Nei giorni scorsi ha fatto molto scalpore la notizia che la concentrazione di CO2 misurata presso l’osservatorio di Mauna Loa, la più antica stazione di monitoraggio del gas serra del mondo (le misure risalgono al 1957), aveva superato la soglia psicologica di 415 ppm. Tuttavia, anche in Italia abbiamo delle stazioni remote di monitoraggio dei gas serra, la più famosa e vecchia è quella del Monte Cimone, sull’Appennino Tosco-Emiliano. Si usano stazioni remote in quanto lo scopo è quello di monitorare i valori di fondo di queste sostanze climalteranti, escludendo quindi possibili contaminazioni da sorgenti locali.
Forse è però meno noto che, in Italia, c’è anche un’altra stazione di monitoraggio, dislocata sulle Alpi: si tratta del sito di Plateau Rosa, situato sulle Alpi occidentali vicino al Monte Cervino (più precisamente nel comune di Valtournenche), ad un'altitudine di 3480 m s.l.m. e quasi sullo spartiacque del confine italo-svizzero. Qui la concentrazione di CO2, insieme a quelle di altri gas serra come metano ed ozono, viene misurata dal mese di aprile del 1989, per cui proprio il mese scorso le misure hanno compiuto trent’anni e possono rientrare di diritto nel novero delle serie climatologiche, visto che un trentennio è il periodo minimo sopra il quale è possibile studiare i trend climatici. L’ente che effettua le misure è RSE SpA - Ricerca sul Sistema Energetico.
Fig. 1 - Posizione geografica del sito di Plateau Rosa (coordinate geografiche: 45,93 °N, 7,71 °E, 3480 m s.l.m.)
La posizione geografica della stazione, posta su un grande pianoro di montagna nudo ricoperto di neve e lontano dalle zone urbane e inquinate, in alta quota – è uno dei siti più ad alta quota del mondo - e lontana dalle zone urbanizzate e industrializzate, e le velocità del vento spesso elevate, consentono di ottenere misure rappresentative proprio del fondo atmosferico.
Fig. 2 - Serie storiche di medie mensili di concentrazione di fondo di CO2 raccolte al Plateau Rosa con misurazioni continue dal marzo 1993 al dicembre 2018 (croci rosse). La curva blu rappresenta la media mobile centrata di ordine 12 e quella nera la retta di regressione lineare, rispettivamente.
L’andamento dell’intera serie nel trentennio mostra l’evidente trend di aumento delle concentrazioni, sovrapposto al ciclo annuo, essenzialmente dovuto al ciclo fotosintetico delle piante a foglie caduche nell’emisfero nord.
Fig. 3 – andamento delle concentrazioni di fondo medie mensili negli anni 2011-2018.
Le curve mostrate evidenziano invece i valori medi mensili delle concentrazioni dell’anidride carbonica a Plateau Rosa, al termine delle operazioni di filtraggio atte ad eliminare ogni possibile fonte di contaminazione nei dati stessi. I valori di picco, nei dati mostrati, sono stati registrati tra marzo e aprile 2018, quando si erano già superati i 413 ppm. Come accade anche per altre stazioni di monitoraggio, si nota un continuo aumento della concentrazione di questo importante gas serra.
Il trend misurato sui dati di fondo nel periodo risulta di poco superiore ai 2 ppm/anno ed è in linea con quello degli altri osservatori a parità di latitudine, così come quello di Mauna Loa. La curva di regressione che si adatta meglio agli andamenti dei dati medi mensili nel trentennio è una crescita lievemente esponenziale, sovrapposta ad andamenti sinusoidali. Proprio questo aumento, pur se lieve, insito nell’andamento esponenziale, evidenzia che anche il rateo di aumento delle concentrazioni di fondo tende ad aumentare abbastanza regolarmente di anno in anno, come è lecito attendersi dal fatto che anche le emissioni a scala globale sono in continuo aumento, a prescindere da eventi particolari che potrebbero essere rilevanti ma non significativi per il fondo atmosferico.
Pertanto anche questi dati “di casa nostra” evidenziano che l’incremento delle concentrazioni di fondo dei gas serra è un problema globale che coinvolge l’intero pianeta e che continua a mostrare segni di accelerazione. I valori numerici delle concentrazioni continuano, anno dopo anno, a superare soglie psicologiche sempre più preoccupanti che rendono sempre più urgente approntare azioni di mitigazione se si vorrà provare a rimanere all’interno delle soglie di 1,5-2 °C di riscaldamento del nostro pianeta, obiettivo dei recenti accordi di Parigi (COP 21).