Può la bioeconomia soddisfare le esigenze di crescita economica?

Ed è immaginabile una crescita economica ai ritmi attuali senza una riduzione dell'impiego di combustibili fossili?

bioeconomia crescita globale

La scienza è l’ultima e più robusta forma di conoscenza che la specie umana ha sviluppato nell’arco della sua esistenza, con l’obiettivo di fornire una valutazione oggettiva delle relazioni che legano l’uomo con l’ambiente, in cui esiste ed insiste. Nonostante questa presunzione di oggettività, dinanzi a tematiche complesse come quelle della sostenibilità, sembrerebbe che gli scienziati dei diversi settori non si siano ancora scrollati di dosso il fardello della retorica, e quindi della soggettività.

Consapevole di questo limite, che caratterizza un vasto numero di pensatori che si muovono trasversalmente tra le varie discipline, ho scomodato uno storiografo della scienza extraterrestre per garantire una risposta oggettiva alla domanda posta nel titolo di questo contributo.

Mediante un approccio diacronico, lo storiografo ha individuato che i primi manoscritti che fanno uso del sostantivo “bioeconomia”, sono datati 1975.

Egli ha poi osservato un periodo di torpore intorno agli anni 90 del secolo scorso, per poi osservare una crescita esponenziale, a partire dall’inizio del nuovo millennio, dell’uso del sostantivo.

Il nostro zelante extraterrestre ha capito che il concetto di bioeconomia fu coniato da Georgescu-Roegen nel 1975 (Energy and Economic Myths) ma anche in: Bioeconomics: a new look at the nature of economic activity (1977).

Con il concetto di bioeconomia Georgescu-Roegen intendeva fornire una concettualizzazione metabolica dei sistemi socio-economici, soprattutto in relazione alla sua inevitabile relazione con i sistemi naturali.

Dall’attenta analisi di questa letteratura egli è giunto alla conclusione che questo concetto di bioeconomia può fornire un valido contributo per indirizzare i sistemi socio-economici nella direzione di preservare l’esistenza della specie umana sul pianeta. Conditio sine qua non è che la specie umana deve maturare la consapevolezza che le abitudini socio-economiche dovranno essere regolate dalla velocità di rigenerazione delle risorse naturale e da un parsimonioso utilizzo dello stock fossile, anche in relazione alle capacità dei sistemi naturali di smaltire gli eccessi del catabolismo umano.

Di seguito, il nostro extraterrestre ha esaminato la seconda ondata di letteratura ed ha capito che in questo caso la definizione di bioeconomia, condivisa da un vasto numero di ricercatori, di imprenditori e politici, era sensibilmente diversa. Veniva definita come un importante sforzo di ricerca tecnologica finalizzato a produrre valore aggiunto e nuovo lavoro qualificato a partire dalle risorse biologiche del pianeta, per continuare a garantire le esigenze di crescita economica basandosi non più su di un’economia da stock fossile ma da stock rinnovabile.

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 Petrolio barili

Nell’immediato egli ha fatto due considerazioni iniziali. La prima considerazione era un dubbio: ci troviamo dinanzi ad un’appropriazione semantica indebita oppure dinanzi ad una plètora di politici e scientisti (n.d.r. ricercatori con una forte connotazione tecnologica e scarsa propensione epistemologica) che non hanno letto la produzione scientifica del passato?

La seconda considerazione si riferiva alla fallacità del concetto di rinnovabilità. Pensava a quello che gli aveva riferito un suo vecchio maestro, che era stato coinvolto in uno studio analogo al tempo dell’Impero Romano. Doveva fornire una risposta circa la sostenibilità della flotta marina dell’Impero, che gli ammiragli definivano sostenibile perché fatta di alberi e quindi rinnovabile. Il suo maestro fece notare agli ammiragli che per costruire un’imponente flotta capace di conquistare il mondo avrebbero dovuto abbattere una superficie immensa di boschi di leccio. Ancor oggi in molte aree del bacino del mediterraneo, dove erano dislocati i principali porti militari ed i cantieri navali, si conservano le profonde cicatrici del disboscamento.

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Il nostro extraterrestre, per portare a termine il suo compito ingrato mi ha mostrato un grafico (Fig. 1) e mi ha detto laconico: “Ecco la risposta. Se volete continuare a crescere non potete rinunciare allo stock fossile. Se volete basare la vostra economia sulle risorse rinnovabili dovete fare delle rinunce”.

Si è dileguato alla velocità della luce, senza darmi la possibilità di saldare il conto per il suo impegno professionale…..strani personaggi questi extraterrestri!!



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