Serviva davvero la riforma della legittima difesa?
Quello che non è previsto dalla riforma voluta da Salvini è la certezza della pena. Troppe volte rapinatori, accusati anche di omicidio, in base alla legge Gozzini, ottengono sconti di pena che riducono la condanna

La riforma della legittima difesa passata anche al Senato è legge e la Lega incassa così un nuovo successo parlamentare, ovviamente con i voti del centrodestra, ma soprattutto con l’appoggio dei pentastellati, anche se i loro ministri non erano in aula al momento del voto, come voler evidenziare una presa di distanza da questo provvedimento.
Ancora una volta il partito di Salvini, con il minimo sforzo, guadagna consensi nell’opinione pubblica che, sulla questione della sicurezza, si sente sempre meno protetta, nonostante le statistiche indichino un calo dei reati. Come risulta dagli ultimi dati pubblicati da Info Data sul Sole 24 ore (fonte Viminale): “omicidi, furti e rapine, la notizia positiva è che sono in costante calo. Circostanza che stride con la realtà di un Paese in cui un italiano su quattro ha paura di girare da solo per strada la sera. E uno su dieci è terrorizzato all’idea di rimanere in casa da solo”. Ma timori e paure a parte, questi sono i numeri:
- Omicidi: 2016 (398 ); 2017 (371); 2018 (319);
- Furti: 2016 (1.346.501); 2017 (1.302.636); 2018 (1.189.499);
- Rapine: 2016 (32.192); 2017 (31.904); 2018 (28.390)
Già, ma quello che conta, in questa fase politica, non sono tanto le statistiche o le riforme delle leggi, quanto far credere che in Italia la sicurezza del cittadino è sempre di più a rischio e che quindi le riforme siano la ‘medicina’ giusta' e necessaria.
E così - dopo il decreto sicurezza (approvato nel novembre scorso) che ha cancellato per i migranti il permesso di soggiorno per motivi umanitari (articolo 1), che aveva la durata di due anni e consentiva l'accesso al lavoro, al servizio sanitario nazionale, all'assistenza sociale e all'edilizia residenziale - anche l’assegno sulla legittima difesa è passato all’incasso. Gli unici voti contrari sono stati quelli del Pd e di Leu.
Le critiche fuori del Parlamento vengono invece da alcuni costituzionalisti (che ritengono la legge incostituzionale) e dall’Associazione Nazionale Magistrati e dall’Unione Camere Penali. Ossia da chi è chiamato a giudicare o a difendere una persona che ha ucciso o ferito un ladro entrato nella sua abitazione o nel suo negozio.
"La legge introduce concetti che poco hanno a che fare con il diritto, prevede pericolosi automatismi e restringe gli spazi di valutazione dei magistrati, oltre a portare con se grandi difficoltà di interpretazione: tutto ciò significa che tutti saranno meno garantiti. Per non parlare dei numerosi dubbi di incostituzionalità che la nuova legge comporta", commenta il Presidente dell’Anm Francesco Minisci.
Gli fa eco il segretario delle Camere Penali Eriberto Rosso che sottolinea come sia “riforma della quale non sentivamo la mancanza. Il problema non è tanto quanto immediatamente accadrà nelle aule giudiziarie, ma il messaggio di una difesa privata sussidiaria all'intervento dello Stato, oltre che di un atteggiamento di sfiducia nei confronti nella valutazione del giudice".
La nuova legge sulla legittima difesa prevede che in casa propria è sempre legittima; introduce il concetto di “grave turbamento” tra le cause di non punibilità, anche se il malvivente non abbia commesso o minacciato un’azione violenta contro la sua vittima; la modifica della la disciplina sulla sospensione condizionale della pena e in caso di sentenza di condanna la sospensione condizionale è concessa solo dopo il pagamento integrale del risarcimento dei danni alla vittima; l’aumento della pena per il delitto di violazione di domicilio che prevede la detenzione da 1 a 4 anni a da 2 a 6 anni anziché da 1 a 4 anni; l’inasprimento delle pene per i reati di furto in abitazione e rapina, con la detenzione massima rispettivamente fino a 6 e 7 anni.
I critici della nuova legge sulla legittima difesa, il Pd in particolare, già parlano di un favore all’industria delle armi che si prevede aumenteranno le vendite soprattutto delle pistole. E questo lo si potrà riscontrare soltanto nei prossimi mesi.
Sempre nella nuova legge è previsto, per il cittadino che si è difeso ferendo o uccidendo il rapinatore, in caso di legittima difesa, una corsia più rapida per i processi; il gratuito patrocinio in caso di assoluzione dai reati di lesioni colpose o omicidio colposo o in caso di archiviazione o proscioglimento dalle accuse.
Ma tornando alle statistiche, i dati ci dicono che i reati sono in calo costante e quindi mi chiedo come si è arrivati a modificare la legittima difesa. Ce n’era bisogno effettivamente? A mio giudizio no. Anche perché non è vero che il cittadino che ferisce o uccide un ladro o un rapinatore evita di finire sotto inchiesta o sotto processo. Il pm in ogni caso avrà l’obbligo di aprire un fascicolo e di valutare realmente se la vittima del furto o della rapina abbia subito un “grave turbamento”. Ritengo invece giusto gli altri contenuti della riforma: aumento delle pene previste per i furti e le rapine.
Ma forse quello che non è previsto dalla riforma voluta da Salvini è la certezza della pena. Troppe volte rapinatori, accusati anche di omicidio, in base alla legge Gozzini, ottengono sconti di pena che riducono la condanna. In questo caso la colpa non è della legge, man di chi la applica (tribunale di sorveglianza che si avvale delle relazioni di assistenti sociali, psicologi e strutture penitenziarie, che hanno il compito di studiare il comportamento del detenuto e valutare se sia meritevole dei benefici previsti dalla normativa.
Ma questa materia sarebbe di competenza innanzitutto del ministro della Giustizia che in realtà avrebbe dovuto dire la sua anche sulla riforma della legittima difesa. E il guardasigilli Bonafede, che ieri non era presente al Senato, si è limitato a dire: la “legge stava nel contratto di Governo”. Un po' poco signor ministro. Forse la verità è un’altra: la Lega continua a mietere successi (a costo zero per le casse dello Stato) puntando tutto sulla paura dei cittadini, mentre i cinque stelle arrancano, anche perché i loro ministeri incidono molto di più sul bilancio dello Stato.
E intanto 70 deputati della lega presentano una proposta di legge per facilitare l’acquisto e la detenzione delle armi. Di Maio e Bonafede hanno subito sollevato gli scudi: non la voteremo mai. Salvini li tranquillizza: "Non voglio in giro nemmeno mezza pistola in più - dice Salvini - , quindi invito l'amico Di Maio a occuparsi di ciò che il Parlamento farà, non di quello di non è all'ordine del giorno. Non avrà problemi perché non ci sarà nessuna votazione da fare in Parlamento. Di Maio si preoccupi di ciò che arriva in Parlamento non arriverà mai una proposta sulla maggiore diffusione delle armi". Questo, almeno, fino a oggi. E domani, magari con un rapporto di forze diverso? Come dice la canzone cantata da Ornella Vanoni, “Domani è un altro giorno, si vedrà”. Quella era una canzone d’amore. In questo caso si parla di vendita di armi. Staremo a vedere.
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