Mai come oggi, alzandosi al mattino e scorrendo le ultime notizie sullo smartphone, si può avere la sensazione di vivere in un mondo assediato dai problemi: il cambiamento climatico, la crisi del modello di economia e di società in cui avevamo fiducia, la disoccupazione, le migrazioni, l’instabilità politica…
C’è di che preoccuparsi, ma di recente mi sono imbattuto in una frase della grande antropologa americana Margaret Mead, che ci offre un altro punto di vista e recita: “noi affrontiamo costantemente enormi opportunità – perfettamente mascherate da problemi insolubili”.
E’ una frase in cui mi sono riconosciuto sia come persona, sia come responsabile di un’azienda che da trent’anni affronta con ciò che sa fare meglio – il digitale – le sfide di un mondo che cambia. Un’azienda in cui le persone si alzano al mattino chiedendosi non che problemi hanno, ma quali problemi possono risolvere.
Se abbiamo questo atteggiamento non è per una fiducia cieca nel potere della tecnologia. Sappiamo che la tecnologia è anche parte del problema: pensando ai cambiamenti climatici, ad esempio, i data center sono responsabili oggi del 2% delle emissioni totali di gas serra nel mondo.
La nostra è una fiducia che si fonda sulla consapevolezza che, mai come oggi, la tecnologia mette a disposizione in modo trasversale e accessibile gli strumenti per affrontare i problemi a chiunque voglia farlo. Oggi anche una piccola impresa, una singola persona possono usare piattaforme potenti con piccoli investimenti; la conoscenza disponibile in modo condiviso e aperto sulla Rete è immensa. Nelle nostre tasche ci sono smartphone così potenti che su di essi si possono sviluppare perfino microscopi adatti a fare analisi del DNA.
Noi affrontiamo costantemente enormi opportunità – perfettamente mascherate da problemi insolubili
Agli strumenti potenti della tecnologia, però, bisogna affiancarne altri, che aiutino le persone a concepire il desiderio di diventare protagoniste del cambiamento, che diano la capacità di farlo, offrano lo spazio e le risorse necessarie a trasformare la creatività in progetti.
Questi strumenti si chiamano educazione, collaborazione e investimenti.
- L’educazione serve per fare in modo che i giovani ottengano fin dalla scuola le competenze digitali richieste dal mondo del lavoro, e che chi già lavora possa continuare a crescere in aziende che sono e saranno sempre più digitali.
- La collaborazione serve per unire le forze di tutti quelli che possono aiutare l’innovazione.
- Gli investimenti servono per trasformare la buona volontà in un percorso di lungo periodo, che faccia crescere le persone e il Paese.
Di chi è il compito di promuovere tutto ciò? E’ compito del settore pubblico come del settore privato. A mio avviso, però, a fronte del potenziale immenso che la digitalizzazione può dispiegare, chi guida l’evoluzione tecnologica ha una responsabilità in più rispetto a tutti gli altri. Le aziende del digitale hanno la capacità di fare in modo che la rapidità pressante con cui bisogna reagire al cambiamento diventi motivo di inclusione di un numero sempre più grande di persone nella ricerca della soluzione ai problemi.
Possono addirittura fare di questa apertura la chiave di volta per continuare a crescere; possono scegliere di esercitare una leadership “responsive and responsible”, come dichiarato nel tema dell’ultimo Forum di Davos, conclusosi pochi giorni fa, scegliendo l’ impegno ad aprirsi alla scoperta di nuove strade come guida verso il futuro.
Cisco ha fatto proprio questo stile, e ha fatto di educazione, collaborazione e investimento in innovazione le parole chiave di progetti nati per offrire più velocemente, a più persone possibile, le opportunità positive della digitalizzazione – in tanti paesi del mondo.
In Italia, un anno fa abbiamo avviato il piano Digitaliani. Investiremo 100 milioni di dollari in tre anni e abbiamo già avviato tanti progetti. Formiamo i giovani con i corsi delle nostre Cisco Networking Academy; sosteniamo le iniziative dei protagonisti dell’innovazione; accompagniamo le aziende, le città, le regioni nella trasformazione digitale; lavoriamo per la sicurezza del nostro paese e delle sue infrastrutture.
Il vero, grande valore di questo investimento non è solo economico. Per offrire al nostro paese questa opportunità, per mesi e mesi in Cisco Italia ci siamo alzati “tutti insieme”, ogni mattina, e ci siamo messi in gioco: ci siamo domandati che problemi del nostro paese potevamo aiutare a risolvere.
Questo ci ha cambiato. Ha cambiato noi come azienda, anche nella nostra organizzazione; ha cambiato ognuno di noi e anche me come persona. Nell’obiettivo di aiutare ogni italiano a diventare un “digitaliano”, ognuno di noi è diventato digitaliano. Chiediamo a noi stessi e a tutti coloro con cui veniamo in contatto di cercare insieme le opportunità incredibili mascherate da problemi insuperabili, perché ci crediamo. Crediamo che sia l’unica strada per trasformare l’assedio delle difficoltà che ci assalgono ogni mattina in una risposta collettiva e forte, che costruisca per il nostro paese un futuro equo e inclusivo.