I lettori sono tipi strani. Quelli forti, poi, sono ancora più strani. Sono capaci di riempirsi la casa di libri, ammassandoli senza ordine apparente e di ritrovare quel preciso volume in quella precisa posizione in un paio di secondi mentre a chiunque altro servirebbe una specializzazione in speleologia.
Io non so se Jeff Bezos pensasse a loro quando ha inventato il Kindle, perché se lo ha fatto, di sicuro non ha tenuto conto di alcune peculiarità che fanno di questa categoria una specie di setta di cultori di riti strani. Ci sono quelli che non vanno avanti senza mettere le orecchie alle pagine e quelli che diventano idrofobi se ne trovano una. Quelli che sottolineano i passaggi e quelli che se trovano un solo segno di matita sclerano. Quelli che sugli scaffali li ordinano per titolo, per autore, per casa editrice, per colore della copertina…
Con loro l’ebook non sfonderà mai, anche se stando alle cifre di gennaio 2016 Amazon da sola ne vende più di un milione al giorno. Portarsi in vacanza ‘La scuola cattolica’ può costare il sovrapprezzo sul biglietto di Ryanair, ma non rinunceranno mai “alla sensazione che dà la carta tra le dita” o al fatto di avere a portata d’occhio tutti quei bei titoli uno accanto all’altro. Anche solo per ricordarsi, scorrendoli, le emozioni che hanno donato.
Eppure forse una soluzione c’è e l’ha trovata una piccola casa editrice italiana, Casa Sirio che ha lanciato una campagna di crowdfunding su Eppela. L’obiettivo è raccogliere 3.000 euro che saranno utilizzati per sviluppare il software di diffusione e invio degli eBook (che CasaSirio ha già, ma in una versione beta, funzionale ma non soddisfacente a livello di design).
Già vedo qualcuno storcere il naso: c’è bisogno di fare una campagna di crowdfunding per raccogliere tremila euro? Forse no, ma il punto non è questo. Il punto è che prima di lanciarsi nell’avventura quelli si Casa Sirio hanno fatto una piccola indagine – poco più di mille lettori – per capire perché l’ebook in Italia non si vende. Ne è venuto fuori che il 79% non è contrario al libro elettronico, ma il 66% ha bisogno di qualcosa di tangibile e toccabile. I motivi sono variegati:
- c’è chi non è disposto a spendere un soldo per qualcosa che non può toccare
- chi non avrebbe mai la possibilità di regalare il foglio di carta che certifica l’acquisto dell’eBook
- chi ha bisogno del libro anche per archiviarlo nella propria libreria
- chi ama scrivere le frasi che ha più amato o ha bisogno di prendere appunti mentre legge.
Non solo: un buon 35% dei lettori forti ha bisogno di una libreria di riferimento e di un libraio che li guidi e consigli. E il libraio non può né consigliare né vendere qualcosa per cui non è attrezzato o per cui il guadagno sarebbe così irrisorio da non valere il tempo impiegato. Inoltre c’è la cronica avversione degli italiani a fornire i dati della propria carta di credito su internet.
L’uovo di Colombo di Casa Sirio è un oggetto che è a metà tra l’agendina Moleskine, il libro e l’ebook. Funziona così: si va in libreria, si sceglie (o ci si fa consigliare) la lettura giusta e invece di comprare il volume cartaceo, si acquista alla cassa una sorta di elegante taccuino che ha la copertina identica a quella del libro tradizionale, ma all’interno solo pagine bianche, a eccezione di un QrCode e di qualche contenuto extra. Si inquadra il primo con la fotocamera del cellulare: così il libro appena acquistato viene mandato via mail al nostro ebook reader (che sia un iPad, un Kindle, un Kobo o chissà cos’altro non importa) e ci si gode il resto. Con un’intervista esclusiva all’autore, ad esempio. O con i capitoli tagliati (un po’ come si fa con le scene extra sui dvd). E le pagine bianche possono servire a ricopiare le frasi che ci hanno colpito o qualunque cosa si voglia scrivere, disegnare, appuntare. L’ebook resta nel reader e in libreria si affiancano l’uno all’altra i titoli che si sono letti, come se fossero libri comuni, ma con una personalità unica.
Non so se il crowdfunding funzionerà, né se il progetto avrà successo. Quello che so è che se gli editori ne coglieranno le potenzialità, gli autori si presteranno al gioco degli ‘extra’ e i lettori abbandoneranno qualche rigidità, alla fine ne trarranno vantaggio tutti, soprattutto le librerie indipendenti che forniranno un servizio in più senza rinunciare a quell’elemento umano che le rende un’esperienza, prima ancora che un negozio.