Papa Francesco e la programmazione della pace
Il monito del Santo Padre contro la resa dell'uomo di fronte alla guerra e il progetto internazionale di 'Scholas occurrentes', il coordinamento di scuole popolari da lui fondato quando era arcivescovo di Buenos Aires e che con l’elezione al Pontificato è diventato Fondazione vaticana con oltre 450 mila agenzie educative in 190 Paesi

“Qui, Padre, c’è la guerra, la prevaricazione, lo sfruttamento; ma sappiamo che Tu vuoi il nostro bene, perciò ti supplichiamo: sia fatta la tua volontà! Signore, sovverti i piani del mondo, trasforma le spade in aratri e le lance in falci; che nessuno si eserciti più nell’arte della guerra!”. Parafrasando il profeta Isaia, Papa Francesco ha pronunciato questa invocazione all’Udienza Generale del 20 marzo in piazza San Pietro, dedicata alle parole “sia fatta la Tua volontà” contenute nel Padre Nostro.
“Guai a noi – ha scandito il Papa – se, pronunciando queste parole, alzassimo le spalle in segno di resa davanti a un destino che ci ripugna e che non riusciamo a cambiare". Secondo Francesco, il Padre Nostro è "una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che non sono secondo il piano di Dio”.
E 24 ore dopo questo forte monito Papa Francesco ha lanciato il progetto internazionale “Programmando per la pace” promosso da “Scholas occurrentes”, il coordinamento di scuole popolari da lui fondato quando era arcivescovo di Buenos Aires e che con l’elezione al Pontificato è diventato Fondazione vaticana con oltre 450 mila agenzie educative in 190 Paesi.
Scholas ha l’obiettivo di coinvolgere le scuole pubbliche e private, di diverse confessioni religiose, nella realizzazione di un sogno: la cultura dell’incontro che a livello scolastico mira a trasformare il mondo in una classe senza pareti dove tutti i bambini, specialmente i più poveri, possano vivere e agire sotto il segno della pace e del bene comune.
Questi stessi temi sono emersi nel dialogo in videoconferenza tra Francesco e i ragazzi delle nuove sedi di Scholas Occurrentes: Panama, Cascais in Portogallo, Bucarest in Romania, Maputo in Mozambico e in Italia la pediatria del Fatebenefratelli di Milano e un monastero di benedettine nel cuore di Pistoia che promuove incontri con i ragazzi delle scuole locali.
Il germoglietto di Scholas Occurrentes
“Nel nostro giardino Scholas occurrentes rappresenta un ‘germoglietto’ che splende di grande luce”, ha detto la badessa rivolta a Francesco che le ha risposto: “Scholas è un germoglio. I giovani spesso non hanno dei leader giusti capaci di guidarli, perché li cercano al di fuori delle loro comunità. Quello che invece fa Scholas è proprio risvegliare le comunità giovanili e incoraggiarle a seguire quelle leadership che nascono al loro interno”.
Per il Papa “i giovani sono l’adesso di Dio. Abbiamo visto – ha spiegato – come in questi giorni i giovani di diverse città del mondo siano scesi in strada per difendere l’ambiente, per difendere la terra. I giovani hanno un potere inimmaginabile, sono creativi, non si deve addomesticarli. Loro non sono il futuro – ha scandito – sono il presente, l’oggi, l’adesso di Dio. Dobbiamo correggere questa espressione”.
La protesta deve portare a un impegno
Citando la recente mobilitazione per l’ambiente, Papa Bergoglio ha anche affermato: “È bene protestare, far valere le proprie ragioni, ma la protesta da sola non basta, bisogna costruire. E quando si lavora per fare qualcosa insieme, per costruire, è possibile che si commettano migliaia di errori, ma è meglio commettere errori facendo qualcosa piuttosto che commetterli stando con le braccia incrociate”.
“I giovani – ha ripetuto – non sono il futuro, sono il presente, l’adesso, l’ora di Dio”.
“Programmando la pace” è un progetto internazionale che coinvolge esperti dell’informatica e delle nuove tecnologie e consentirà a milioni di ragazzi nel mondo di imparare a “programmare” con un’ottica etica, impegnandosi ancora con più forza e entusiasmo per la ricerca della pace.
Con un click, Papa Francesco ha lanciato in Internet l’applicazione sviluppata da tre giovanissimi programmatori. Obiettivo dell’iniziativa è consentire a milioni di ragazzi di imparare a programmare e apprendere l’utilizzo delle nuove tecnologie con un’ottica etica ed impegnandosi per la ricerca della pace. Parlando con il Pontefice, gli stessi ragazzi hanno sottolineato come la programmazione si basi sulla ricerca della soluzione dei conflitti, sul persistere nonostante le difficoltà e sul lavoro collaborativo, cioè sui principi fondanti di Scholas.
Francesco ha esortato tutti ad impegnarsi nell’importante e difficile lavoro di “fare rete” condividendo competenze, professionalità e creatività ma anche dialogando con gli anziani, come hanno saputo fare i ragazzi che frequentano le suore del Monastero di Pistoia che “hanno dai 70 ai 90 anni e quindi non sono più giovanissime”. “E questa – ha sottolineato il Papa – è la sfida di oggi che i giovani devono affrontare: il dialogo con gli anziani, perché se i giovani vanno da soli, perdono le loro radici, perdono il senso della storia, perdono l’appartenenza. E i vecchi, se non possono dare tutto questo ai giovani, si sentono isolati e muoiono di tristezza”. Solo così, come si legge nel Libro del Profeta Gioele, "gli anziani faranno sogni e i giovani profeteranno, gli uni con l’aiuto degli altri".
L’incontro si è concluso con un gesto dal forte valore simbolico: i ragazzi presenti hanno riempito di acqua benedetta le loro anfore attingendo da un fonte e poi l’hanno distribuita a tutti Papa compreso. “Che Dio ci renda acqua viva” ha invocato infine Francesco che ha salutato uno ad uno tutti i presenti.
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