Perché l’avvio della produzione del giacimento Zohr è importante per Eni e non solo

Il mega giacimento renderà l'Egitto indipendente dal punto di vista energetico

Perché l’avvio della produzione del giacimento Zohr è importante per Eni e non solo
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 Eni, produzione gas di Zohr in Egitto

Immaginate una città grande come Firenze. Zohr, il mega giacimento messo in produzione a tempo di record da Eni, ha circa la stessa estensione (100 km quadrati) del capoluogo toscano. Certo, nell’area non ci sono i capolavori di arte e l’architettura rinascimentale ma solo mare. Sotto al fondale, tuttavia, è racchiusa un’immensa quantità di gas (850 miliardi di metri cubi) che renderà l’Egitto indipendente dal punto di vista energetico con conseguenze importanti per lo sviluppo di tutta quell’area geografica. Una cifra notevole, pari a 12 anni di consumi italiani di gas (circa 70 miliardi di metri cubi all’anno). “Questa scoperta trasformerà il panorama energetico dell'Egitto, permettendo al paese di diventare autosufficiente e trasformarsi da importatore di gas naturale in futuro esportatore”, ha osservato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Tali potenzialità, sono state illustrate pochi giorni fa anche dal ministro del Petrolio egiziano Tarek El Molla: “Grazie alla scoperta del giacimento Zhor sarà possibile realizzare l'hub energetico del Mediterraneo orientale. Abbiamo un’ottima ubicazione geografica e le infrastrutture necessarie. La cosa più importante è che i paesi limitrofi siano con noi. Dovremo integrarci l'uno con l'altro". Ecco, il punto chiave: la collaborazione in un’area dove le tensioni sono sempre state frequenti. "I Paesi dell’area – ha ripetuto più volte Descalzi - hanno bisogno l'uno dell'altro. Possono condividere strutture e lavorare insieme. Quando l'energia mette insieme le persone, è una cosa buona. Questo potrebbe essere un caso molto positivo per creare buone relazioni". La creazione di un hub energetico del Mediterraneo porterebbe vantaggi all’Europa, continente sviluppato ma povero di energia e all’Africa che, al contrario, ha molte risorse energetiche ma non ne ha accesso.

Ecco, quindi, che in quest’ottica, l’avvio della produzione di del giacimento, ha una valenza strategica.  Quella di Zohr è una storia iniziata nel 2012, quando le 15 aree di ricerca del giacimento egiziano entrano in gara. Fino ad allora la perforazione dei pozzi nell’offshore mediterraneo non aveva dato buoni risultati ma in quel momento Eni doveva decidere in fretta se partecipare alla gara. Il monitoraggio rivela che il blocco 9 nasconde una roccia-serbatoio. Questo è sufficiente per orientare la decisione. Ad agosto 2015 Zohr diventa una scoperta sensazionale, la più grande mai effettuata in Egitto e nel Mar Mediterraneo e potrà soddisfare la domanda egiziana di gas naturale per decenni. In meno di due anni e mezzo Eni l’ha reso produttivo, un tempo record per questa tipologia di giacimento. La scoperta si trova nel blocco di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto a circa 190 chilometri a nord di Port Said.

Quando si parla di Zohr è necessario accennare anche al modello adottato dall’Eni: il “Dual Exploration Model” che viene applicato dal 2013. Questo approccio si basa su un principio semplice: mentre si accrescono le riserve di idrocarburi attraverso l’esplorazione, si trae vantaggio dalla cessione anticipata di quote di minoranza, mantenendo comunque il controllo dell’asset. Conducendo in parallelo le fasi di esplorazione e di sviluppo, il time-to-market è più rapido e c’è una riduzione dei costi per la messa in produzione delle scoperte e un cash flow anticipato. Questa combinazione ha permesso a Eni di generare tra il 2014 e il 2017 circa 9 miliardi di dollari dalle attività di esplorazione. Proprio sfruttando tale modello di sviluppo, Eni in questi due anni e mezzo ha ceduto a Rosneft il 30% e a Bp il 10%, restando in maggioranza con una quota del 60% nella concessione Shorouk (dove si trova Zohr). E anche grazie al giacimento egiziano il Cane a sei zampe ha raggiunto il record di produzione di tutti i tempi. (1 milione e 920 mila barili di olio equivalente al giorno). 



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