L’anno scorso nel mondo c’è stato un “preoccupante” rallentamento negli investimenti nell’energia rinnovabile. Ad evidenziarlo, in un rapporto, l’Iea (Agenzia internazionale dell’energia) che spiega come nel 2017 si sia registrato un calo del 7% negli investimenti nelle energie alternative a livello globale per una cifra di 318 miliardi di dollari.
Secondo l’Agenzia il declino dovrebbe proseguire anche nel 2018 minacciando gli obiettivi su sicurezza energetica, cambiamento climatico e inquinamento dell’aria. Al contrario, i combustibili fossili hanno aumentato la loro quota di investimenti per la prima volta dal 2014, a 790 miliardi di dollari e continueranno ad avere un ruolo significativo ancora per anni. Nel rapporto si evidenzia un calo degli investimenti sul carbone ampiamente compensati da quelli sul petrolio e gas. Considerando rinnovabili ed efficienza energetica il declino della spesa è pari al 3% dopo anni di crescita.
Per Birol i governi devono fare di più
“Stiamo assistendo a un calo che non ci piace – ha commentato il direttore esecutivo Iea Fatih Birol al Guardian – e la cosa peggiore è che il calo degli investimenti nelle rinnovabili molto probabilmente continuerà anche quest’anno, si tratta di un trend molto preoccupante”. Per centrare gli obiettivi sul clima, la quota degli investimenti nelle fonti fossili dovrebbe scendere al 40% entro il 2030 mentre lo scorso anno si è attestata al 59%. “Le parole accorate dei leader mondiali sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica dovevano essere accompagnate da azioni concrete”, ha affermato Birol. "Sono preoccupato di notare una contraddizione tra le dichiarazioni dei governi e ciò di cui il mondo ha bisogno rispetto ai numeri degli investimenti ", ha proseguito.
A livello globale gli investimenti energetici sono ammontati a 1.800 miliardi di dollari nel 2017, in calo del 2% con il settore elettrico che ha rappresentato la quota maggiore (750 miliardi di dollari, -6%) seguito da petrolio e gas (716 miliardi, +2%), per il secondo anno consecutivo. Il calo nella spesa in rinnovabili è dipeso principalmente dall’eolico e dall’idroelettrico mentre il solare è andato controcorrente toccando livelli record nonostante sia diventato più economico da installare. La spesa nel carbone è scesa (70 miliardi, -13%) ai minimi da dieci anni mentre quella nelle centrali a gas è aumentata del 40%. L'energia nucleare è scesa nettamente al livello più basso degli ultimi cinque anni.
Aumentano le vendite di auto elettrica
Nell’industria oil&gas, l’aumento dei prezzi del greggio ha aiutato gli investimenti nel settore (+4% lo scorso anno) e dovrebbe crescere del 5% anche quest’anno. Componente decisiva l’ha avuta l’industria shale statunitense dove i frackers (le aziende attive nel fracking che è la tecnica usata per estrarre gas e petrolio da scisto) quest’anno dovrebbero registrare, per la prima volta, un flusso di cassa positivo. In questo senso, è attesa una produzione importante da parte degli Stati Uniti anche alla luce delle ripetute sollecitazioni del presidente Donald Trump per far scendere i prezzi del petrolio.
In ogni caso per Birol "la crescita dello shale negli Stati Uniti da sola non sarà sufficiente per bilanciare i mercati". L’ultima annotazione del rapporto riguarda le auto elettriche che secondo l’Iea non hanno ancora intaccato la domanda di petrolio. L’anno scorso gli automobilisti hanno speso 43 miliardi di dollari per acquistare veicoli elettrici o ibridi.