Adobe, Twitter e la New York Times Company hanno annunciato lunedì di star sviluppando un nuovo sistema per rendere più facile l’attribuzione di un determinato contenuto all’artista che l’ha creato. Il tool in questione, di cui ancora non si sa molto, darà la possibilità di vedere se il contenuto originale è stato modificato da terzi permettendo alle persone di fare un check su questo tipo di dati. È stata Adobe sul suo blog a raccontare i primi elementi di questo prototipo, chiamato Content Authenticity Initiative (CAI) che verrà presentato in maniera più dettagliata nei prossimi mesi, sembra durante un summit dedicato.
Lo strumento funzionerebbe, come riporta The Verge, attraverso dei metadata che potranno essere agganciati al file originale realizzato tramite i vari programmi di Adobe, come Photoshop. Quello che ancora manca, in questa primaria descrizione iniziale del tool, è la parte legata alla sicurezza del tag: come si può prevenire che quest’ultimo possa essere copiato o modificato? Scott Belsky, Chief Product Officer di Adobe, ha sottolineato come questa parte, non banale, sia uno dei temi fondamentali che verranno approfonditi durante le prossime presentazioni del progetto.
Adobe ha definito questo strumento come un modo efficace per migliorare l'autenticità dei contenuti online. Ed è qui che entrano in gioco Twitter e il New York Times. Secondo Marc Lavallee, responsabile dei progetti di ricerca e sviluppo della compagnia che possiede il giornale americano (e non solo), CAI potrebbe combattere la disinformazione online aiutando le persone a distinguere le notizie di cui fidarsi da quelle costruite ad arte per ingannare il lettore.
Ma CAI è uno strumento che vuole soprattutto cambiare la vita a molti artisti che, in questo modo, potranno richiedere il giusto riconoscimento per il loro lavoro nel caso questo venisse utilizzato senza adeguata citazione, in contesti giornalistici e no. Molti contenuti visual, foto comprese, si muovono su Twitter senza che sia indicata la fonte originale, spesso condivisi senza la giusta citazione. È un meccanismo che la piattaforma di Jack Dorsey vuole combattere per dare ancora più forza alla propria capacità informativa.
“Oggi abbiamo una grande proliferazione di contenuti digitali e per questo le persone vogliono essere rassicurate che il contenuto che stanno vedendo sia autentico”. A dirlo è Dana Rao, vicepresidente esecutivo di Adobe che ha voluto mettere l’accento sulla collaborazione portata avanti con le altre due grandi realtà: “Siamo entusiasti di sostenere l'adozione di un sistema di attribuzione dei contenuti insieme a New York Times Company e Twitter. È fondamentale che le aziende tecnologiche e quelle dei media si uniscano per consentire ai consumatori di valutare e riconoscere meglio la veridicità dei contenuti online".
Per le tre anime di questo progetto "la capacità di fornire una corretta attribuzione dei contenuti a creatori ed editori è fondamentale per garantire fiducia e trasparenza online". È questa deve essere una responsabilità condivisa tra artisti, piattaforme tecnologiche e media. CAI vuole essere un buon punto di partenza verso questa direzione.