Il governo dei dati riguarda tutti. Ecco perché dovremmo leggere Datacrazia

Il libro, un’antologia di saggi a cura di Daniele Gambetta, è uno strumento utile per capire il mondo digitale

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Questo approfondimento è il primo di una serie che comprenderà alcuni libri da leggere e conoscere per orientarsi al meglio nel mondo digitale, in un momento storico nel quale tutto accade velocemente, a volte troppo freneticamente. Riuscire a capirci qualcosa solleticando il proprio senso critico e aumentando la conoscenza di un ambito che cambia spesso non è facile, ma può diventare affascinante quando si ha a disposizione dei buoni libri.

Il libro

Uno di questi è sicuramente Datacrazia, un’antologia di saggi a cura di Daniele Gambetta, che parla di politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data. Gambetta, per alcuni Gambit, è un giornalista freelance e ha collaborato con Il Manifesto, Motherboard, Fanpage, Pagina99, inoltre collabora col gruppo di ricerca indipendente HackMedia. La forma antologica di Datacrazia si presta meno alla recensione e più all’approfondimento del tema portante e unitario del libro.

Ho chiesto direttamente al curatore di spiegare il titolo ai lettori di AGI. Secondo Gambetta «"Datacrazia" è un termine probabilmente coniato dal sociologo canadese Derrick De Kerckhove. Nell’ultimo anno si è parecchio diffuso per indicare il governo "dei dati", o meglio un processo di governo compiuto "tramite i dati". Se stiamo o meno già vivendo in una datacrazia è proprio il tema dibattuto nell'antologia, attraverso i saggi che provano a trattare i vari aspetti della società e della produzione influenzati dalle nuove tecnologie, cercando il giusto equilibrio tra tecno-pessimismo e tecno-entusiasmo.»

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Tratto da Big Data Reality, Reddit

Il secondo quesito per Gambit è appunto relativo alla scelta della forma antologica, che consente di affrontare argomenti diversi, con punti di vista diversi, specifici degli autori, seppur col rischio di disperdere a volte l’attenzione del lettore. "Parlare di dati e algoritmi oggi significa parlare praticamente di tutto. Il modo più naturale per realizzare un testo sul ruolo dei big data ci è sembrato quello antologico, quindi coinvolgendo più autori e autrici afferenti a campi disparati. Datacrazia contiene saggi di economisti, ricercatrici, fisici, giornalisti, attivisti e musicisti, che provano a tessere dei fili rossi tra i vari ambiti". Praticamente un campione di soggetti che assieme contribuiscono a un lavoro multidisciplinare, coerente e ampio, sulla datacrazia, dalle scienze dure a quelle umanistiche.

Sempre nelle parole del curatore, "il mito della neutralità algoritmica, la criticità degli oligopoli di informazione, il dibattito sulla privacy, sono questi alcuni dei grandi problemi che riguardano ormai non solo l'utente standard delle piattaforme digitali, ma anche il ricercatore che deve ottenere dati per i propri studi, ugualmente all'artista che spesso finisce per trovare i propri contenuti saccheggiati e utilizzati da grosse piattaforme, che li riusano a piacimento per generare nuovi contenuti automatizzati, tramite intelligenza artificiale".

In questo senso è molto utile il Glossario Minimo posto alla fine di Datacrazia, non troppo esteso ma sufficiente a dare anche ai meno esperti una bussola per districarsi negli argomenti più complessi e talvolta controversi, come ad esempio il Social Credit: già utilizzato in Cina e percepito da noi occidentali come una banale storia di Black Mirror, ma infine sdoganato da Facebook. "A seguito dello scandalo di Cambridge Analytica finalmente il dibattito sul ruolo dei dati e delle piattaforme è esploso anche nei canali mainstream, rendendo evidente la necessità di un approccio critico e politico. Dati e algoritmi non governano solo i social network, ma ogni settore della produzione materiale e cognitiva, e in modo sempre più pervasivo tendono a influire sulla gestione delle relazioni personali, sulla comunicazione pubblica e privata. Provare a descrivere le dinamiche e i rapporti di forza in questi processi è senza dubbio più che mai necessario".

Datacrazia è in definitiva uno strumento utilissimo per capire il mondo digitale e infatti Daniele Gambetta sarà ospite a Cuneo nella primà metà di settembre prossimo all’evento culturale "Vite Digitali. Essere umani nella società del XXI secolo", organizzato dal Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo



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