Perché sulla vicenda Stadio il ministro Bonafede ha scelto il silenzio?
Quando si ricopre un incarico come quello di Ministro della Giustizia, soprattutto se vieni tirato in ballo come sponsor di Lanzalone, il dovere di un politico è di spiegare e chiarire come siano andati i fatti, a prescindere dall’esito delle indagini

Le presunte tangenti che aleggiano dietro la costruzione del nuovo stadio a Roma rappresentano un nuovo terremoto politico da destra a sinistra, ma soprattutto per i 5 Stelle e questo non perché più coinvolti degli altri esponenti politici, anzi, allo stato i rappresentanti pentastellati coinvolti sono solo indagati. Ma il problema vero per il movimento capeggiato da Luigi Di Maio è rappresentato dal ruolo di Luca Lanzalone, messo alla dirigenza dell’Acea come premio per i servizi (del tutto legali) svolti per il M5s. Ma non voglio dilungarmi sui risvolti, che sono molto interessanti e intriganti, delle tangenti o dazioni di denaro elargiti a favore di più personaggi politici.
Ma colgo questa occasione per parlare piuttosto del programma Giustizia contenuto nel contratto M5s-Lega. Già, perché al punto 15 di quel contratto si parla di LOTTA ALLA CORRUZIONE. Il nuovo governo, almeno a parole, ci va giù pesante e prevede: una “improrogabile” e “severa ed incisiva legislazione anti-corruzione tale da consentire un rilevante recupero di risorse indebitamente sottratte allo Stato e, nel contempo, rilanciare la competitività del Paese, favorendo una reale concorrenza nel settore privato a vantaggio delle piccole e medie imprese”.
E ancora: “Le misure da mettere in campo sono le seguenti: l’aumento delle pene per tutti i reati contro la pubblica amministrazione di tipo corruttivo per i quali debbono essere preclusi gli sconti di pena mediante un sistema che vieti l’accesso a riti premiali alternativi; il ‘DASPO’ per i corrotti e corruttori, ovvero l’interdizione dai pubblici uffici e la perpetua incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per chi è stato condannato definitivamente per un reato di tipo corruttivo contro la Pubblica Amministrazione”.

Ma soprattutto il nuovo Governo avrebbe intenzione di introdurre “nel quadro della piena attuazione della Convenzione ONU di Merida del 2003” la figura “dell'"agente sotto copertura” e la valutazione della figura dell"agente provocatore in presenza di indizi di reità, per favorire l’emersione dei fenomeni corruttivi nella Pubblica Amministrazione". A tali strumenti è necessario abbinare, oltre che un potenziamento dell’Autorità Nazionale anti-corruzione e del piano di prevenzione della corruzione, una modifica delle disposizioni vigenti – ad oggi non del tutto efficaci – in termini di prevenzione e repressione, anche rafforzando le tutele per il whistleblower. In materia di intercettazioni è opportuno intervenire per potenziarne l’utilizzo, soprattutto per i reati di corruzione”.
Sulla figura dell'"agente sotto copertura”, ma soprattutto su un futuro utilizzo dell'"agente provocatore” per combattere la corruzione nella PA ho molte riserve, e non sono il solo, anche illustri e noti pm che combattono la corruzione sono contrari a questo strumento. Ma questo è un tema cosi’ complicato e delicato su cui mi riprometto di dedicarci un blog a parte.
Ciò che mi colpisce però è il silenzio totale del neo Guardasigilli Alfonso Bonafede. Già perché fino a qualche giorno fa, di fronte a casi di corruzione, se invitato a commentare, non si era mai sottratto assumendo posizioni a volte condivisibili a volte no. Bonafede in questo caso mi sembra che abbia scelto il silenzio. Forse perché, come riportano molti quotidiani, è stato lui a indicare Luca Lanzalone all’amministrazione capitolina che poi a sua volta lo ha nominato presidente del colosso Acea?
Quando si ricopre un incarico come quello di Ministro della Giustizia, soprattutto se vieni tirato in ballo come sponsor di Lanzalone, il dovere di un politico è di spiegare e chiarire come siano andati i fatti, a prescindere dall’esito delle indagini. Fino a oggi il ministro Bonafede non ha aperto bocca sulla vicenda eppure nel programma giustizia e lotta alla corruzione penso ci abbia, come si dice, messo la faccia.
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