Nel messaggio per la Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato Papa Francesco prende esplicitamente posizione sullo ius soli e manifesta appoggio anche allo ius culturae in quanto chiede che sia riconosciuto il diritto a completare il percorso formativo nel paese d’accoglienza. “Chi partecipa – spiega monsignor Giancarlo Perego arcivescovo di Ferrara (e ex direttore di Migrantes) – ama la città, la tutela, la promuove. Chi è lasciato ai margini non si interessa della città”.
"Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati", questo il titolo del documento pubblicato a pochi giorni dagli attacchi terroristici di Barcellona, Turku, della Siberia e del Burkina Faso. Una circostanza casuale, ovviamente, ma il pensiero di Francesco in merito a "questa disumana violenza", dalla quale domenica all'Angelus ha invocato che Dio liberi in mondo, il testo del messaggio lo chiarisce molto bene e va esattamente nella direzione opposta del razzismo che impronta invece molte reazioni della politica, dalla Lega alla Casa Bianca, tanto per capirci.
Mentre diversi paesi occidentali erigono muri e scrivono codici come quello della Ue per le Ong, Papa Bergoglio scrive che “sarebbe opportuno prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti” ed afferma che “non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali”. “Accogliere – spiega – significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione. In tal senso, è desiderabile un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare". "Allo stesso tempo - aggiunge - auspico che un numero maggiore di paesi adottino programmi di sponsorship privata e comunitaria e aprano corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili”.
L'integrazione come unica strada possibile
“Il Papa come anche il cardinal Bassetti in un recente intervento - spiega monsignor Perego - indica accoglienza, percorsi di integrazione, cooperazione allo sviluppo, ricerca della pace e condanna della corsa agli armamenti (sono oggi 33 le guerre in corso che generano 8 milioni di sfollati e profughi), salvaguardia del creato (sono oggi 22 milioni i profughi ambientali) lotta alla tratta degli esseri umani (12 milioni di persone vittime)". Da parte di altre istanze, invece, denuncia il presule, "si compiono scelte ideologiche e populiste e non si affrontano con verità e realismo i problemi, quando si giudica i migranti senza mai aver letto una loro storia, quando egoisticamente ci si chiude, nascondendosi dietro la salvaguardia di un’identità”.
Il decreto Minniti e il codice per le Ong sono le misure adottate dal governo italiano, secondo monsignor “sono misure che non affrontano il problema reale che oggi per quanto riguarda le persone accolte è chiudere i grandi centri, accogliere in maniera diffusa negli 8.000 Comuni italiani, valorizzando al meglio le risorse sul territorio, inventando urgentemente percorsi di accompagnamento e integrazione, progetti di cooperazione allo sviluppo”, afferma l’arcivescovo per il quale “in riferimento alle Ong deve essere rispettato il loro diritto all’obiezione di coscienza alle armi sulle loro navi e, come fatto finora, valorizzare il loro contributo di salvataggio in mare delle persone (39% dei salvataggi lo scorso anno e quest’anno sono stati fatti dalle Ong), soprattutto in un momento in cui con la Marina militare e la Guardia Costiera italiana e con le navi di Triton entrano in campo nel Mediterraneo la nuova Guardia costiera libica di Tripoli e di Tobruk".
L'arcivescovo di Ferrara che deplora il Parlamento
Sul giornale di Ferrara, l'Estense, monsignor Perego parla di "comportamento deplorevole" del Parlamento in occasione della discussione sullo ius soli. "Nello specifico della modifica della legge sulla cittadinanza sono favorevole all’estensione dello ius soli e dello ius culturae (la cittadinanza dopo il completamento di un percorso di studi), perché questa favorisce la partecipazione dei ragazzi e dei giovani migranti alla vita della città”. “Spero – aggiunge il presule – che le promesse di un voto e di un’approvazione definitiva a settembre della modifica della legge sulla cittadinanza diventino realtà. Diversamente si continuerà democraticamente la battaglia per una nuova cittadinanza”.
Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, condanna la follia dei terroristi che si lasciano irretire dall’Isis ma denuncia anche la scarsa attrattiva che esercita la cultura europea sulle nuove generazioni di nordafricani, un dato che sollecita un esame di coscienza all’Occidente. “Avere un’identità, dei valori in comune, qualcosa per cui spendersi e giocarsi la vita è bello, importante e decisivo. Da questo punto di vista, l’Occidente sta un po’ arretrando, ma se l’alternativa è avere un’identità tale da impedirci di vedere l’altro, di capire l’altro e di comprendere che anche l’altro ha diritto di vivere, di quella identità, che sia islamica, cattolica o cristiana, io non so che farmene”, aggiunge il presule.
