Twitter ha annunciato che renderà pubbliche le informazioni su chi ha pagato un post sulla propria piattaforma. Una decisione legata alla proposta di legge che negli Usa vuole regolare la pubblicità online. Una reazione, se vogliamo, al caso Facebook, che nelle scorse settimane ha ammesso di aver ricevuto pagamenti per dei post pubblicizzati da gruppi propagandistici russi durante le ultime elezioni presidenziali. Lo abbiamo raccontato qui su Agi.
Tutto parte da due senatori americani che hanno proposto l'Honest Ads Act (Legge sulla pubblicità trasparente, ndr), che dovrebbe obbligare le grosse media company che stanno facendo il mercato della pubblicità online, quindi soprattutto i big Facebook Google e Twitter. Qui si aprono degli scenari molto importanti. Perché Twitter ha fatto la prima mossa, ma mancano Facebook e Google. E non è poco.
Facebook tra l’altro ha ammesso di stare testando in alcuni paesi la possibilità di dividere i feednews in due: uno principale con solo quello che condividono gli amici e un altro per le fan page con i contenuti a pagamento (Corriere della Sera). Credo però che in realtà prima o poi la cosa si invertirà. Perché è difficile credere che una società che fa utili proprio grazie ai contenuti a pagamento come Facebook rinunci a quei soldi. E quindi credo che prima o poi succederà il contrario, cioè che il canale principale sarà quello dei post a pagamento, e il secondo quello personale. Potrebbe mai Facebook rinunciare al proprio business model?