Riuscirà Amazon a rubarci la magia del Natale?
Il colosso delle vendite online vuole sfondare anche nel settore degli alberi di Natale naturali. E non illudetevi che la cosa non vi riguardi solo perché avete in cantina quello di plastica

Avete presente quel giorno speciale in cui vostro padre vi diceva: "Coraggio, andiamo" e fuori l'aria sapeva di buono e di neve, di freddo e di legna nei camini? E poi sentirsi piccoli nell'enorme abitacolo del pick-up e l'emozione di varcare la soglia del vivaio dove a decine stavano ad aspettare solo voi, che li sceglieste, indicandoli con un dito in mezzo a quella foresta odorosa di resina? Non l'avete presente? Certo che no, a meno che non siate cresciuti da qualche parte tra Seattle e Boston, nel qual caso questa sensazione vi è familiare come il tacchino per Thanksgiving o gli aromi delle Yankee Candle per tutta la stagione delle feste.
Nell'ipotesi, molto più realistica, che siate italiani, il ricordo che associate all'albero di Natale è di vostro padre che si arrampica sul soppalco o scende giù in cantina per tirare giù o portare su un bell'alberello di plastica che comunque illuminerà il vostro Natale tanto quanto un maestoso abete preso in una fattoria U-Cut.
In questo caso non avete di che preoccuparvi: Amazon non vi ruberà la magia del Natale. Molto più a rischio è invece quella memoria collettiva tutta statunitense del rito della scelta dell'albero. Al momento, secondo un dato citato da Quartz, solo l'1, massimo 2% dei consumatori acquista i propri alberi online. La maggior parte percorre la via tradizionale: comprandoli da venditori nei parcheggi, sui marciapiedi o nei vivai. Ma ora che Amazon vende persino i tacchini del Ringraziamento c'è da scommettere che gli alberi di Natale saranno i prossimi.
Finora quello che ha arginato il business dell'albero online è il fatto che per la maggior parte delle persone, le considerazioni più importanti siano l'altezza e la specie. Il rischio di ordinare un albero senza vederlo è che vi ritroviate in salone un affare come quello che a Natale scorso dal cuore di Roma fece sghignazzare mezzo mondo.
Ma se Amazon fosse in grado di offrire alberi dall'aspetto decente (simmetrici e non troppo spelacchiati), potrebbe sfondare anche su questa linea. E non sarebbe una vittoria della democrazia, perché in un posto come New York, per citare un esempio fatto dal NYT, non solo il business dell'albero di Natale permette agli agricoltori di alzare qualche soldo in più in una stagione notoriamente magra, ma nei quartieri della città i prezzi sono decisi in base al reddito di chi ci abita, così che chiunque voglia un albero possa permetterselo.
Certo, anche senza Amazon il venditore stagionale di alberi di Natale è già minacciato dalla concorrenza della grande distribuzione e dell'aumento siderale degli affitti dello spazio sul marciapiede, ma il punto non è solo questo: un pezzo di tradizione è destinata a essere lentamente e inesorabilmente erosa.
Ma a noi italiani che ci importa? Niente, se consideriamo che, secondo la Coldiretti, nel 2017 quasi due terzi di quell'88% di popolazione che ha fatto l'albero ha tirato giù dal soppalco (o su dalla cantina) il vecchio surrogato di plastica. L'anno scorso c'è stato un sensibile incremento degli alberi veri, circa il 3%, che ha portato il totale a 3,8 milioni, ma sono tanti i fattori che frenano la scelta dell'albero di legno a favore di quello di plastica, non ultimo la convinzione che si depauperi in qualche modo il patrimonio boschivo.
Bene: non è questo di cui dovete preoccuparvi, perché gli alberi naturali sono coltivati soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi. Un albero di plastica, inoltre impiega un paio di centinaia di anni a degradarsi e a meno che non abbiate intenzione di trasmetterlo di generazione in generazione come le lenzuola di lino della trisavola...
Il dibattito comunque si sta spostando da 'albero vero/albero finto' a 'vivaio/online'. E che siate cresciuti a Buffalo o a Busto Arsizio. non dimenticate quello che sta succedendo ai negozi di giocattoli. Pensate al fatto che per la comodità di scegliere da casa stiamo rinunciando alla magia che illumina lo sguardo di un bambino portato in quella specie di paradiso terrestre che sono i negozi pieni di Lego, di bambole, di Playmobil e di Transformers. Pensate alla differenza che c'è tra lo sguardo fisso sullo schermo di un tablet e quello di un bambino che scorre la maestosità di un abete dalle radici alla cima. Pensateci, prima di premere il pulsante 'acquista ora', che sia un abete o una Barbie.
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