Occhio al pesce scorpione: l'alieno in arrivo nei nostri mari
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Occhio al pesce scorpione: l'alieno in arrivo nei nostri mari

Occhio al pesce scorpione: l'alieno in arrivo nei nostri mari

lionfish (afp) 
lionfish (afp) 
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Come è arrivato sulle cose siciliane

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Un pessimo incontro, anche da morto

Cosa fare in caso di puntura

  • Rimuovere eventuali spine
  • Disinfettare
  • Immergere quanto prima la parte colpita in acqua molto calda: il calore rompe la struttura proteica della tossina riducendo il dolore.

Il pesce palla maculato e altri terrori dei mari

Quali sono le specie aliene arrivate nel Mediterraneo

  • Il pesce coniglio bruno (Siganus luridus), specie erbivora distribuita nelle acque tropicali e subtropicali dell’oceano Indiano e Pacifico, che ha raggiunto alcune isole dello stretto di Sicilia ed è recentemente comparso lungo le coste adriatiche orientali, in Albania e Croazia. Attenzione alle spine: possono infliggere punture molto dolorose;
  • Il pesce coniglio striato (Siganus rivulatus), anch’esso una specie erbivora, si distingue dal pesce coniglio bruno per la forma allungata del corpo, per la pinna caudale forcuta (e non tronca) e per il colore più chiaro e spesso caratterizzato da striature gialle che corrono parallele lungo la metà inferiore del corpo. È recentemente avvistata in acque Adriatiche (in Croazia, Montenegro e Albania ed in Sicilia);
  • Il pesce flauto dai puntini blu (Fistularia commersonii) è stata definita una delle specie più invasive del Mediterraneo e d’Europa, anche per la rapidità della sua espansione geografica che l’ha vista comparire in tutto il Mediterraneo in meno di sette anni. Originaria dell’oceano Indiano e Pacifico, è entrata in Mediterraneo nel 2000 anch’essa attraverso il Canale di Suez. Si tratta di un vorace predatore che si ciba principalmente di piccoli pesci ma anche di crostacei e molluschi. Si riconosce facilmente per la sua forma allungata, per il lungo muso a forma di flauto (di qui, il nome) e per un filamento al termine della pinna caudale. La specie ha colonizzato in pochi anni tutto il Mediterraneo. Non è una specie pericolosa, le sue carni sono buone da mangiare;
  • Il pesce serra (Pomatomus saltatrix) è un vorace predatore e pur non essendo una specie esotica, da diversi anni questo bel pesce si è espanso è espanso verso nord diventando abbondante nelle coste settentrionali del Mar Mediterraneo. I giovanili possono formare grandi banchi e predano piccoli pesci costieri a bassa profondità. È una specie molto conosciuta dai pescatori sportivi per la sua aggressività e combattività;
  • Il pesce pappagallo mediterraneo (Sparisoma cretense) non è una specie esotica ma è tipica del Mediterraneo, come ci suggerisce il suo nome, in particolare dei settori più caldi di questo bacino come le coste del nord Africa e la Grecia. È una specie costiera e strettamente erbivora, diffusa ugualmente lungo le coste atlantiche orientali, dal Portogallo al Senegal. Per la sua affinità per le acque calde, molti ricercatori la considerano un indicatore del riscaldamento delle acque. Negli ultimi anni, esemplari di questa specie, tipica dei settori più meridionali del Mediterraneo, sono stati occasionalmente osservati lungo le coste adriatiche ed in Francia. Gli antichi romani lo consideravano come uno dei pesci più prelibati del Mare Nostrum, ma in Italia ha uno scarsissimo interesse commerciale;
  • Il granchio blu (Callinectes sapidus) originario dell’Atlantico occidentale e del golfo del Messico, è una specie molto apprezzata dal punto di vista culinario. Dagli inizi dello scorso secolo e grazie a ripetute e indipendenti introduzioni attraverso le acque di zavorra delle navi, il granchio blu ha invaso le coste di molti paesi nel mar Baltico, mar Nero e mare di Azov e di almeno 12 paesi del Mediterraneo. La prima segnalazione di questa specie in Mediterraneo risale al 1948 (Venezia). Ad oggi, non si conoscono bene gli impatti ecologici di questa introduzione;
  • Il corridore atlantico (Percnon gibbesi) è un granchio nativo delle coste Atlantiche tropicali e subtropicali. È stato segnalato per la prima volta in Mediterraneo nel 1999, nell’isola di Linosa per poi espandersi rapidamente in gran parte del bacino. La specie è innocua e ha abitudini erbivore. Si riconosce per il carapace appiattito di colore rosso-brunastro con venature azzurrine. Ha una preferenza spiccata per le rocce artificiali, come ad esempio quelle che compongono scogliere frangiflutti e moli. Si nasconde in fessure e anfratti a poca profondità ed è capace di muoversi molto velocemente tra le rocce;
  • La Caulerpa (Caulerpa cylindracea) è una delle alghe più invasive del Mediterraneo e si riconosce per la struttura delle fronde e per la forma a ‘pallini’ dei ramuli. Negli ultimi anni si è diffusa in gran parte del Mediterraneo e in tutte le isole maggiori. La specie è originaria dell’Australia sud-occidentale. Alcune specie di caulerpa, come la C. lentillifera e la C. racemosa, vengono utilizzate per fini alimentari in paesi come il Giappone o nella cucina indonesiana. Queste alghe producono tuttavia sostanze quali caulerpina e caulerpicina che le rendono leggermente tossiche al consumo. Se ne sconsiglia quindi l’utilizzo per fini alimentari.
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