​Se non facciamo qualcosa, entro il 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesci

In alcuni paesi europei si tenta la strada degli incentivi che spingano l’acquirente a riportare indietro le bottiglie di plastica. Vediamo come funziona

​Se non facciamo qualcosa, entro il 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesci

Lo ha detto anche Giovanni Soldini, dopo il record stabilito sulla rotta Hong Kong-Londra: “Ho visto plastica ovunque avete presente l’isola di plastica che c’è nel Pacifico? Bene, quell’isola è composta da tonnellate e tonnellate di plastica ma non è solo lì. La situazione è questa dovunque, ho visto uno spettacolo desolante anche nei mari della Cina… Tanta. Troppa. A volte vere e proprie isole di plastica. È incredibile pensare che la usiamo da solo cinquant’anni ma ha già invaso tutti i mari del mondo. Che tristezza”. Al di là dello scoramento del grande velista italiano, il problema dell’inquinamento dei mari (e non solo) a causa della plastica sta diventando una vera e propria emergenza globale. Al di là della raccolta differenziata, che resta un tassello fondamentale, in alcuni paesi europei, Norvegia e Germania su tutti, si sta percorrendo la strada degli incentivi che spingano l’acquirente a riportare indietro le bottiglie di plastica. Vediamo come funziona.

Come racconta Repubblica il cittadino paga un sovrapprezzo su ogni bottiglia di plastica che varia da circa 10 a 30 centesimi. C’è da sottolineare che, rispetto all’Italia dove il fatto di dover pagare i sacchetti bio per la frutta e la verdura ha provocato proteste e polemiche politiche, in quei Paesi la novità è stata accolta bene. Nessun mugugno, nessuno scandalo da parte dell’opinione pubblica. Dopo aver consumato la bevanda il consumatore riporta al negozio la bottiglia vuota, la consegna alla cassa o a una macchina automatica che riconosce ogni tipo di bottiglia, e riceve uno scontrino che gli dà diritto alla restituzione dei soldi. I risultati raggiunti sono stati eccellenti: grazie all´introduzione del sistema deposit-refund system (Drs) in Norvegia il 96% delle bottiglie di plastica viene riconsegnato e riciclato. Percentuali altissime anche in Danimarca e in Germania, intorno al 90% del totale delle bottiglie di plastica vendute.

​Se non facciamo qualcosa, entro il 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesci
 Un bambino indonesiano raccoglie rifiuti sulla spiaggia

Decisamente meno buoni sono i risultati ottenuti in Gran Bretagna dove viene riciclato il 57% delle bottiglie. A Londra si discute da tempo dell’introduzione del Drs ma come scrive The Guardian il governo la sta tirando per lunghe. In un rapporto di dicembre l’Environment Audit Committee (EAC) sosteneva la necessità dell’adozione del deposit-refund system. Ma l’esecutivo fa melina dicendo che una decisione sarà presa solo dopo una consultazione complessiva che ancora non è stata fissata nonostante sia stata annunciata tre mesi. Il presidente dell’Eac non l’ha presa bene spiegando che “il governo prende tempo e così ogni giorno 700.000 bottiglie di plastica finiscono nelle strade”. Il rapporto della Commissione Ambiente evidenzia inoltre che nel Regno Unito ogni anno 5,5 miliardi di bottiglie (43% del totale) di plastica non vengono riciclate e se non si agisce entro il 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesci.  Ancora peggiore la situazione negli Stati Uniti dove il tasso di riciclaggio delle bottiglie di plastica nel 2016 è stato pari al 29,7%, in calo del 2,4% rispetto al 31,1% del 2015. In Italia si ricicla circa il 25% della plastica che viene venduta come imballaggio di prodotti, secondo l’Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori materie plastiche (ASSORIMAP). E’ chiaro quindi come anche da noi la strada da fare è lunga e il tempo stringe. 



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