Il match infinito tra politica e magistratura si è soltanto spostato in mare
Il teatro del nuovo scontro tra potere esecutivo e potere giudiziario sono le acque del Mediterraneo e la pelle in gioco è quella dei migranti alla ricerca di un approdo. Ma i termini della contesa non sono nuovi

Il dramma dei migranti in fuga dall’Africa sulla rotta del Mediterraneo continua a essere oggetto di scontro politico-giudiziario e di campagna elettorale che, non passa giorno, riempie le pagine dei quotidiani, i notiziari di Tg, Gr e trasmissioni di approfondimento delle varie testate televisive. Da un lato c’è la linea dura dei “porti chiusi”, dettata dal ministro dell’Interno (nonché vicepremier) Matteo Salvini, spalleggiato dai suoi alleati M5s che, non so se per convinzione o per paura di perdere consensi tra il suo elettorato, a ogni sua esternazione (televisiva, FB o Twitter) replica un ministro pentastellato che, con qualche piccolo distinguo, appoggia in pieno la parola d’ordine del leader leghista.

Dall’altro c’e’, anzi non c’è, una vera opposizione che contrasti con proposte concrete e alternative, questa politica dei “porti chiusi” e dello sgombero dei Cara (ultimo in ordine di tempo quello di Castelnuovo di Porto). E così a fare l’opposizione rimangono due sole istituzioni: la Chiesa e la magistratura. Oppure singole personalità della cultura (filosofi come Massimo Cacciari) o singoli esponenti politici.
Nei giorni scorsi, mi ha colpito, il pensiero postato su Facebook dall’ex procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci (da poco tempo andato in pensione) che pubblicando una foto di migranti affogati e restituiti dal mare aveva scritto: “Di fronte ad immagini come queste - ed ai tanti discorsi allucinanti che ho sentito in questi giorni - dichiaro a voce alta, e con orgoglio, di essere BUONISTA. E di esserlo sempre, tranne che con chi ha voluto, utilizza o tollera tanto scempio ed anche con chi vi rimane indifferente!!”.
Già, ha ragione il dott. Agueci a parlare di indifferenza di fronte al dramma di chi fugge non solo dalla guerra, ma dalla fame, dalla sete e dalle prepotenze di governi dittatoriali. E l’Italia e l’Europa se non sei una persona che ha diritto all’asilo politico non accetta la giustificazione di chi fugge dalla miseria e dalla violenza. Sì, per essere accolto avere la ‘patente’ di rifugiato, altrimenti sei fuori. E così assistiamon tutti i giorni alle esternazioni del tipo “prima gli italiani” o alle frontiere e i porti chiusi dal resto dei Paesi Ue.
Leader politici che ogni giorno distribuiscono parole al veleno contro i migranti, senza badare allen conseguenze politiche che provocano le loro parole. Ed ecco che, ancora una volta, interviene il potere giudiziario. Il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone, all’inaugurazione dell'Anno giudiziario 2019 lancia l’allarme: "Preoccupano l'aumento degli atteggiamenti razzisti, della xenofobia e delle posizioni anti Rom nel discorso pubblico" contenuto nel Rapporto di monitoraggio sull'Italia votato nell'Assemblea, che segnala anche un "aumento dei discorsi d'odio da parte dei politici".
Mammone esprime anche preoccupazione per la politica di chiusura dei porti ai migranti in merito "alle recenti iniziative per impedire alle navi di soccorso di attraccare nei porti italiani". Ed è di due giorni fan la notizia che il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere per Salvini per il reato di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti: "Per avere, nella sua qualità di ministro dell'Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale" i 177 migranti approdati a Catania.
Ma il ministro dell’Interno non indietreggia, non ha tentennamenti, anzi sfida il potere giudiziario: "Ci riprovano. Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo”. E cosi’ alle parole fa seguire i fatti: una piccola nave olandese, la Sea Watch, con a bordo 47 migranti salvati dall’affogamento davanti le coste libiche non approda in nessun porto maltese o italiano.
Salvini ribadendo la chiusura dei porti informa di avere inviato una lettera al governo olandese invitandolo a predisporre "gli adempimenti relativi all'organizzazione della presa in carico e del trasferimento in territorio olandese dei 47 migranti a bordo della nave olandese Sea Watch". E il Movimento 5 Stelle che fa? Lo spiegano i ministri Toninelli e Di Maio: gli olandesi “non hanno rispettato la legge del mare, avrebbero dovuto attendere la guardia costiera libica (perché il tutto è avvenuto nel mare libico). Siccome se ne sono andati a questo punto direi che, come dice bene il vicepremier Di Maio, si dirigano verso la Francia, verso Marsiglia anche se potrebbe esserci l'alternativa olandese".
E Di Maio ribadisce che "la Sea Watch 3 avrà dal governo italiano supporto medico e sanitario qualora ne avesse necessità, ma la invito ancora a puntare la prua verso Marsiglia. Ritengo opportuno convocare immediatamente l'ambasciatore olandese e chiedergli che intenzioni abbia il suo governo. Noi siamo disponibili alla massima collaborazione ma la nostra linea sulle Ong non cambia". Il ministro della Giustizia pentastellato Bonafede, prima ancora che la relazione del presidente della Cassazione Mammone fosse resa pubblica, durante la trasmissione Piazza Pulita su La7 a proposito dello sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto tuona: "Non permetto a nessuno di dire che c'è razzismo nell'azione del governo" e "non si può parlare di deportazione come per gli ebrei”.
Ed è ancora la magistratura, o meglio l’Associazione Nazionale Magistrati che critica duramente, pur senza nominarlo, il ministro Salvini: “La stampa riporta la notizia di un post pubblicato su Facebook da un parlamentare della Lega nel quale vengono pronunciate chiare parole intimidatorie nei confronti dei magistrati in relazione ai fatti della nave Diciotti. Si tratta di una azione di una inaudita gravità che rappresenta un inaccettabile tentativo di interferire nella attività dei magistrati impegnati nella delicata vicenda. È un fatto senza precedenti, tenuto conto della provenienza da un parlamentare, da chi dovrebbe rispettare l'attività che svolgono tutte le Istituzioni, tra esse la magistratura”.
Insomma da oltre 25 anni, per motivi diversi, assistiamo a uno scontro tra potere esecutivo (il governo) e quello giudiziario, una volta perché indagava sulla corruzione, questa volta perché difende i diritti sanciti dalla nostra Costituzione: “…il soccorso e lo sbarco dei migranti in un luogo sicuro (Safe of safety) obblighi derivanti da Convenzioni internazionali che costituiscono una precisa limitazione alla potestà legislativa dello Stato in base agli articoli 10, 11 e 117 della Costituzione”. A quando la prossima puntata?
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