Figli contesi? I problemi li risolve il "pedagogista/educatore di prossimità"
La figura è stata introdotta, per la prima volta in un'aula giudiziari,a durante una causa civile che ha visto contrapporsi due genitori separati che si stavano contendendo, a suon di ricorsi e controricorsi dinanzi al giudice civile, l'affidamento della figlia di 3 anni

I figli contesi nelle coppie separate sono spesso oggetto di forti tensioni che - quando non assumono aspetti più preoccupanti con episodi di violenza in famiglia - in ogni caso provocano gravi danni psicologici nei minori. E proprio per evitare che le situazioni degenerino, da oggi in Italia è emersa una nuova figura, quella del "Pedagogista/educatore di prossimità". È stata introdotta, per la prima volta in un'aula giudiziaria, durante una causa civile che ha visto contrapporsi due genitori separati che si stavano contendendo, a suon di ricorsi e controricorsi dinanzi al giudice civile, l'affidamento della piccola Loredana (nome di fantasia), una bimba di 3 anni nata dalla loro relazione che durava da oltre 7 anni.
Inutile dilungarsi sulle reciproche accuse tra il padre e la madre. Il primo si è rivolto al tribunale lamentandosi del fatto che la sua ex non gli consentiva di vedere la piccola; la donna nel ricorso al giudice giustificava la sua decisione sostenendo che era stata costretta ad adottare determinate misure "a causa della aggressività manifestata dal YYYY (l'ex compagno, ndr) nel corso degli incontri con la minore". Insomma tutti gli ingredienti delle classiche separazioni dove a soffrire sono soprattutto i minori, costretti a vivere tensioni, violenze e a soffrire per la mancanza di uno dei due genitori. E invece, scrive il giudice nella sentenza: "l’intervento dell’ausiliaria del CTU con funzioni di pedagogista di prossimità ha avuto effetti estremamente positivi, permettendo alla madre di superare le ansie poste a fondamento delle iniziali resistenze ad una piena frequentazione padre figlia (quali i timori di uso di sostanze alcoliche fondate su pregressa sospensione della patente di guida) e al padre di superare la tensione creatasi in risposta agli atteggiamenti materni. L’encomiabile sforzo profuso dalle parti, dai rispettivi difensori e dai professionisti nominati nel corso del giudizio ha permesso il risultato di superare le riferite difficoltà, favorendo l’instaurazione di una regolare relazione padre-figlia, l’introduzione del pernottamento presso il padre della figlia di due anni di età. Sviluppi positivi mantenuti anche dopo il termine della CTU come evidenziato nelle note conclusive prodotte dalle parti".
E cosi, oggi, Loredana a tre anni, nonostante sia figlia di una coppia separata, appare come "una splendida bambina, di straordinaria simpatia, serena e molto comunicativa. Dobbiamo pensare che ha ricominciato ad incontrare il padre dopo un allontanamento durato alcuni mesi, ciononostante ha affrontato ogni passaggio (con l’accordo tra i genitori) con facilità di adattamento tale da rendere rassicurante l’intervento riorganizzativo. Va aggiunto che a settembre la piccola è stata inserita al Nido ed anche qui non ha mostrato difficoltà di adattamento. Anzi l’occasione è stata utilizzata per introdurre il padre anche nell’ambiente sociale di AAAA. La maggiore rassicurazione, per la scrivente, è arrivata nel verificare che la bambina ha un padre interno, lo chiama, lo cerca, ha bisogno di lui; non sono emerse difficoltà nella capacità di adattamento al mondo esterno, e questo risultato va riconosciuto alla madre che, nonostante le sue ansie e le paure, a volte di notevole intensità, ha realizzato un attaccamento sicuro con la figlia ed ha “permesso” che lo stesso attaccamento si instaurasse con il padre. Quindi la bambina ha un legame sicuro con la madre ed ha manifestato un attaccamento altrettanto buono con il padre".
A consigliare l'utilizzo del “pedagogista/educatore di prossimità" nelle cause di separazione con richiesta di affidamento del minore, è stata la dottorressa Ubaldi, criminologa pedagogista forense, specializzata in Diritto del Minore e consulente dei Tribunali di Roma. Una proposta adottata per la prima volta in Italia dal presidente della prima sezione civile del Tribunale di Roma che nella sentenza spiega come il "pedagogista di frontiera" "dovrà svolgere la propria azione a diretto contatto (anche domiciliare) con la coppia genitoriale rilevando le criticità legate ai momenti più conflittuali, suggerendo ed attuando, ove possibile, modificazioni relazionali tra i genitori ed educative nei confronti della piccola figlia, riferendo al Ctu ogni elemento utile alla più ampia valutazione della quale la sottoscritta rimane unico responsabile (colloqui con i genitori, ricerca di accordi, valutazione delle capacità genitoriali, fattori di rischio e di protezione, valutazione di eventuale necessità di approfondimenti psicodiagnostici)” con costi a carico di entrambe le parti al 50% da inserire quali costi della CTU tra le spese della stessa".
