Le previsioni di una domanda in rallentamento hanno avuto la meglio sul fatto che i produttori si stiano organizzando per diminuire l'estrazione. Bastano queste due righe con cui gli analisti spiegano il ripiegamento delle quotazioni del greggio per capire il clima che si respira tra gli operatori di commodity. Al taglio della domanda per i timori che, dopo le tensioni in Argentina e a Hong Kong, rendono sempre più minacciosa una nuova recessione globale, bisogna aggiungere l'aumento della produzione statunitense che, di fatto, sta annullando i tagli dell'Opec Plus.
Il boom della produzione di shale oil negli Stati Uniti ha continuato a scalfire gli sforzi per ridurre l'eccesso di offerta abbattendo i prezzi. Secondo le previsioni della Energy Information Administration (Eia) la produzione di petrolio proveniente dalle sette principali aziende operanti nel settore dovrebbe aumentare di 85.000 barili al giorno a settembre, toccando il record di 8,77 milioni di barili.
Ma l'Arabia Saudita sarebbe interessata a far risalire i prezzi anche in vista della quotazione di Saudi Aramco, progetto tornato d'attualità. "Saudi Aramco starebbe guardando ancora una volta alla Ipo. Per questo l'Arabia Saudita ha un interesse ancora maggiore per i prezzi del greggio e ridurrà la propria produzione di conseguenza", dichiarano gli analisti.
Ricapitolando. Giovedi scorso 8 agosto, Bloomberg ha fatto filtrare la volontà dell'Arabia Saudita di voler incontrare gli altri partner dell'Opec Plus per procedere a ulteriori tagli dopo quelli decisi (1,2 milioni di barili al giorno) all'inizio di luglio. Riad ha detto inoltre che a settembre taglierà l'export di 700.000 barili al giorno mentre Mosca ha confermato l'intenzione di collaborazione per mantenere i prezzi in equilibrio.
Queste notizie avevano fatto rimbalzare le quotazioni con il Wti che era salito del 2,8% mentre il giorno prima erano scese ai minimi da 7 mesi. Venerdì inevce è arrivata la doccia fredda con l'Aie che ha spento gli entusiasmi. L'Agenzia internazionale dell'Energia ha tagliato le stime sulla domanda globale di petrolio a causa della guerra commerciale tra Usa e Cina. L'Aie ha previsto nel 2019 una richiesta di petrolio di 1,1 dall' 1,2 precedente. L'Agenzia ha riscontrato che le prospettive per la domanda globale di petrolio sono "fragili". Inoltre da gennaio a maggio, il consumo mondiale e' aumentato solo di 520.000 barili al giorno, il ritmo piu' lento dal 2008.