Due anni prima di essere eletto Papa, il cardinale Karol Wojtyla era stato incaricato da Paolo VI di predicare gli esercizi spirituali alla Curia Romana. E alcuni biografi segnalano che la scelta di Montini offrì al futuro successore l’opportunità di farsi conoscere fuori dai confini polacchi. Paolo VI ha sempre conferito questo incarico a personaggi che divennero poi protagonisti nella vita della Chiesa: prima di Wojtyla lo ebbero ad esempio il teologo Bernard Haering (che impose una svolta nella morale cattolica “depenalizzando” di fatto la masturbazione) l’ argentino Eduardo Pironio (poi divenuto cardinale e per il quale è in corso il processo di beatificazione), il monaco carmelitano Anastasio Ballestrero che fu poi cardinale arcivescovo di Torino e a lungo presidente della Cei. E subito dopo l’esperienza di Wojtyla (1976) toccò predicare gli esercizi al Papa (che tradizionalmente vi assisteva non visto grazie a una nicchia nella Cappella Matilde) e alla Curia Romana al prestigioso biblista Carlo Maria Martini che San Giovanni Paolo II elesse poi cardinale arcivescovo di Milano. Gesuita come Paolo Dezza, che gli fu successore quale rettore della Gregoriana, e il “papa nero” Kolvenbah, che predicarono rispettivamente al beato Paolo VI nel 1967 e al successore nel 1987.
Cardinali e vicari, gli esercizi 'portano fortuna'
Già da cardinali predicarono nella Cappella Matilde (poi Redemptoris Mater grazie ai mosaici di un altro gesuita: il pittore e scultore Mark Rupnik) il brasiliano Claudio Hummes (uno dei grandi elettori di Papa Bergoglio), il vicario di Roma Ugo Poletti e il grande Roger Etchegaray, storico presidente del dicastero per la Giustizia e la Pace. Da semplici preti predicarono due grandi teologi l’orientale Tomas Splidik (divenuto cardinale senza passare per l’episcopato grazie all’opportunità avuta nel 1995) e il napoletano Bruno Forte (oggi arcivescovo di Chieti-Vasto). Ma dettare gli esercizi al Papa polacco mise in luce anche l’attuale cardinale di Vienna Schoenborn e i futuri cardinali Moreira Neves, Renato Corti e Angelo Comastri.
L'incarico passa a Ratzinger
Nel 1983 gli esercizi, Papa Wojtyla li affidò anche lui a quello che sarebbe stato il suo diretto successore: il cardinale Joseph Ratzinger, da poco prefetto della Dottrina della fede. Divenuto nel 2005 Benedetto XVI, Ratzinger chiamò a predicare anche lui semplici teologi (come il salesiano Enrico Dal Covolo, oggi vescovo e rettore della Lateranense) ma anche porporati già molto in vista come Marco Cè (Venezia) Giacomo Biffi (Bologna) e Francis Arinze (il nigeriano che è stato a lungo prefetto per il culto). Chiuse la serie nel 2013 Gianfranco Ravasi che dovette predicare in un clima di estrema tensione e preoccupazione: Benedetto XVI si era già dimesso ma ancora era in carica per quel mese di febbraio che nessuno potrà scordare.
La nuova era di Francesco
Con Papa Francesco cambia tutto, a cominciare dall’ambientazione degli esercizi: nella seconda settimana di Quaresima i curiali si spostano con lui in bus ad Ariccia, dove sperimentano una vera convivenza, come nei ritiri spirituali. L’unica cosa che non cambia, almeno il primo anno, è l’opportunità per il predicatore di un brusco salto di qualità nel suo ministero: così nel 2014 il parroco di San Marco Evangelista a piazza Venezia, don Angelo De Donatis, viene promosso ausiliare di Roma. Seguono il teologo carmelitano Bruno Secondin e due biblisti: il servita Ermes Ronchi e il francescano Giulio Michelini (che svolgerà questo ruolo dal 5 al 10 marzo). Due che hanno in comune un passato televisivo a Rai Uno, nella trasmissione A Sua Immagine: il primo come commentatore del Vangelo e l’altro come autore e consulente nominato dalla Cei che indirizza i contenuti del programma.
Il timore di Padre Giulio
Padre Giulio ha 53 anni ed è una persona molto umile e buona, davvero non si aspettava questo onore. Che un po’ lo ha atterrito. Per consolarlo gli raccontiamo l’episodio molto divertente di una una controversia tra il cardinale Giacomo Biffi e il Papa durante gli esercizi 2007. Predicando a Benedetto XVI, che lo aveva votato nel conclave del 2005, e alla Curia romana nella Quaresima del 2007, il porporato coniò anche la “teologia della domestica”. Al termine della settimana di meditazioni il Papa ringraziò il porporato con queste parole: “Vorrei dirle grazie per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza; fino alla teologia un po’ audace di una sua domestica: non oserei sottoporre queste parole ‘il Signore forse ha i suoi difetti’ al giudizio della Congregazione per la dottrina della fede. Ma in ogni caso abbiamo imparato e i suoi pensieri, signor cardinale, ci accompagneranno non solo nelle prossime settimane”.