Nel caso in esame il ricorso era stato presentato dal papà di Loredana che si lamentava del fatto che la sua ex compagna avrebbe "frapposto ostacoli e scuse impedendo al padre di vedere e tenere con sé la minore se non in poche occasioni, per poche ore alla settimana, e comunque sempre alla presenza della stessa madre". In altre parole la donna "avrebbe compito scelte unilaterali manifestando la volontà di escludere il padre della crescita della minore e impedendo la costruzione di un solido legame genitoriale". Ovviamente la mamma (XXXX) di Loredana aveva contestato le accuse "negando di aver posto in essere condotte ostative tese ad ostacolare le frequentazioni padre-figlia, e rappresentando la preoccupazione connessa a pregressi episodi per i quali al ricorrente sarebbe stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza, e per altre condotte paterne disattente e poco inclini all’assunzione della responsabilità genitoriale preferendo il YYYY, nel corso della convivenza ed anche durante la gravidanza, assentarsi da casa per permanere con i propri amici, fino a tarda notte senza considerare le necessità familiari. La resistente ha esposto che il ricorrente sarebbe stato assente dopo la nascita della minore per comparire a due mesi da tale evento rivendicando il proprio diritto alla frequentazione della figlia, proferendo minacce nei confronti della stessa resistente". Insomma senza dilungarci troppo sui particolari della vicenda ci troviamo di fronte alla classica separazione di una coppia di genitori che litigano per ottenere l'affidamento della figlia. Situazioni che spesso, purtroppo degenerano anche in drammi famigliari che provocano veri e propri traumi nei minori contesi.
"Per affrontare l’argomento del “conflitto separativo” - spiega la dott.ssa Loretta Ubaldi - mi piace ricordare la scrittrice statunitense Anais Nin che nel suo celebre corpus letterario, il “Diario” ( scritto nel periodo dal 1931 alla sua morte, 1977) descrive il dolore profondissimo, ancora vivo, per la separazione dei genitori: ”Per un essere umano, la guerra tra i genitori è altrettanto devastante delle grandi guerre mondiali. L’essere umano è ugualmente dilaniato, come colpito da una granata. È la scoperta dell’odio, della violenza, dell’ostilità. È la faccia scura del mondo. L’infanzia non è mai preparata al conflitto. Imporre ad un bambino la tragedia dell’odio e della distruzione è imporre un fardello troppo greve alla sua recettività. Si spezza”.
"La conflittualità che si genera in molti casi di separazione e divorzio - afferma ancora la dott.ssa Ubaldi - ha impegnato in questi anni profonde riflessioni da parte di professionisti e Associazioni nell’intento di dare risposte funzionali e sostegno alle famiglie che, nel particolare momento di difficoltà legato alla fine del legame di coppia, affievoliscono capacità genitoriali a volte con effetti molto problematici soprattutto per la stabilità della quale i figli hanno assoluto bisogno. Dobbiamo essere consapevoli che lo spazio-mondo dei figli è incapace di autorealizzarsi in condizioni di svantaggio: la latitanza, lo sbilanciamento delle figure genitoriali sono tra i fattori che comportano proprio questo rischio. Gli stessi fenomeni di disagio e crisi giovanile mettono in evidenza l’importanza ed il valore di figure stabili: in questo senso i genitori rappresentano la base sicura dalla quale potersi successivamente allontanare con sufficiente sicurezza ed equilibrio.
Da anni sostengo la centralità della figura del pedagogista per affrontare il conflitto separativo a partire da questo principio etico: si può interrompere un rapporto di coppia, ma si resta co-genitori per sempre".
"Su queste premesse mi sono concentrata - da pedagogista - per studiare e rendere applicabili strumenti operativi e strategie utili a dare risposte immediatamente fruibili da parte dei genitori in conflitto. A partire dalla multidisciplinarietà necessaria per affrontare la complessità della materia ho ritenuto importante concettualizzare una nuova figura professionale, appunto il Pedagogista di Prossimità. Il gruppo di lavoro che ho formato ha come obiettivo quello di aiutare genitori conflittuali/altamente conflittuali a sviluppare/implementare le proprie capacità nel contesto strutturato di risoluzione delle dispute che, nell’attuale panorama, si delinea e circoscrive all’ambito forense".
"Nel corso della CTU - si legge nella sentenza della Prima sezione civile del Tribunale di Roma - è stata accolta l’istanza depositata dalla consulente di avvalersi di ausiliaria con funzioni di “pedagogista/educatore di prossimità” per attuare “un intervento di “Coordinazione Genitoriale” attraverso un’azione di supporto alla famiglia, nel tentativo di avviare precocemente il processo di riorganizzazione” in particolare, si legge nella richiesta “ Il pedagogista/educatore di prossimità dovrà svolgere la propria azione a diretto contatto ( anche domiciliare) con la coppia genitoriale rilevando le criticità legate ai momenti più conflittuali, suggerendo ed attuando, ove possibile, modificazioni relazionali tra i genitori ed educative nei confronti della piccola figlia, riferendo al Ctu ogni elemento utile alla più ampia valutazione della quale la sottoscritta rimane unico responsabile (colloqui con i genitori, ricerca di accordi, valutazione delle capacità genitoriali, fattori di rischio e di protezione, valutazione di eventuale necessità di approfondimenti psicodiagnostici)” con costi a carico di entrambe le parti al 50% da inserire quali costi della CTU tra le spese della stessa".
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