Il Nepal ha la sua nuova "Kumari", la dea bambina che, secondo la tradizione nepalese, rappresenta l'incarnazione della dea Taleju e come tale deve proteggere il paese hilamaiano. Giovedì scorso Trishna Shakya, di soli 3 anni, figlia di Bijaya Ratna e di Srijana Shakya è stata individuata, avendo la meglio su altre concorrenti, per succedere alla precedente Kumari, Manita Shakya, ormai dodicenne.
Dopo la proclamazione, Trishna è stata presentata al presidente , Bidhya Devi Bandari, e subito dopo condotta al "Kumari Ghar", il palazzo che si trova al centro della capitale, Kathmandu, e che da secoli ormai è la residenza ufficiale di tutte le kumari, dove la bimba vivrà i suoi prossimi sette - otto anni e dal quale, secondo la tradizione, potrà uscire solo poche volte all'anno, per seguire le feste religiose.
Una vita in isolamento fino ai 12 anni
Ed anche quando esce viene portata in processione e non può camminare da sola, perché non può toccare la terra. Quello che circonda la "dea kumari" è un mondo molto particolare, fatto di riti precisi, che vengono rispettati alla lettera. La bimba viene vestita con abiti rossi e le vengono dipinti gli occhi con il kajal. Dal momento della sua investitura viene portata via dalla sua famiglia di origine (che però vive la cosa considerandola un onore e un privilegio). Vive in isolamento nel palazzo reale, può solo affacciarsi alla finestra per salutare e benedire i turisti. In verità quella di Kathmandu non è l'unica kumari. Nella valle nepalese ce ne sono anche altre, ma ritenute meno importanti.
La kumari viene scelta dai sacerdoti all’interno della comunità newar, una delle etnie più popolose del Nepal e deve appartenere alla casta buddista dei Sakya, la stessa alla quale apparteneva Gautama Siddharta, diventato il Buddha. La fanciulla prescelta deve possedere le "32 perfezioni”, tra le quali la bellezza, la pelle chiara e profumata, la dentatura perfetta, i seni poco appariscenti.
Non può piangere, né disperarsi
La vita della dea vivente nepalese però è ben lontata da quella delle principesse delle favole. La kumari scelta, infatti, non è però destinata ad esserlo a vita, ma lo sarà fino al primo mestruo o fino a quando dovesse ferirsi e perdere sangue o perdere un dente. Non le è neppure permesso di piangere, di mostrarsi disinteressata o irrequieta. Per questo motivo i sacerdoti che la scelgono devono verificarne anche la forza di carattere. Deve infatti superare diverse prove, tra le quali dormire in una stanza buia tra teste di capre e di bufali sacrificati in suo onore.
Come detto, con la pubertà la bimba cessa di essere "dea kumari" , viene rimpiazzata da una nuova dea bambina e a quel punto torna dalla sua famiglia. La vita da adulte delle kumari però non è facile. Avendo vissuto lontane dal mondo esterno per diverso tempo, le kumari hanno difficoltà a reinserirsi in società, a trovare lavoro, a sposarsi. Il tutto complicato anche da una superstizione in base alla quale si ritiene che il marito di una ex kumari muoia poco dopo il matrimonio. Molte sono le ex kumari che hanno terminato la loro vita in solitudine o addirittura dedicandosi alla prostituzione. A volte essere una dea vivente, non è propio il sogno di ogni bambina.