Perché spegnere una lampadina fa bene al mondo

Piccoli gesti consentono a ognuno di noi di dare un contributo alla lotta contro il riscaldamento globale

Perché spegnere una lampadina fa bene al mondo

L’efficienza energetica rappresenta l’altra faccia della medaglia del mondo dell’energia. La produzione e la generazione rappresentano infatti le modalità con cui si trovano le fonti da cui attingere l’energia. Con l’efficienza si percorrono le strade per consumarne meno: spegnere le lampadine quando si esce da una stanza, chiudere le finestre se si accende il condizionatore, utilizzare il car sharing o i mezzi pubblici se si va a fare una passeggiata in centro. Insomma il contributo che ognuno di noi può dare per consumare meno e fermare il cambiamento climatico. L'efficienza energetica – si legge nella Strategia energetica nazionale (Sen) - contribuisce trasversalmente a raggiungere gli obiettivi ambientali di riduzione delle emissioni e garantire la sicurezza di approvvigionamento attraverso la riduzione del fabbisogno energetico.

L’efficienza infatti è stata ed è tuttora oggetto di una fitta regolazione italiana ed europea. Da ultimo la nuova direttiva dedicata agli edifici (EPBD, Energy Performance of Buildings Directive) che fa parte del pacchetto legislativo proposto l’anno scorso dalla Commissione per promuovere le tecnologie pulite e ridurre le emissioni di anidride carbonica. Come spiega un articolo di Quale energia “gli Stati membri dovranno accelerare i piani di rinnovamento edilizio, definendo strategie di medio-lungo termine con traguardi intermedi al 2030, 2040 e 2050 e indicatori per verificare i progressi ottenuti, ad esempio dei tassi annuali di rinnovamento o dei limiti ai consumi energetici per metro quadrato. Gli edifici assorbono circa il 40% di tutta l’energia consumata ogni anno in Europa: le misure di efficienza in questo settore, quindi, sono fondamentali per diminuire gradualmente l’utilizzo di combustibili fossili con relative emissioni inquinanti”.

L’Italia è tra i leader in Europa in questo campo con un livello d’intensità energetica di quasi il 17% inferiore della media Ue, dato particolarmente positivo perché tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più è alta l’efficienza energetica del Paese, spiega l’Enea nel Rapporto sull’efficienza 2017. Lo studio evidenzia che l’Italia ha rispettato l’obiettivo definito per il 2016 e ha raggiunto il 41% dell’obiettivo di risparmio al 2020:  tra gli strumenti per promuovere l’efficienza si sono rivelati particolarmente efficaci i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche, i cosiddetti ecobonus, utilizzati soprattutto per interventi di isolamento termico degli edifici, la sostituzione di serramenti e l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.

Anche secondo il rapporto dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano l’Italia è posizionata bene. Nel 2016 il totale degli investimenti in efficienza energetica realizzati è stato pari a circa 6,1 miliardi di euro.  Il mercato sta mostrando segnali positivi: gli investimenti negli ultimi 5 anni hanno seguito una tendenza positiva (+8% rispetto al 2015). “L’Italia – si legge nel rapporto - sembra finalmente pronta a compiere quel cambio di passo decisivo per far assumere al comparto dell’efficienza energetica un ruolo pivotale nello sviluppo strategico del settore energetico del nostro Paese”.



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