La 23esima sessione della Conferenza delle Parti dell’UNFCCC ha concluso i lavori nelle prime ore di sabato 18 novembre, dopo che i delegati hanno trascorso la notte a discutere degli accordi finali sulle questioni relative ai finanziamenti.
In quanto COP finalizzata all’implementazione dell’Accordo di Parigi, entrato in vigore [nel 2016, n.d.t.], la conferenza tenutasi a Bonn dal 6 al 18 novembre sotto la presidenza delle Isole Fiji ha tra gli obiettivi principali quello di fare progredire il Dialogo Facilitativo 2018 e le norme alla base dell’accordo. Nel complesso, la COP è riuscita a realizzare i propri obiettivi, ottenendo addirittura qualche successo inaspettato.
Il principale risultato della conferenza è il “Fiji Momentum for Implementation” (La spinta delle Fiji per l’implementazione), un documento di 10 pagine finalizzato a fare avanzare le linee guida per l’attuazione dell’Accordo di Parigi. Il documento è costituito da tre capitoli fondamentali: disposizioni di carattere generale per accelerare gli impegni del prossimo anno e completare il programma di lavoro dell’Accordo di Parigi entro il 2018; delineamento del progetto del Dialogo Facilitativo 2018, conosciuto come “Dialogo Talanoa” per via dell’approccio caratteristico delle Isole Fiji; disposizioni per rafforzare l’implementazione e le ambizioni pre-2020.
Per quanto riguarda la prima funzione, la COP richiede al segretariato dell’UNFCCC di verificare la necessità di di ulteriori incontri e trattative per i prossimi anni e di creare una piattaforma online che fornisca una panoramica sul lavoro in corso per rendere operativo l’Accordo di Parigi, basandosi sui punti descritti nell’allegato I.
I principali elementi del Dialogo Talanoa sono specificati nell’allegato II del documento. Il dialogo avrà inizio a gennaio 2018 e terminerà con la COP24, sotto la presidenza congiunta di Fiji e Polonia. Si tratterà di un dialogo costruttivo, facilitativo e orientato alle soluzioni, condotto nello spirito di inclusione, partecipazione e trasparenza del tradizionale dialogo Talanoa delle Isole Fiji. A guidare il processo, tre domande fondamentali: i) A che punto siamo? ii) Dove vogliamo andare? iii) Come ci arriviamo? Sarà diviso in due fasi: una fase preparatoria iniziale, che durerà da gennaio fino alla COP24, durante la quale verranno preparati rapporti su ciascuna delle tre questioni, e una fase politica, che si terrà durante la COP24, dove rappresentati di stato di alto rango avvieranno discussioni politiche per fare il punto sull’avanzamento collettivo verso gli obiettivi di Parigi. Comprenderà anche gli sforzi compiuti dalle Parti nel periodo pre-2020.
I Paesi hanno inoltre deciso che ad alimentare il dialogo saranno: il Rapporto Speciale dell’IPCC relativo agli1,5°C richiesti dalla COP; i contributi analitici e politici di Parti, stakeholder e istituzioni esperte, comprese ONG e organismi dell’UNFCCC, da presentare entro il 2 aprile 2018; gli apporti provenienti dalle presidenze di COP23 e COP24. Per facilitare l’accesso a tutti i contributi, verrà costituita una piattaforma online gestita dal segretariato dell’UNFCCC, che dovrà inoltre preparare apporti pertinenti.
Lanciando le prossime mosse sulle azioni che precederanno il 2020, le disposizioni più importanti comprese nel documento finale sull’argomento sono i) la richiesta all’UNFCCC e al Segretariato Generale delle Nazioni Unite di intensificare le attività per la promozione della ratificazione dell’Emendamento di Doha, il quale ha stabilito il secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto; ii) l’invito alle Parti a presentare entro il 1 maggio 2018 ulteriori informazioni sui progressi compiuti nell’implementare un’azione rafforzata prima del 2020; iii) la richiesta al segretariato di preparare una relazione sintetica dei contributi menzionati, i quali fungeranno da spunto per il dialogo facilitativo nel 2018; iv) il bilancio delle azioni da compiere prima del 2020 sia durante la COP24 del 2018 a Katowice, in Polonia, che durante la COP25 del 2019.
In questo senso, verranno tra le altre cose presi in considerazione sia gli impegni di mitigazione che il supporto finanziario delle Parti nel periodo pre-2020, nonché il lavoro della Partnership di Marrakech per l'azione sul clima globale e dunque del settore privato. Questo risultato è stato accolto come una vittoria delle nazioni in via di sviluppo, la cui determinazione nell’introdurre un nuovo punto all’ordine del giorno anche sull’implementazione e le ambizioni pre-2020 ha portato i frutti sperati. Bainimarama, presidente della COP, ha affermato, “Ciò permette di riequilibrare gli interessi degli stati che si trovano in fasi di sviluppo diverse e consente di fare progredire il processo”.
