Lo scienziato che incoraggiava Papa Francesco. La Chiesa piange l’'ateo' Stephen Hawking

“Ai quattro Papi che ha incontrato ha detto che voleva fare avanzare la relazione tra fede e ragione scientifica. Preghiamo il Signore che lo accolga nella sua gloria”, ha scritto su Twitter la Pontificia Accademia delle Scienze

Lo scienziato che incoraggiava Papa Francesco. La Chiesa piange l’'ateo' Stephen Hawking
 Afp
 Papa Francesco e Stephen Hawking

“Siamo profondamente rattristati dalla notizia della scomparsa del nostro eccezionale membro Stephen Hawking che è stato così fedele alla nostra Accademia”. Questo il commento della Pontificia Accademia delle Scienze per la morte di uno dei suoi membri più. “Ai quattro Papi che ha incontrato ha detto che voleva fare avanzare la relazione tra fede e ragione scientifica. Preghiamo il Signore che lo accolga nella sua gloria”, ha scritto su Twitter l’organismo vaticano nato nel 1603. E i gesuiti della Specola Vaticana gli hanno fatto eco: "Apprezziamo l'enorme contributo scientifico che ha dato alla cosmologia quantistica e il coraggio che ha avuto nell'affrontare la malattia".

Ma c’è dolore per questa perdita anche alla Domus Santa Marta.

Il feeling con Francesco

Nel 2016, nel mese di novembre, il famoso scienziato incontrò anche Papa Francesco, sempre in occasione di una seduta della Pontificia accademia delle scienze sul tema “Scienza e Sostenibilità. Impatto delle conoscenze scientifiche e della tecnologia sulla società umana e sul suo ambiente”. “Ci sono tanti segni incoraggianti di un’umanità che vuole reagire, scegliere il bene comune, rigenerarsi con responsabilità e solidarietà”, scrisse Papa Francesco accompagnando, sul suo profilo di Instagram ‘Franciscus’, una fotografia con il fisico britannico.

Lo scienziato che incoraggiava Papa Francesco. La Chiesa piange l’'ateo' Stephen Hawking

E in effetti tra Bergoglio e questo scienziato sulla sedia a rotelle, costretto a utilizzare il sintetizzatore vocale e dichiaratamente ateo (sosteneva che la più semplice spiegazione all’esistenza dell’universo fosse nella negazione di un Dio creatore) si era stabilito un notevole feeling, sulla base di una comune visione riguardante la salvaguardia della natura. Il “Creato” per il Pontefice, l’Universo per Stephen Hawking. Una diversità di vedute che però non li divideva nemmeno sul piano filosofico. “Mai come nella nostra epoca è apparsa evidente - disse Francesco agli scienziati che in quell’occasione facevano corona all’astrofisico - la missione della scienza al servizio di un nuovo equilibrio ecologico globale. E al tempo stesso si sta manifestando una rinnovata alleanza tra la comunità scientifica e la comunità cristiana, che vedono convergere i loro diversi approcci alla realtà verso questa finalità condivisa di proteggere la casa comune, minacciata dal collasso ecologico e dal conseguente aumento della povertà e dell’esclusione sociale. Mi rallegro del fatto che voi sentiate profondamente la solidarietà che vi lega all’umanità di oggi e di domani nel segno di tale sollecitudine per la madre terra”. 

Gli incontri con Benedetto XVI e Paolo VI che si inginocchiò per parlargli

Una grande sintonia Stephen Hawking l’aveva stabilita peraltro anche con Benedetto XVI  che lo incontrò nel mese d’ottobre del 2008 in occasione di una Plenaria della Pontificia accademia delle scienze. “Tutti ascoltavamo con un grande silenzio le frasi che giungevano dal sintetizzatore vocale e che offrivano il frutto della sua vivacissima riflessione intellettuale. Sua figlia e i suoi assistenti gli erano accanto facilitandogli con cura singolare il compito ricevuto. Esponendo gli enormi balzi in avanti effettuati dalla cosmologia negli ultimi decenni, Hawking concludeva la sua relazione affermando che “ci stiamo ormai avvicinando a poter rispondere alle antiche e sempre attuali domande: Perché siamo qui? Da dove veniamo? Io credo - spiegava lo scienziato - che a queste domande si possa rispondere entro l’ambito delle scienze”.

Ma era stato Paolo VI il primo Pontefice che Hawking ebbe modo di incontrare , quando aveva 33 anni, nel 1975. “Abbiamo adesso la gioia - disse Montini a conclusione di un incontro con la Pontificia Accademia delle Scienze - di consegnare la medaglia “Pio XI” al signor Stephen William Hawking, i cui studi, tra gli altri, sui “buchi neri” gli hanno meritato a giusto titolo una rinomanza internazionale. Tutte le nostre felicitazioni, caro Professore, e a tutti voi, cari Signori, i migliori auguri per le vostre attività e quelle dell’Accademia. Vi aggiungiamo, quale pegno della nostra sollecitudine per la vostra vita spirituale e quella dei vostri cari, la nostra benedizione apostolica”. E proprio Papa Montini si inginocchiò per due minuti ai piedi dello scienziato, già costretto alla sedia a rotelle dalla sclerosi laterale amiotrofica (Sla), per consegnargli la medaglia. 

Il cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, monsignor Sanchez Sorondo sottolinea da parte sua che “ogni volta che parlava con i Papi – ha conosciuto Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI che lo benedì e Francesco – diceva loro: ‘Voglio contribuire allo sviluppo del rapporto tra ragione scientifica e fede’. Non voleva dare una spiegazione alla cosmologia religiosa perché diceva che l’origine di tutto è un problema filosofico, non scientifico. Affermava: ‘Io devo dare una spiegazione alle cose che vedo’. Questo è stato inteso come una professione di ateismo ma io non credo fosse ateo, sia per la fedeltà verso l’Accademia sia per l’interesse per il dialogo con i Pontefici”.

Al di là delle questioni metodologiche che tale posizione può suscitare, Hawking, ha sottolineato il direttore del portale Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede eretto presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, Giuseppe Tanzella-Nitti, “esprimeva una percezione reale, quella che la scienza contemporanea, proprio a motivo della profondità e della unitarietà delle sue ricerche, punta oggi con naturalezza verso domande di carattere filosofico ed esistenziale”. 

 “Particolarmente noti - scrive l’Osservatore Romano - i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo. Nel 1974 Hawking dimostrò come i buchi neri possono essere descritti dalle leggi della termodinamica con emissione di radiazioni che portano all’evaporazione del buco nero stesso secondo le leggi della meccanica quantistica: tale effetto (in seguito denominato “radiazione di Hawking”) ha trovato conferma sperimentale nel 2010. Si tratta di uno studio che armonizza brillantemente i dati della meccanica quantistica con quelli della teoria della relatività di Einstein. Il suo lavoro è poi proseguito fino a dimostrare (con la collaborazione di altri matematici) che i buchi neri sono caratterizzati da tre proprietà: massa, momento angolare e carica elettrica.



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