Storia della Iena che se la ride e di una città (Palermo) che non la prende bene
Un cadidato sui generis, il sospetto che sia stato un bluff. E tutto finisce in rissa

A Palermo è stato rieletto sindaco per la quinta volta, caso unico in Italia, Leoluca Orlando. Hanno corso contro di lui in cinque e da giorni non si parla d'altro che di Ismaele La Vardera, la cui candidatura potrebbe essere stata un clamoroso bluff per realizzare un documentario. Lui ha smentito.
A sostenere che si tratti di un bluff è uno dei suoi candidati, Francesco Benigno, attore reso noto da “Mery per sempre”, un film di Marco Risi del 1989 che parlava di adolescenti problematici nel carcere minorile Malaspina di Palermo. Mercoledì pomeriggio sono intervenuti i Carabinieri in un comitato elettorale di Palermo dove c'è stata una colluttazione. Le versioni divergono: Benigno sostiene che La Vardera gli avrebbe confessato che aveva girato per tutta la campagna elettorale con telecamere e microfoni nascosti e che non avrebbe voluto davvero fare il sindaco, bensì stava realizzando un docufilm per raccontare la politica siciliana. I cameramen stavano riprendendo e alla richiesta di sospendere le riprese la compagna di Benigno sarebbe stata spinta e si è ferita. A questo punto Benigno avrebbe reagito. Alla fine alcuni di loro sono ricorsi alle cure dei medici e il candidato è finito con un collarino ortopedico e una cervicalgia da trauma.
La Vardera, che ha appena compiuto 24 anni, è un giornalista pubblicista e ha collaborato con Le Iene. La sua campagna elettorale era iniziata senza simboli di partito a gennaio con un video.
A marzo aveva ottenuto il sostegno di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni e di un piccolo partito chiamato il Centro Destra.
Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) ha detto di avere rifiutato di firmare la liberatoria per l'uso delle registrazioni del candidato qualche giorno fa. Matteo Salvini è stato tranchant: “Di certe buffonate non me ne occupo. Dei palermitani se ne occupano i palermitani”. Più colorito il referente locale della sua lista Francesco Vozza che lo ha definito “Infame”.
I voti raccolti dal candidato sono stati 7043 (2,59%) e sui social media molti palermitani si sono detti contrariati. Se si fosse trattato di una messa in scena il candidato rischierebbe sia di essere denunciato per truffa da chi ha versato contributi spontanei sia per l'articolo 294 del codice penale che parla di attentati contro i diritti politici del cittadino: l'espressione e i risultati del voto potrebbero essere stati condizionati.
Dopo ore di “No comment” un video ha espresso la posizione di La Vardera: non ci sarebbe nessun bluff, soltanto l'intenzione di documentare la campagna elettorale come, dice, ha fatto già Macron in Francia. Viene confermata la collaborazione al documentario di Davide Parenti de Le Iene.
In realtà già in campagna elettorale girava la voce che la candidatura servisse per un documentario e col senno di poi il manifesto utilizzato sembra una locandina.
La smentita del “candidato fake” è per evitare le denunce? Il dubbio rimane.