Nei primi tre mesi del 2018 a Roma si è aperta una voragine ogni 36 ore
Presentato dall’ISPRA, dall’Autorità di Distretto Idrografico dell’Italia centrale e da ItaliaSicura il “Primo Rapporto su rischio alluvioni, frane e cavità sotterranee di Roma”

La città con beni culturali ed archeologici tra le più ricche al mondo, è anche una città molto fragile, nonostante la sua maestosità. La sua superficie è di 1300 Km2 , seconda in Europa solo a Londra. Il Tevere l’accompagna per 30 Km, Tevere che conta 9 Km di rive in degrado e 2,7 Km di banchine con smottamenti. Ammontano a 22 i relitti di barche affondati e abbandonati nel Tevere. I corsi d’acqua nella capitale occupano circa 700 Km di reticolo idraulico, con canali e fossi in stato di grave degrado. Le cavità sotterranee attraversano il sottosuolo di Roma per 32 Km2 . Cosa la rende fragile?
Voragini
L’ISPRA censisce le voragini che si aprono sulla capitale, dove per voragine si intende non la cosiddetta “buca”, bensì tutti gli eventi di grandi dimensioni sia per diametro che per profondità; l’Istituto fa sapere che raddoppia il numero delle voragini nella città di Roma: dai 21 eventi registrati al 31 marzo dello scorso anno, la capitale passa a 43 sprofondamenti nello stesso mese del 2018. Roma sprofonda e lo ha fatto nel 2017 al ritmo di una voragine ogni 3/4 giorni e, se il trend dei primi tre mesi è confermato per tutto il 2018, lo farà al ritmo di 1 ogni 36 ore. Basti pensare che negli ultimi 8 anni il numero medio degli eventi romani è cresciuto in maniera esponenziale: da 128 voragini (16 eventi ogni anno) a più di 720 (oltre 90 all’anno).
Per rimettere in sesto solo le 8 aree più a rischio della capitale sono necessari 8 milioni di euro.
Le aree maggiormente interessate dalla formazione di grandi voragini e considerate più a rischio, si concentrano nella porzione orientale della città. In particolare il Municipio V, il Municipio VII, il Municipio II (quartieri Tuscolano, Prenestino, Tiburtino), insieme al centro storico e le aree dell’Aventino del Palatino e dell’Esquilino rappresentano le zone più colpite.
Nella porzione occidentale di Roma invece il Municipio che conta più voragini è il Municipio XI, seguito dal Municipio XII (quartieri Portuense e Gianicolense).

La causa? La presenza di numerose cavità sotterranee, che si concentrano proprio nella porzione orientale della città, di origine antropica, scavate dall’uomo a vario titolo, principalmente per l’estrazione dei materiali da costruzione. Questi vuoti costituiscono in molti casi una intricata rete di gallerie. Finora l’Ispra ha censito e mappato 32 kmq di gallerie sotterranee che giacciono sotto il tessuto urbano, ma molte aree sono ancora sconosciute: manca all’appello, ad esempio, la grande Catacomba scomparsa di San Felice, sulla Via Portuense, che costituiva uno dei principali cimiteri della Roma cristiana del IV-V sec.
L’ISPRA, infine, stima i costi: agli 8 milioni necessari per la progettazione e la bonifica degli otto siti più a rischio vanno aggiunti 3 milioni di euro - 1 milione l’anno per almeno 3 anni - per completare il censimento e la mappatura delle zone con presenza di cavità sotterrane. Per la capitale, dunque, il costo totale ammonta a 11 milioni di euro.
Mappa rischio voragini a Roma
Frane:
Diversi sono nell’arco dell’anno, i fenomeni franosi che investono la capitale. I siti soggetti a fenomeni franosi nel Comune di Roma sono 383 e le zone a rischio sono 28; particolarmente a rischio sono la collina di Monte Mario, viale Tiziano, Monteverde vecchio e la Balduina.
Numero di voragini negli anni
Alluvioni ed esondazioni
Il Tevere sta raggiungendo livelli di grande pericolosità e impatto, ma questo non riguarda soltanto l’era contemporanea, ma in diverse occasioni nella storia di Roma, si sono verificati episodi alluvionali più o meno gravi. Dal 18070 ad oggi, quattro sono state le alluvioni che verranno ricordate nella storia, la più grave proprio nel dicembre dell’anno dell’unità d’Italia, con 17,22 metri a Ripetta. Tornando ai nostri tempi, le piene più serie si sono registrate nel dicembre 2008, nel novembre 2012 e nel gennaio 2014. Il rischio esondazione oggi riguarda un territorio urbano di 1.135 ettari, dove vivono e lavorano 250.000 persone.
Le cavità sotterranee
Un Piano per Roma sicura
Italiasicura, l’Autorità di Distretto e la Regione Lazio hanno individuato e pianificato le opere di 10 anni necessarie a ridurre tutti questi rischi nella capitale; 871 milioni di euro per realizzare 155 interventi di varia natura, in particolare: 783 milioni per 127 opere di contrasto al rischio alluvione e 86 milioni per 28 opere di contrasto al rischio frane. A questi, vanno aggiunti 15 milioni l’anno per la manutenzione ordinaria delle vie d’acqua interne all’area urbana (fossi, canali) e 4 milioni per le voragini. Il costo complessivo è di 1.040 milioni.

Il link al sito, gestito da ISPRA, con l’indicazione delle frane presenti sul territorio di Roma: http://sgi2.isprambiente.it/franeroma/default.htm
(Cristina Pacciani)
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