Quattro ruote alte e un cavallino. Purosangue
Camilleri lancia le idee per il futuro della Ferrari, Che rendono fattibili i progetti di Marchionne

È stato il giorno di Ferrari. Il primo piano industriale dopo Sergio Marchionne. Non è stato facile ma alla fine il nuovo ceo Louis Camilleri sembra avercela fatta. Anche perché durante il Capital Market Days ha messo sul piatto un sogno destinato a continuare nel futuro. Prima la Monza una barchetta con un 12 cilindri da 6.496 centimetri cubici più potente di sempre (810 cavalli) e soluzioni ispirate direttamente dalla Formula 1.
Oggetto da un milione di euro (e forse più) per 500 pezzi esclusivi destinati ai garage più belli del mondo. E poi quello che in molti si aspettavano: il primo suv Ferrari. Si chiamerà- almeno per il momento – Purosangue e arriverà alla fine del piano ovvero nel 2022.
Guai però a chiamarlo suv perché a Maranello “inorridiscono” di fronte alla definizione. Meglio, Rossa dalle ruote alte. Comunque sarà anche ibrida visto che il 60% delle Rosse nel 2022 avrà a bordo anche un motore elettrico (svolta anche questa già indicata da Marchionne).
Un purosangue per la Cina
La Purosangue è un atto necessario da pagare ai target che Sergio Marchionne aveva fissato: 2 miliardi di euro di Ebitda rettificato (utile), il doppio di quello del 2017. Le stime per il 2018 sono di 1,2 miliardi. Tanto. Tantissimo. Un risultato che dovrà essere raggiunto entro il 2022. Tre anni e poco più. Per farlo Camilleri dovrà far crescere i volumi fino a 12mila Rosse rispetto alle poco più di 9mila che dovrebbe totalizzare a fine 2018 (nel 2017 sono state 8.398).
Il ceo Ferrari non si è espresso sulla questione vendite ma l’obiettivo è impossibile da raggiungere, oggi come domani, senza un “suv” (in Ferrari perdoneranno) richiesto da un mercato che in quel segmento sembra non aver limiti. La Purosangue riuscirà nello scopo. In particolare nel mercato cinese.
Diventa fattibile il piano di Marchionne
I numeri presentati allora sembrano in linea con quanto prefigurato da Marchionne: ricavi al 2022 di poco inferiori ai 5 miliardi di euro, l’EBITDA confermato tra 1,8 e 2 miliardi e un free cash flow industriale tra 1,1 e 1,25 miliardi. Un piano ambizioso che, a differenza delle prime uscite di Camilleri, ora diventa anche “fattibile”.
Ora si attende la risposta della Borsa
Tutta da verificare però la risposta di Borsa e analisti. Al momento in cui scrivo il titolo è sostanzialmente in parità, segno che il mondo della finanza resterà in attesa su come evolverà (presto) il piano presentato nelle scorse ore. Oggi il titolo Ferrari vale poco sotto i 114 euro (a gennaio 2016 era a 44 euro). La capitalizzazione è qualcosa che a Camilleri (e a John Elkann) non può far dormire sonni tranquilli: 22,2 miliardi di euro. Tradotto, circa 30 volte l’utile. Nessun marchio automobilistico riesce a fare altrettanto. Neppure Tesla - che pure ha una valutazione a Wall Street molto fuori dai tradizionali canoni finanziari - raggiunge questi valori. La forza delle Rosse. La forza di un sogno che Camilleri con Monza e Purosangue ha continuato ad alimentare.
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