L'importanza di gesti come quello di Maria Rosaria Coppola
Non sarà rivoluzionario, ma ha lasciato il segno. A lei oggi spettano gli onori, ma ci si dovrebbe chiedere perché l'Italia sembra diventata così ostile con gli stranieri

Non sarà un gesto rivoluzionario quanto quello di Rosa Parks ma l'intervento della signora Maria Rosaria Coppola, 62 anni, a bordo di un treno della Circumvesuviana, contro un giovane xenofobo, ha lasciato il segno in un Paese sempre più diviso tra ultras ideologici.
"Tu non sei razzista, sei uno stronzo", ha apostrofato quel giovane che si lamentava della presenza sul vagone di alcune persone innocue che avevano la colpa di essere straniere. Lei non è riuscita a fare finta di nulla, al contrario di tanti altri che si preoccupavano solo di rientrare a casa propria. Ha reagito con uno straordinario coraggio di cui in tanti si stupiscono, persino lei.
"Capisco che in quella situazione è molto difficile intervenire, perché lì non sai con chi hai a che fare. Probabilmente quello con cui discuti è armato, probabilmente è uno con cui non si può ragionare. Mi sono resa conto solo dopo che forse l’ho provocato, perché lui voleva avere l’ultima parola. Certo, mi avrebbe fatto piacere che qualcuno fosse intervenuto", ha spiegato in un'intervista ripresa dal Corriere.
Chi ha pubblicato il video, diventato poi virale con oltre un milione di visualizzazioni in poche ore, ha spiegato però che qualcun altro pronto a intervenire c'era. Primo fra tutti "il muratore dell'Est" che le ha fatto da scorta quando doveva scendere in modo che non la toccasse nessuno e, forse, senza che nemmeno se ne accorgesse.
"L’Italia non è loro, è nostra!", gridava il giovane indicando il malcapitato che sul volto portava le fatiche della giornata che si concludeva nel peggiore dei modi e la rassegnazione di chi subisce un'ingiustizia insensata. Forse un poco lo avranno sollevato le risposte della signora Coppola: "Preferisco che sia la sua, non la tua".
Nel frattempo, mentre alla signora vengono consegnati i meritati onori (le ha telefonato per ringraziarla anche il presidente dell'Eav, l'azienda trasporti della Circumvesuviana), ci sarebbe da chiedersi non tanto di chi è questa Italia, ma quanto sia diventata ostile.
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