Il ricatto della paura
"Tutti insieme, pur con profondo turbamento, continuiamo con tutto il nostro impegno a lavorare per una cultura della convivenza e della pace e per costruire, nonostante tutto, la civiltà dell’amore. In fondo, è quello che desidera tutta la gente”, assicura da parte sua il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, commentando le ultime tragedie. Per vincere la paura, spiega il neo presidente della Cei, “bisogna far capire con chiarezza che chi compie questi efferati attentati ha proprio lo scopo di paralizzarci tutti con la paura: allora, bisogna reagire alla paura continuando a vivere, continuando i nostri giusti comportamenti di tutti i giorni, nella speranza che poi questo terrorismo possa essere affrontato con mezzi più efficaci, più giusti, perché in fondo siamo di fronte a delle situazioni anche del tutto imprevedibili”. Ma, aggiunge il cardinale, “io vorrei sottolineare che chi compie questi atti lo fa per seminare paura e la paura è la paralisi e quando arriva la paralisi in una società tutto può succedere. Allora, bisogna reagire per continuare a costruire quegli ideali di convivenza, di pace, di civiltà dell’amore nella quale noi crediamo e in cui crede ogni uomo di buona volontà”.
"Le imponenti migrazioni degli ultimi anni stanno creando in moltissimi italiani ed europei un forte senso di disagio e insicurezza: sottovalutarlo e non farsene carico sarebbe un errore. Ma sarebbe ancor più sbagliato alimentarlo", gli fa eco lo storico Franco Cardini, autore del volume di recente pubblicazione “L’islam è una minaccia? [Falso!]” (Laterza), docente di Storia medioevale all’Università di Firenze e in altri atenei europei ed extraeuropei. La tesi del libro si avvicina all'analisi di Papa Francesco: "che l’Islam sia una minaccia sta ormai diventando un dogma laico, diffuso dai Signori della Paura, i quali – per fini economici, ma anche in vista di vantaggi politici ed elettorali – sfruttano le insicurezze e i timori delle persone istigando all’odio. I loro metodi vanno smascherati".
La minaccia non e' l'Islam
"L’Islam è una religione che conta oltre un miliardo e mezzo di fedeli ed è quindi la seconda religione più diffusa al mondo, dato che i cristiani ammontano a poco più di due miliardi. I musulmani nella stragrande maggioranza sono insediati tra l’Africa occidentale e il Sud-est asiatico (nel senso della longitudine) e tra Caucaso, Asia centrale e Corno d’Africa (in quello della latitudine). Essi fanno parte, nella quasi totalità, di quell’85-90% del genere umano che, secondo i dati più recenti diffusi dall’ONU, vive gestendo appena il 10-15% delle ricchezze mondiali. E qui sta il punto", spiega il professor Cardini. "A mio giudizio - spiega - nella nostra epoca il vero nemico da battere non è l’Islam (che oggi è realtà polimorfa e in cammino per superare alcune contraddizioni) e neppure la sua tragica e brutale deformazione, il fondamentalismo islamico (che, ovviamente, va contrastato)".
Secondo Cardini, ed anche secondo la Chiesa, evidentemente, "il vero nemico, il verme che sta corrompendo la terra è l’ingiusta ripartizione delle ricchezze del pianeta, l’assurdo, osceno squilibrio di una umanità divisa tra pochi ricchi e una sterminata moltitudine di poveri". "Papa Francesco - rileva lo storico - non perde occasione di ricordarcelo: l’Enciclica Laudato si’, sotto questo profilo, è esemplare. La nostra economia uccide e occorre perseguire la giustizia, che non consiste solo in una equa distribuzione delle risorse ma passa attraverso un mutamento radicale di valori e stili di vita. E, aggiungo, attraverso, ad esempio, il rispetto del diritto internazionale. Mi riferisco - conclude - a quel comma importantissimo e sempre disatteso secondo il quale le ricchezze del suolo e del sottosuolo di una determinata area appartengono a coloro che lì sono insediati. Da quando, mezzo millennio orsono, è iniziato il colonialismo e quindi la globalizzazione (perché essa è iniziata allora) questo principio è stato costantemente violato. Ora siamo arrivati alla fase del redde rationem e l’imponente afflusso di migranti nel ricco Occidente ne è una delle espressioni più vistose. Il nemico da battere, lo ripeto, è questo ingiusto sistema economico: esso ha innegabilmente reso prospero l’Occidente, ma ha generato uno squilibrio che è ormai improscrastinabile curare, anche nel nostro stesso interesse. Invece, in Occidente, ci siamo concentrati di volta in volta su altri nemici che ci hanno distratto da quello più feroce: dapprima, tutto il male del mondo era causato dal nazismo e dal fascismo, poi, caduti quei regimi, tutte le colpe furono dell’Unione Sovietica e del comunismo; finito l’impero sovietico e il tramontato il comunismo, ora si è passati al fondamentalismo islamico (fingendo di non sapere che è stato tenuto a battesimo dalle potenze occidentali) e, più in generale, all’Islam".