Non sarebbe sbagliato affermare che la storia del nostro Paese, con il suo sviluppo, le sue crisi e i suoi cambiamenti, si può leggere facilmente nell’evoluzione del panorama delle costruzioni delle nostre città tanto quanto dalle infrastrutture che le collegano. Dalle torri che costellano i centri storici alle drammatiche voragini che ricordano il secondo conflitto mondiale – basti pensare alle immagini del quartiere San Lorenzo di Roma – dalla rete viaria nazionale fino alla proiezione futuristica dei grattacieli di CityLife a Milano.
La storia dell’edilizia italiana, con il cambiamento costante nel modo di pensare le costruzioni del Paese, si affianca in maniera quasi speculare alla Storia del nostro Paese e all’evoluzione della vita quotidiana dei suoi cittadini. E oggi, a fianco di un’Italia che ancora fatica a riemergere dalla crisi economica, ne esiste un’altra che fa fronte comune e prova a dare nuovo impulso ad uno dei settori più importanti del nostro paese, quello delle costruzioni.
La prima edizione del Forum Italiano delle Costruzioni (FIDEC) ha dato voce a imprenditori ed esperti della filiera delle costruzioni che - sfruttando i nuovi trend del settore e le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica - hanno avuto il coraggio e la capacità di reinventarsi e di ripartire. Un evento ricco di spunti e occasioni di confronto, promosso da ANCE e ospitato dal Palazzo del Ghiaccio di Milano, per connettere i diversi attori del mondo dell’edilizia con l’obiettivo di individuare buone pratiche e strategie per costruire il futuro del settore, con nuove opportunità di sviluppo per il sistema Paese.
Comprendere i nuovi rapporti globali e creare sinergie fra gli attori della filiera delle costruzioni è un elemento decisivo per rispondere alle sfide di un mondo in rapido mutamento. L’iniziativa “Digital Construction” è l’emblema di questo nuovo approccio al settore: il progetto, creato dalla past president di ANCE Giovani Roberta Vitale, nasce per coinvolgere tutti gli operatori nell’innovazione tecnologica del settore, sviluppando occasioni di business e strategie per governare il cambiamento in modo condiviso.
Tema particolarmente forte, all’interno dei panel e delle tavole rotonde del FIDEC, è stato quello dell’innovazione digitale e tech nel settore. Nei vari slot si è parlato non solo di BIM (Building Information Modeling, al centro della collaborazione tra il Politecnico di Torino ed ANAS) ma anche di smart housing e di digitalizzazione efficiente, con soluzioni e sensori smart.
Dei cambiamenti e dei nuovi processi produttivi nelle costruzioni, ha parlato, tra gli altri l’imprenditrice Silvia Ricci, raccontando la scelta audace di intraprendere un’operazione di minibond per l’innovazione nel rischio sismico in Italia. I cambiamenti, infatti, investono ogni aspetto del settore delle costruzioni, dalla riorganizzazione dei processi alla cura del rapporto con i clienti, fino alla scelta di investire in nuovi mercati.
Nel panel che ho avuto l’opportunità di moderare ci siamo confrontati con Gaetano Vecchio e Giuseppe Provvisiero, imprenditori che hanno deciso reinventare le loro attività, internazionalizzandosi e creando opportunità di business all’estero basate sull’expertise italiana. “Il principio da cui siamo partiti è che, purtroppo o per fortuna, oggi andare all’estero non è più un’opportunità ma una necessità” mi hanno raccontato, spiegando come la scelta di spostarsi fuori dall’Italia, senza dimenticare però che “il mercato estero non è l’idillio che molti pensano”.
Business delle imprese e delle aziende sul mercato privato, ma anche nuove possibilità offerte dal settore pubblico: Regina De Albertis, neoelettra presidente di ANCE giovani, ha parlato del placemaking che la sua azienda ha avviato per quello che sarò una grande città giardino all’interno di Milano, il nuovo quartiere “Sei Milano”.
Il Forum Italiano delle Costruzioni è stato, in conclusione, non solo un momento importante di confronto, ma un vero e proprio punto di svolta da cui ripartire, nella mentalità degli operatori del settore delle costruzioni e nell’approccio olistico al comparto edilizio.
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Sono emerse nuove prospettive e modi innovativi per creare benessere, ricchezza e sviluppo, e realizzare progetti per ripensare e innovare gli edifici, gli spazi urbani, le infrastrutture. Il tutto all’interno di un percorso costruttivo, in cui il mondo delle imprese affianchi le istituzioni nello sviluppo di normative e best practice per rispondere alle esigenze dei cittadini e dei committenti pubblici. Per costruire - rubando le parole usate da Giorgio La Pira nel pieno del Boom economico (ed edilizio) italiano – “Non case, ma città”.