In oltre vent'anni di attività, lunedì scorso è stata la prima volta che la National Coalition of Anti-Violence Programs pubblica un report dedicato solamente agli omicidi di persone LGBTQ.
La motivazione che ha spinto l'organizzazione che si occupa di hate crime nei confronti delle comunità LGBTQ americane ha pubblicare A Crisis of Hate è il consistente aumento di questo tipo di omicidi nell'arco degli ultimi dodici mesi.
Nel 2017 sono stati 52 gli omicidi totalmente o parzialmente legati all'odio nei confronti di persone lesbiche, gay, transessuali e bisessuali contro i 28 del 2016: un aumento dell'85,7% nell'arco di un solo anno e il picco da quando questo tipo di dati viene raccolto.
Da segnalare, per chiarezza, che nel dato dello scorso anno non sono conteggiati i 49 morti della sparatoria avvenuta in Florida, avvenuta al Pulse Nightclub di Orlando, un noto locale gay, che va conteggiata più che altro negli omicidi di massa che periodicamente si verificano in USA.
Altra precisazione, che viene direttamente da Emily Waters, una delle autrici del rapporto, è che si contemplano in questi numeri gli omicidi in cui è stato possibile rintracciare l'odio per le persone LGBTQ come motivazione dell'atto di violenza, mentre sono esclusi gli omicidi che sono stati perpetrati all'interno della coppia.
Andando più in profondità nel rapporto, si scopre che il 56% delle vittime era di colore, il 25% bianco, l'8% latino.
In termini di comunità più colpita, le vittime maggiori sono state registrate tra le donne transessuali (40%), a indicare una tendenza nota da tempo negli studi sulle comunità LGBTQ anche in altri paesi, dove spesso le persone trans sono quelle più a rischio di essere vittime di violenza, anche fatale.
Se è difficile, se non impossibile, imputare questo cambiamento di clima per le persone LGBTQ americane solamente dall'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca (lo hanno fatto diversi media americani, indicando i dati del rapporto come una conseguenza della presidenza Trump, vedi per esempio Huffington Post USA), è chiaro che queste comunità si sentono più minacciate che in passato. Proprio a NBCNews, Beverly Tillery, la presidente di NCAVP ha dichiarato che “le nostro comunità vivono in un clima sempre più ostile e pericoloso”.
Ma c'è anche un altro fattore da tenere in considerazione. Sempre secondo i ricercatori NCAVP, infatti, quello che potremmo avere di fronte agli occhi non è che l'emersione di un fenomeno che esiste da sempre, ma che nell'ultimo periodo si verifica in un clima di consapevolezza diversa della società. In questa situazione quello che potrebbe essere successo è che rispetto al passato le forze dell'ordine siano più attente a indagare e, di conseguenza, indicare nei propri verbali gli aspetti legati all'odio verso le persone LGBTQ nei casi di omicidio. Se così fosse, ci potremmo trovare di fronte a numeri che sottostimano il fenomeno, ma che in una qualche paradossale maniera stanno indicando che la sensibilità per questo tipo di temi è definitivamente cambiante negli Stati Uniti. Nonostante Trump.