La decisione sull’abolizione dell’ora legale è, per ora, rimandata. La risoluzione presentata nella sessione plenaria dell’Europarlamento “è uscita fortemente ridimensionata”, come scrive Il Sole 24 Ore.
La misura – proposta da due europarlamentari, il ceco Pavel Svoboda e la francese Karima Delli – non chiede più il cambio d’orario ma “invita la Commissione a condurre una valutazione approfondita e se necessario a formulare una proposta di revisione” della direttiva che regola il passaggio tra ora solare e ora legale.
Il tema ha spaccato il Vecchio Continente tra i Paesi del Nord Europa favorevoli all’abolizione perché a detta di molti spostare le lancette due volte all’anno provocherebbe disturbi del sonno e dell’umore. "Turbare due volte all'anno l'orologio interno degli individui porta danni alla salute - sostiene l'eurodeputata verde finlandese Heidi Hautala - la nostra richiesta è basata su decine di studi".
Gli Stati del Sud, al contrario, vorrebbero lasciare le cose come sono e ritengono l’abolizione inutile. I due europarlamentari, a supporto della loro tesi, hanno portato numerosi studi scientifici che non sono riusciti a dimostrare alcun effetto positivo dal cambiamento di ora. Evidenziando al contrario le conseguenze negative sulla salute, sull’agricoltura e (perfino) sulla sicurezza stradale. Secondo Svoboda e Delli inoltre l’abolizione dell’ora legale avrebbe effetti positivi sull’economia e sulla produttività del lavoro.
Non è solo questione di buonumore
Al di là del buonumore che mette, per noi popoli del Mediterraneo, uscire di casa o dal lavoro alle 9 di sera e vedere ancora i raggi del sole, lo spostamento in avanti delle lancette è stato adottato fondamentalmente per risparmiare energia. L’idea originaria appartiene a Benjamin Franklin, scienziato, tra i Padri fondatori degli Stati Uniti che nel 1784 la pubblicò sul Journal de Paris con l’obiettivo di tagliare la spesa per le candele. Ma il problema di risparmiare energia si è posto soprattutto in tempi di crisi tanto che venne istituita per la prima volta nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, dalla Germania, subito seguita da altri paesi europei e dagli Stati Uniti. Da quel momento fu adottata anche durante il Secondo conflitto mondiale e negli anni dello shock petrolifero.
In ogni caso, all’Italia l’ora legale, dal 2004 al 2017, ha fatto risparmiare quasi 1,5 miliardi di euro. Secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese è stato complessivamente di circa 8 miliardi e 540 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 435 milioni di euro.