In Europa sono pochi i turisti extracomunitari, appena il 10%. È questa la sorpresa dell’analisi dei dati sui flussi turistici all’interno dell’Unione. A essere misurate sono le notti passate in uno dei 28 paesi nell’arco del 2015, il più recente a disposizione di Eurostat. Nonostante la grande attrattiva della storia, dell’architettura, della natura e della gastronomia del Vecchio Continente, quindi, “il turismo europeo”, come scrive Eurostat in un proprio comunicato, “rimane una questione interna”.
Calo di gradimento per le mete esotiche
Le cose vanno apparentemente meglio, sotto questo profilo, per quanto riguarda la destinazioni scelte dagli europei: un viaggio su quattro circa ha come meta una località fuori dall’Unione Europea. Ma anche quando si va fuori dall’Unione, le prime destinazioni sono Stati Uniti (13,8% di tutte le notti passate fuori dai turisti europei) e Turchia (10,4%). Che sono comunque un Paese occidentale e l’esotico vicino, molto vicino a noi, che praticamente è Europa.
Bellissimo che si conoscano i paesi d’Europa, che si registrino flussi di turisti in aumento in quei territori dell’Europa centrale che fino a trent’anni fa erano oltre cortina e ancora oggi rappresentano un modo diverso di essere Europa. Bellissimo che, forse sulla scorta della generazione Erasmus, si crei un’identità più condivisa con i nostri vicini di casa. Ma il contatto con l’altro da noi sembra non essere così diffuso. Certo, ci saranno coloro che ricorderanno i costi di spostarsi in un altro continente (a cominciare dal volo aereo, ma in questo gli Stati Uniti sarebbero una contraddizione) o i tempi più lunghi necessari per godersi appieno paesi lontani. Tutto vero e comprensibile.
Ma la sensazione di poca curiosità, a guardar bene, si vede anche da un altro numero diffuso sempre da Eurostat. Del milione e 172 mila viaggi di vacanza intrapresi dagli europei nel 2015 il 74.8% aveva una meta nazionale. Tra i paesi UE solo per il Belgio, il Lussemburgo, la Slovenia e Malta, cioè paesi molto piccoli, l’opzione interna non è stata quella principale.
Come se fosse venuta meno la curiosità per mondi diversi dal nostro
Questi numeri non raccontano certo tutta una serie di questioni complesse che riguardano il turismo interno, europeo e internazionale. E forse non sono nemmeno particolarmente utili a capirci qualcosa. Ma è intrigante che possano essere una misura spannometrica, parziale e discutibile della curiosità verso l’altro di noi europei. Che si può riassumere così: tra coloro che si possono permettere di viaggiare, i più lo fanno dentro al proprio Paese, alcuni si muovono dentro all’Unione Europea, pochi i curiosi che se ne vanno fuori dal continente (ma si potrebbe discutere sulla Turchia…). E tutto sommato le occasioni di incontrare un viaggiatore non europeo dalle nostre parti sono abbastanza ridotte. Poi non stupiamoci se non capiamo chi non la pensa come noi...