Dalle parti di via Molise pare si respiri aria da corsa contro il tempo. Da quanto trapela, al ministero dello Sviluppo economico si lavora sodo, 'h24', per far partire il Fondo nazionale innovazione, il veicolo di venture capital voluto dal ministro Luigi Di Maio, prima dell’estate.
Affinché il fondo parta serve ancora l’ok definitivo di Bankitalia, e l'ok di via Nazionale dovrebbe dare entro qualche settimana. Tempi tecnici per lo strumento finanziario che dovrebbe portare nelle casse delle imprese innovative italiane circa un miliardo di euro, due miliardi con il contributo dei privati stando alle previsioni più ottimistiche.
Intanto a Largo Santa Susanna, vicino la fermata metro di Repubblica a Roma, sulle impalcature di un palazzo in fase di manutenzione, è spuntato uno striscione bianco con scritta nera in maiuscoletto: “Stiamo lavorando alla sede del Fondo nazionale innovazione”.
Tutto lascia intendere che la sede dovrebbe essere quella lì, nel cuore di Roma, di fianco alla chiesa di Santa Maria della Vittoria che custodisce l’Estasi di Santa Teresa di Lorenzo Bernini.
Il palazzo è quello dell’ex Ufficio geologico, costruito alla fine dell’800, vetrate in stile liberty e al suo interno una vasta collezione di minerali, scheletri, piante e legni fossili che dal 1995, anno in cui fu avviata una prima ristrutturazione, finirono inscatolati in un magazzino vicino la stazione Termini.
In tempi più recenti (2003) è stato acquistato Fintecna, poi dalla Cdp Immobiliare, interamente partecipata dal gruppo Cassa depositi e prestiti, che di fatto gestirà il fondo voluto dal ministero.
Intanto pietre antiche, fossili e piante disidratate se ne staranno alla larga dall’edificio. Al loro posto ci saranno uffici che porteranno ‘nuovo sangue’ alla filiera dell’innovazione italiana. Da un tempio del passato ad un luogo dove si cercherà di dare energia al futuro. E suona anche una bella metafora.