della città, se disponibili, vengono mostrate le strutture che praticano o non praticano l’obiezione di coscienza: dalle farmacie ai consultori, dagli ospedali pubblici alle cliniche private. Colori specifici ne identificano , invece, le peculiarità. Quelli verdi sono stati giudicati accoglienti e funzionali dagli utenti mentre i rossi sono quelli da evitare. All’interno di ogni segnalazione ci sono poi ulteriori precisazioni. Come, ad esempio, le farmacie che si rifiutano di vendere la pillola. Informazione, dal basso.

Il messaggio del movimento

L’inchiesta partecipata, oggi più che mai, fa parte di una lotta di grande respiro rivolta direttamente a chi decidere di avvalersi del diritto dei professionisti sanitari di obiettare. Una decisione che ha delle ripercussioni nella vita di moltissime donne:
“La vostra coscienza è un peso che dobbiamo pagare noi, quando in farmacia non ci date la pillola del giorno dopo, quando negli ospedali vi rifiutate di prescriverci la RU486, quando ci impedite di abortire o ci costringete in situazioni ostetriche disumane, perché considerate una donna che abortisce non degna di definirsi tale dopo aver rifiutato il ruolo e il “dono” che le è stato dato, quello di essere madre. Con questa mappa segnaleremo tutte le farmacie, gli ospedali, i consultori, i medici obiettori di coscienza, e potrete farlo voi stesse/i. Questo servizio è di tutte e tutti, saremo noi insieme ad attivarci affinché la sanità non sia un altro campo dove la violenza di genere viene esercitata. Obiezione respinta! Sul nostro corpo, sulla nostra sessualità decidiamo noi”.
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