'Non chiamatele prostitute, ma schiave della prostituzione'
L'appello di Papa Francesco contro il crimine della tratta. Le voci delle ragazze, le testimonianze e l'accusa a chi 'paga per una soddisfazione sessuale'

“Non chiamatele prostitute ma schiave della prostituzione”. E’ una richiesta precisa quella di Papa Francesco, che negli ultimi mesi ha parlato spesso del grave crimine della tratta e ha incontrato quest’estate alcune delle giovani liberate in una delle case che le accolgono, quella della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII a Roma. “Ho visitato - ha raccontato a TV2000 - le ragazze che sono state tolte dallo sfruttamento della prostituzione. E ho pensato non solo agli sfruttatori, anche a quelli che pagavano le ragazze: ma non sanno loro che con quei soldi, per togliersi una soddisfazione sessuale, aiutavano gli sfruttatori?”.
Il racconto delle ragazze
“Ricordo - ha confidato Francesco - una, dall’Africa: bellissima, giovanissima, sfruttata, era incinta, sfruttata ma anche con bastonate dure e torture: ‘Tu devi andare a lavorare’… E lei, quando raccontava la sua storia – c’erano 15 ragazze, lì, che mi raccontavano le storie, ognuna – mi diceva: ‘Padre, io ho partorito d’inverno sulla strada. Sola. Da sola. La mia bambina è morta”. La facevano lavorare fino a quel giorno, perché se non portava agli sfruttatori tanto, era bastonata, anche torturata. A un’altra avevano tagliato l’orecchio perché non aveva portato… Questo è…”.
Francesco il testimonial più convincente
Non potrebbe esserci un testimonial più convincente del Papa per la “Via crucis per le donne crocifisse”, organizzata dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi della quale è media partner l’Agi. Come ogni anno saranno personalità rappresentative a portare sulle spalle la Grande Croce e si ascolterà la testimonianza diretta di ragazze che hanno vissuto sulla propria pelle la condizione di schiavitù, che anche oggi è drammaticamente presente nelle nostre città. Inoltre, nel tratto finale si realizzerà l'ultimo percorso del Cristo con la presenza scenica della crocifissione e resurrezione. Sarà un’esperienza molto coinvolgente.
Oltre 100mila donne sulle strade italiane
Secondo i dati forniti dalla “Papa Giovanni”, sono più di 100mila, le donne straniere costrette a prostituirsi nel nostro paese. Hanno tra i 15 e i 25 anni e sono soprattutto nigeriane e slave. Attratte dalla speranza di una vita migliore appena arrivano nel nostro paese, cadono nella rete della tratta sessuale e con la violenza sono costrette alla prostituzione. Nel migliore dei casi le vediamo su tante strade delle nostre periferie, nel peggiore, restano nascoste per anni, “a lavorare”, nel sottoscala di qualche nightclub.
La promessa di una vita migliore
“Se vuoi ti porto in Italia, lì c’è lavoro, e con i soldi che guadagni potrai aiutare anche la tua famiglia”. Sono attirate così, con questa frase quasi fosse uno slogan, che rappresenta per loro il sogno di una vita migliore e la possibilit àdi sfuggire alle condizioni di miseria o indigenza in cui spesso vivono. A proporglielo può essere un cugino, un amico, a volte anche un fidanzato o una persona di fiducia che promette qualcosa di sicuro. Un sogno che si infrange presto, spesso proprio durante il viaggio o al più tardi, quando arrivano a destinazione e qui, anche se lottano e urlano sono già in trappola. Lontane da casa nessuno le difende e sono picchiate e vendute. Non scappano perché spesso non conoscono la nostra lingua e se provano ad allontanarsi rischiano pesanti ritorsioni sulla loro famiglia.
"Una forma di schiavitù moderna"
E a pochi giorni dalla Via Crucis che sarà guidata da Don Aldo Bonaiuto, uno dei discepoli di Don Oreste Benzi, Francesco è tornato a implorare i governi dei ‘paesi civili’ di smetterla di chiudere gli occhi davanti al traffico di persone, “che rappresenta uno dei più vergognosi fenomeni che sfregia la faccia della moderna umanità”. E’ tempo di porre fine alla tratta, grave “forma di schiavitù” moderna e “vergognosa piaga” dell’umanità, ha scritto in un messaggio alla 17esima Conferenza contro il traffico di persone, in corso a Vienna, promossa dall’OSCE. E’ “scioccante”, “scandaloso”, ha denunciato il Pontefice, scoprire che il traffico di persone avviene in ogni Paese e che rappresenta “uno dei più proficui business del pianeta”.
Francesco: "Fare ogni cosa possibile"
Francesco si è rivolto ai rappresentanti delle nazioni che partecipano alla conferenza – incentrata sul tema “Il traffico di bambini e il superiore interesse dell’infanzia” – per esortarli a fare “ogni cosa possibile” per accrescere la consapevolezza su questa piaga e “meglio coordinare” gli sforzi legali e sociali “per salvare milioni di bambini e adulti”. Ancor di più, si legge nel messaggio, bisogna impegnarsi per “impedire” che tante persone siano vittime del traffico e “schiavizzate”. E nella stessa giornata, intervenendo a un incontro per i 50 anni della Popolorum Progressio, il Papa ha condannato quei “poteri politici che hanno schiacciato la persona, l’hanno massificata e privata di quella libertà senza la quale l’uomo non si sente più uomo”.
Nel ricordo di padre Viroche
Alla vigilia della Via Crucis per le ragazze schiave, il 6 aprile, all’Università LUMSA, a pochi passi dal Vaticano, sarà ricordato con una giornata di studio il sacrificio di padre Juan Viroche, il parroco trovato impiccato il 5 ottobre scorso nella sua chiesa a La Florida, nello stato provinciale di Tucuman, in Argentina. Padre Viroche (cui è dedicato il sito www.viroche.org) era impegnato contro crimini che tolgono il futuro alle giovani generazioni nelle periferie del Sud America, e aveva annunciato ai media locali di aver presentato una denuncia che indicava in alcuni politici e amministratori locali i capi di una organizzazione che rapiva e faceva prostituire le ragazze nei night: la banda fa capo a ex uomini dei servizi che hanno commesso crimini al tempo della dittatura, gli stessi che avevano minacciato l’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio, finito sotto scorta per aver dato asilo a ragazze fuggite dalle loro grinfie.