Giovedì il direttore mi chiama e mi dice: "Già che ci sei...". Quando un capo comincia così, di solito, ti sta mollando una fregatura, e invece questa volta la cosa è divertente: l'aeroporto di Helsinki ha appena vinto il premio come miglior scalo del mondo secondo Travellink ed eDreams e un influencer cinese ci vivrà per un mese per provare che sia davvero il top. Io devo fare la mia personale recensione per l'Agi e vedere cosa avrà mai di tanto speciale questo Helsinki Vantaa. Spolvero tutta la mia innata cattiveria e comincio l'esame.
Quanto è faticoso orientarsi?
Premetto che a me stare negli aeroporti piace: sarò strana, ma girare tra gate e negozi mi fa già pregustare il viaggio. ll mio volo Finnair è in overbooking e quindi arrivo molto presto così ho anche più tempo per curiosare. Dall'esterno la struttura è carina, non grande, ma elegante. Legno chiaro, acciaio, vetro, tanta gente e tanti negozi. Oddio, non sarò capitata in un centro commerciale scandinavo? L'atrio del terminal 2 è piccolo, affollato ma con molti totem per il check-in e le indicazioni sono chiare e si individua subito qual è la via per superare i controlli.
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In poco tempo mi metto in fila, davanti a me ho solo tre persone anche se un po' pasticcione e dopo cinque minuti ho già superato il metal detector: un buon tempo ma non diverso da quello di Fiumicino. Unica nota dolente, mancano le babbucce di plastica da indossare quando ci si devono togliere le scarpe. Uffa...
Effetto cento commerciale senza scale mobili (purtroppo)
Eccomi nella zona degli imbarchi. Gate, negozi e ristoranti sono disposti lungo corridoi, tutto è raccolto e facilmente raggiungibile: l’effetto centro commerciale al sabato pomeriggio è assicurato. I bagni sono parecchi, essenziali ma puliti e razionali. Nel paese della Nokia caricare il cellulare o il tablet non è un problema: ci sono più prese per la corrente che lampadari! Davanti a molti gate (tranne al mio, ovviamente...) ci sono sedie, qualcuna riservata a disabili e anziani, poltrone-ufficio, monitor con le indicazioni e colonnine con prese elettriche. E com’è ormai naturale c'è un'area per i bambini, alcune salette fumatori (piuttosto mefitiche, come sempre) e una zona con sdraio per chi deve fare lunghe attese e vuole schiacciare un pisolino.
Molte sono le scale, tutte in legno nordico, pochi gli ascensori e questo per chi, come me, è un giocoliere che si deve trascinare dietro trolley, borsa, regaletti e computer portatile è un po' un problema. Molto salutare ed ecologica la scala, per carità, ma io adoro quella mobile...
La folla è tantissima e gira per i corridoi bassi e chiari e per i numerosi e forniti negozi con aria rilassata. Forse un po' troppo rilassata: io, che penso di avere realizzato più volte il miglior tempo europeo sul percorso dal check-in al gate, mordo un po' il freno. Grazie al cielo le indicazioni sono ottime, in diverse lingue (anche russo, cinese e giapponese per accogliere i tanti asiatici che scelgono questo scalo) e quindi l'arrivo all'imbarco è agevole. Credo che qui sia abbastanza difficile, anche volendo, perdere un volo.
Non un cinque stelle, ma...
Non entro nella sala vip, so che ha una favolosa sauna, ma mi limito a sognarla con il naso appiccicato alla vetrina. Trovo però una spa anche per noi poveri tapini dell'economy, i prezzi sono accettabili in un Paese che è mediamente caro, ma devo scrivere, sennò il capo mi sgrida, mannaggia: nemmeno stavolta ho tempo per un massaggio. Sono le tre e mezza, tra un po' imbarcano il volo. Giusto un salto per comprare un paté di alce da portare come simpatico (!) scherzo ai colleghi e poi si parte. Qualche minuto di ritardo, ma il volo decolla all'ora prevista.
Beh, alla fine la valutazione non è da cinque stelle, ma è buona: gli spazi sono piccoli, ma ben disposti, qualche piccola pecca c'è, ma si nota che si tratta di un Paese civilissimo, attento al cliente e alle sue esigenze. Ammetto di non aver avuto tutti gli elementi per giudicare: non avevo una connessione tra due voli, non ho dovuto attendere i bagagli, non ho visto le vip lounge. Quindi il giudizio finale è più che buono, ma negli anni ho visto aeroporti più belli, da Seul a Dubai, e ho sempre nel cuore i miei preferiti: Amsterdam e Monaco. E poi lo confesso: sarò campanilista, ma a me non dispiace Fiumicino. Sarà che quando atterro mi sento già un po' a casa con pantofole, famiglia, gatto, tante cose da raccontare e nuovi viaggi da sognare...