La disponibilità di combustibili fossili a basso prezzo ha allontanato completamente il produttore di cibo dal consumatore. Da sempre, e fino a pochi decenni fa, queste due figure spesso coincidevano o comunque avevano un rapporto diretto. Nessuno ha nostalgia di quei tempi, talvolta di fame e privazioni; tuttavia bisogna riconoscere che l’abbondanza energetica ha creato un sistema di distribuzione alimentare per certi aspetti perverso.
Oggi troviamo al supermercato mele cinesi, fagiolini egiziani, arance cilene, kiwi neozelandesi: tutti prodotti che possono essere coltivati in Italia e che invece facciamo arrivare da altri continenti, consumando enormi quantità di combustibili e scaricando nell’ambiente milioni di tonnellate di anidride carbonica e inquinanti: il prezzo nascosto della nostra golosità fuori stagione. A parte il sapore discutibile di molti di questi prodotti, si potrebbe riflettere sulla perdita di valori importanti, specie per i ragazzi: la percezione della stagionalità e della ciclicità della natura e, più in generale, il senso del limite.
Quando qualcuno vi chiede un consiglio su come risparmiare energia, suggeritegli di non comprare a Natale fragole cilene. All’inizio l’interlocutore rimarrà perplesso; poi, riflettendoci sopra, capirà che è una delle cose migliori da fare se vogliamo incominciare a cambiare un sistema energetico che non possiamo più permetterci.