Da qualche anno gli analisti cercano di disegnare il futuro prossimo dell'industria 4.0: secondo gli economisti dell'Oxford Martin School nei prossimi vent’anni i computer potranno ridefinire il mondo dell’occupazione e potenzialmente rendere obsoleto il 47% dei posti di lavoro [Carl Benedikt Frey e Michael A. Osborne, The future of employment: how susceptible are jobs to computerisation? (2013)].
Perderemo 7 milioni di posti di lavoro, ne guadagneremo 2
Secondo la proiezione del World Economic Forum nell'indagine "Future Jobs" l'impatto dell'automatizzazione provocherà una perdita di 7,1 milioni di posti di lavoro, compensata però da un guadagno di due milioni di nuovi posti. Ma per gli analisti tedeschi dello ZEW di Mannheim, il Centro per la Ricerca economica europea, il quadro è diverso: lo studio “Il rischio dell’automazione per gli impieghi nei Paesi OECD: un’analisi comparativa” (2016) evidenzia che solo il 9% dei lavori attuali in 21 paesi del OCSE è potenzialmente destinato a essere automatizzato.
Inoltre, studiosi della società di consulenza McKinsey hanno analizzato nel dettaglio duemila mansioni lavorative, ed hanno individuato che, nei lavori fisicamente prevedibili, l’81% del tempo è speso in attività che possono essere automatizzate, mentre per le mansioni svolte da professionisti ad alto tasso di formazione, come i manager, il tempo speso in attività automatizzabili è meno del 10%.
Ci salveranno i lavori creativi
Mentre sono in corso altri studi, noi scegliamo un approccio diverso per considerare la questione: il problema non è se i robot tolgono o creano lavoro, ma se le nuove generazioni saranno capaci di governare il cambiamento, che non è fatto solo di processi di automazione. Sappiamo già, e da diversi anni, che i lavori basati sulla creatività sono destinati a crescere, mentre sono destinati a estinguersi o a trasformarsi tutte le occupazioni basate sulla routine. Inserire percorsi trasversali di robotica educativa nelle scuole aiuta le nuove generazioni a gestire l'imprevisto, a imparare dal fallimento, ad apprendere in modo trasformativo. E fare impresa con la robotica in modo creativo e innovativo.
Questa è la chiave del problema: promuovere un nuovo paradigma formativo basato sull'autoimprenditorialità, che significa capacità di gestire il cambiamento, anche in contesti ad alta turbolenza e complessità. Cosa significa concretamente? Per scoprirlo suggeriamo un doppio percorso esperienziale: un invito alla RomeCup 2017 nella capitale dal 15 al 17 marzo 2017 per scoprire come i robot collaborativi liberano spazio e tempo per la creatività oppure alla Palestra dell'Innovazione in via del Quadraro 102. Quando? Alla Fondazione Mondo Digitale qualsiasi giorno è buono per continuare a imparare.