I risultati della COP23 di Bonn sono stati coronati anche da altri importanti successi, in particolare per quanto riguarda le questioni incluse nelle cosiddette “note informali del regolamento” stilate dai co-presidenti, le quali hanno costituito il punto di partenza della discussione, con l’obiettivo di delineare l’ossatura delle decisioni che dovranno essere completate il prossimo anno. I documenti sono in alcuni cosi molto lunghi (per le questioni di mitigazione ad esempio, dove il solo testo relativo agli NDC è di 180 pagine), poiché includono sia i punti di convergenza che le opinioni divergenti. In alcuni casi si è proceduto in maniera più scorrevole, anche se le tradizionali discrepanze di visione delle Parti hanno cominciato a riemergere.
Oltre all’avere preparato il terreno per le discussioni che riprenderanno il prossimo maggio, la COP23 è stata acclamata positivamente in quanto è riuscita a portare avanti con successo alcuni importanti temi.
Uno dei primi risultati, annunciato a inizio settimana, è certamente rappresentato dal testo sull’agricoltura. Trovando un equilibrio tra le priorità dei Paesi in via di sviluppo, concentrati prevalentemente sull’adeguamento delle attività, e le istanze in materia di mitigazione dei Paesi sviluppati, il testo finale richiede essenzialmente agli organismi sussidiari dell’UNFCCC per la consulenza tecnologica e l’implementazione (SBSTA e SBI) di affrontare congiuntamente le questioni relative all’agricoltura, ad esempio tramite workshop e incontri di esperti, e invita le Parti e gli osservatori a presentare entro il 31 marzo 2018 le proprie visioni su una serie di elementi. Il documento ha ricevuto commenti soddisfacenti da tutte le Parti.
Inoltre, è stato raggiunto un compromesso tra la richiesta dei Paesi in via di sviluppo di rendere il tema “perdite e danni” un punto permanente delle trattative e di instaurare un gruppo di esperti di finanza a riguardo e l’opposizione dei Paesi sviluppati, stabilendo a partire dal 2018 un "dialogo di esperti" che si occuperà di esaminare informazioni, contributi e visioni su come affrontare la questione. Da notare, il documento menziona i finanziamenti tra le modalità di sostegno che dovranno essere prese in esame in occasione del dialogo degli esperti.
È stata inoltre concordata la creazione di una nuova piattaforma per permettere alle comunità locali e alle popolazioni indigene di rafforzare conoscenza, tecnologie, pratiche e impegno in materia di cambiamento climatico, permettendo loro di prendere parte al processo dell’UNFCCC. Per rafforzare la partecipazione completa, paritaria e significativa delle donne e promuovere una politica climatica che tenga conto delle esigenze di genere, è stato anche stabilito un Piano d’azione di genere (GAP), con cinque aree prioritarie.
Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, in generale una delle questioni più controverse sulle quali si è dibattuto nel corso della COP, dopo avere risolto il dibattito sul Fondo di adeguamento (debate on the Adaption Fund) riconoscendone il ruolo all’interno del quadro dell’Accordo di Parigi (era stato lanciato con il protocollo di Kyoto), l’articolo 9.5 dell’Accordo di Parigi relativo alle informazioni che devono essere fornite dalle Parti circa i finanziamenti a lungo termine ha tenuto i delegati impegnati fino alle prime ore di sabato mattina. Infine, è stato elaborato un testo, il quale ribadisce che i Paesi sviluppati dovranno comunicare con cadenza biennale informazioni indicative, quantitative e qualitative, relative al sostegno finanziario, ma che rimanda ai prossimi incontri inter-sessione la decisione relativa al tipo di informazioni da fornire.
Come già dimostrato dalle conferenze precedenti, uno dei risultati di maggior successo delle COP è l’enorme coinvolgimento degli attori non governativi, il cui impegno nelle questioni relative al cambiamento climatico è in costante aumento. In occasione della COP23 sono state lanciate o consolidate numerose iniziative di rilievo, fra cui ricordiamo Ocean Pathway, relativa all’impatto del cambiamento climatico sugli oceani, Powering Past Coal Alliance, un’alleanza finalizzata a porre termine all’era del carbone, We Are Still In, iniziativa americana a favore dell’Accordo di Parigi, e molte altre iniziative presentate in occasione del programma di azione sul clima globale (Global Climate Action program).