Twitter ha comunicato che durante la campagna elettorale Donald Trump ha ricevuto circa 470mila retwitt da parte di account falsi riconducibili al mondo russo, quindi alla Russia. La tesi è quella che già conosciamo e dice che la Russia abbia interferito sulla campagna elettorale.
Questa ammissione di Twitter però suona un po’ bizzarra: la società potrebbe scoprire in pochissimo tempo interrogando i propri database quali sono gli account falsi e quali sono state le loro attività. Eppure queste informazioni vengono rivelate ogni tot di tempo, quasi a tradire una logica di comunicazione precisa che porta ogni volta questo tema all’attenzione dei media, e quindi dell’opinione pubblica.
Altra considerazione da fare è che ci sono siti che offrono questi servizi come retwitt, account falsi, bot, servizi fatti da ragazzi che smanettano e fanno questo per soldi.
La maggio parte di questi risiedono in territorio russo, e non per forza legati al Cremlino, che lo fanno per un prezzo medio di 8 dollari per cinque mila retwitt. Che nel caso di Trump farebbe circa 800 dollari. Un po’ poco, cosa che fa dubitare che questa ‘confessione’ di Twitter sia molto di stampo politico.