I videoclip come opere cinematografiche, l’appello degli artisti al Governo
Malgrado negli anni abbia contribuito a creare intere generazioni di creativi, assumendo connotati di vera e propria opera d'arte, il videoclip soffre tuttavia di scarsa attenzione nelle istituzioni, tanto che rispetto alle opere cinematografiche è espressamente escluso dallo Stato italiano ai benefici del “tax credit”

Vi ricordate “Video killed the radio star” ? Il primo agosto del 1981 il canale musicale MTV fu lanciato proprio con questo videoclip dei Buggles. Il singolo tra l’altro era incluso nell’album “The age of plastic”, ed oggi, nell’era della musica liquida, i video musicali restano ancora i principali protagonisti della produzione musicale che coinvolge i giovani fan. YouTube, che negli anni ha rimpiazzato MTV, è la destinazione preferita dei consumatori di musica e in Italia, il 20 % del tempo speso online avviene sulla piattaforma di video sharing. Il 49 % utilizza YouTube per ascoltare musica e il 37 % in Italia lo utilizza per scoprire nuova musica.
In questo contesto la produzione di video musicali si è trasformata nel tempo. Da mero strumento di promozione dell’era di MTV il videoclip è diventato parte integrante dei formati con i quali si consuma musica e la realizzazione di videoclip coinvolge una filiera di professionisti molto ampia e sofisticata. La monetizzazione dei video nei canali di video sharing alimenta un’economia digitale di ampia portata e la produzione di clip è la frontiera dell’innovazione con la strumenti quali il 3D, il live streaming e strumenti quali droni o intelligenza artificiale che contribuiscono al processo creativo.
Nei giorni scorsi a Cesena si è tenuta la seconda edizione del festival internazionale IMAGinAction, con incontri e presentazioni esclusivamente legate alla produzione di videoclip. Tra gli aspetti più interessanti della manifestazione, la presentazione in anteprima dei “capolavori immaginati”, la sezione dedicata ai video di brani che originariamente non furono accompagnati da immagini, come ad esempio nel caso di Gianna, video realizzato da Stefano Salvati sul brano di Rino Gaetano, con l’apparizione della tuba originale regalata a Rino da Renato Zero e da questi indossata al Festival di Sanremo. Il clip, realizzato con Sony Music, dimostra anche il rilevante valore culturale di questo segmento della produzione musicale che però nel nostro Paese è ancora oggetto di discriminazione rispetto al mondo del cinema e dell’audiovisivo.
Altri video clip creati e presentati in anteprima sono stati “La notte prima degli esami” di Antonello Venditti, “Com’è profondo il mare “ di Lucio Dalla e “il Pescatore” di Fabrizio de Andre’ . Su quest’ultimo Dori Ghezzi ha commentato: “ attraverso immagini di oggi il video è riuscito a trasmettere i sentimenti di purezza e pietà delle nuove generazioni. In quegli occhi grandi di bambino, riparati sotto a un cappuccio rosso, io vedo la spiritualità e la poesia di un piccolo pescatore che continua a darci speranza, perché non condanna e trova la propria forza nel perdono.”
Un’operazione dal taglio culturale elevatissimo e al contempo di indubbia popolarità, che proseguirà negli anni, e che si prefigge di contribuire con la realizzazione di videoclip inediti ed ufficiali, alla diffusione di una serie di canzoni capolavoro che rappresentano uno straordinario patrimonio della nostra storia.
Malgrado negli anni abbia contribuito a creare intere generazioni di creativi, assumendo connotati di vera e propria opera d'arte, il videoclip soffre tuttavia di scarsa attenzione nelle istituzioni, tanto che rispetto alle opere cinematografiche è espressamente escluso dallo Stato italiano ai benefici del “tax credit”. Un’esclusione indicata dalla legge 220 del 2016 sulla “Disciplina del cinema e dell'audiovisivo” al pari dei film porno, degli spot pubblicitari e dei video che incitano alla violenza. Tutto questo ha portato FIMI, la federazione dell’industria musicale italiana e IMAGinAction ha promuovere un appello per chiedere al Ministro Bonisoli di rivalutare la decisione assunta nel 2016. All’appello hanno aderito moltissimi artisti quali Fiorello, Giovanni Allevi, Antonello Venditti, Gianna Nannini, Piero Pelù, Gino Paoli, Red Canzian, Nesli, Federica Carta, Biondo, Emma Muscat, Federico Zampaglione
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