L'arte 'non dorme', viaggia nelle emozioni umane, come creatività che apre il cuore e la mente e soprattutto, la conoscenza del mondo, dei paesi, di continenti ed emisferi diversi. Arte non come 'business' ma come metafora della vita, arte non di consumo, non saggio critico, ma come 'sguardo dal di fuori', leggero e a volte anche divertito.
"L'arte che non dorme" è un libro appena pubblicato da DeriveApprodi e che nasce dalla penna di Mario Palma, diplomatico e attuale ambasciatore d'Italia in Bangladesh, ma soprattutto profondo conoscitore del mondo asiatico, con alle spalle incarichi a Pechino. Tokyo e Taipei.
Come solo qualcuno che ha tanto viaggiato e tanto conosciuto può fare, Palma, come lui stesso si definisce, è un vero "amante dell'arte e un amico degli artisti'. "L'angolo da cui mi sono abituato a spiare l'arte non è neppure - ci mancherebbe altro - quello del consumatore, perché l'arte come bene di consumo non mi ha mai minimamente interessato. Il mio è semplicemente il punto di vista di un amante dell'arte". "Ho capito che parlare di arte vuol dire anche parlare di se stessi e della propria capacità di guardarla, della propria capacità di leggerla e interpretarla".
Il libro è un excursus a 360 gradi, dalla 'Decollazione del Battista' di Giannicola, al 'Dejeneur sur l'herbe' di Manet, alle opere dei artisti piu' moderni e meno conosciuti. Molte citazioni e frammenti che dall'antichità di un'Italia piena di opere d'arte d'eccezione, riscoprono quei dettagli meno conosciuti al grande pubblico ma essenziali per tirare le fila di un discorso umano che arriva fino alle opere più moderne e contemporanee.
Moltissimi gli artisti asiatici citati, pakistani, bengalesi, indiani, portatori al mondo di una cultura altra. Tra questi il pakistano Khadim Ali che con The Arrivals of demons, tocca un tema di estrema attualità, quello dei migranti, raffigurandoli come demoni che minacciano l'ordine sociale. Nel libro non mancano le esperienze estetiche dei film, come 'Centochiodi' di Ermanno Olmi, e i riferimenti all'attualità del Paese dove Palma vive da quattro anni: la strage di Dacca al ristorante di Gulshan, ricordata attraverso un acrilico di Giancarlo Vitturini, legato tristemente alla memoria dello scrittore che ricevette la notizia dell'attacco terroristico mentre, nella sua residenza, mostrava il dipinto ad alcuni ospiti.
Un Bangladesh minacciato dall'estremismo che si rispecchia nell'opera di Kanak Chanpa, artista originaria di Chittagong che denuncia nella sua opera gli attacchi dei fanatici come quelli del 2012 a Ramu nel distretto di Cox's Bazar. Ma prima ancora un Paese che vive delle ispirazioni di Sultan, artista bengalese che traspone l'estetica rinascimentale in pitture a olio si agricoltori e pescatori del Bangladesh, dando ai loro corpi i colori e la muscolarità degli artisti italiani del Rinascimento.
La riflessione di Palma si dipana con originalità anche tra le raffigurazioni dell'albero della vita, simbolo e metafora antica in tutta l'Asia, e da lì arriva, in una ricerca di similitudini e contrasti, a configurare un' 'estetizzazione della violenza' dei nostri giorni, con richiami alle Torri gemelle e alle immagini cruente che lo Stato Islamico far scorrere sul web.
Un filo che si snoda tra frammenti non solo delle arti pittoriche e scultoree, ma anche provenienti della letteratura e dalla musica. Un'immersione completa nell'arte, da non perdere, dall'Europa e dall'Occidente fino all'Asia, che apre al lettore orizzonti umani diversi e inaspettati.