La transizione è completa. Rahul Gandhi è il nuovo leader del partito del Congresso indiano. Lo è già di fatto, lo sarà ufficialmente dopo la investitura formale prevista per la prima settimana di dicembre quando si terrà l'elezione del nuovo presidente del partito. Il risultato sembra piuttosto scontato. Rahul, che è già vice presidente del partito dal 2013, succederà a sua madre Sonia alla guida del Congresso (National Congress Party). Si completa dunque un processo che Sonia Maino Gandhi ha iniziato diversi anni fa, per il quale ha lottato e che ha attuato con perseveranza e con la sua consueta capacità strategica. Quella stessa capacità strategica che il mondo intero le ha sempre riconosciuto. Si, perché riuscire a far accettare suo figlio Rahul come suo successore e come capo del partito non era impresa facile.
Per molti, anche all'interno della stessa sua compagine politica, il giovane rampollo non era adatto a quel ruolo. Non aveva il carisma, la "testa" , la predisposizione, insomma tutte quelle qualità che avevano caratterizzato la leadership della nonna Indira prima e della mamma Sonia poi. Più che Rahul ad avere la stoffa del leader, in famiglia, pareva la figlia femmina di Sonia e Rajiv, Prianka. Ma quest'ultima, sposata ad un imprenditore (figura molto discussa e dai contorni grigi) e madre, si è sempre tenuta dietro le quinte. Alla luce di tutto ciò per Rahul era difficile prendere l'eredità della madre, divenuta nel tempo in India una vera icona.
L'italiana Sonia aveva portato il partito alla vittoria due volte consecutive, nel 2004 e nel 2009, aveva conquistato fiducia e credibilità generale, persino da parte degli avversari che ne hanno sempre riconosciuto il valore. Poi pian piano Sonia ha cominciato a fare piccoli ma significativi passi indietro, uscendo lentamente dalle scene (anche a causa di problemi di salute). Cominciando a favorire il passaggio dello scettro al figlio. E, come si diceva, non senza affrontare polemiche e perplessità generale. Ma con la sua innata testardaggine anche questa volta ce l'ha fatta ed ora è largamente accettato da tutti che sia Rahul il futuro per l'India nel partito del Congresso.
Quello della Gandhi è stato un lavoro di grande diplomazia, di pazienza certosina, che ha permesso a tutti di abituarsi all'idea della transizione madre-figlio. Si è detto da più parti che Sonia si è ritirata dalla politica per motivi di salute. Vero? Si ma solo in parte. Certo i problemi di salute hanno forse accelerato la scelta ma nell'ultimo periodo la ragazza di Torino che ha conquistato l'India tanti anni fa, ha deliberatamente centellinato le sue apparizioni pubbliche e nel frattempo, dietro le quinte, ha preparato al meglio suo figlio a pendere il suo posto. Gli ha insegnato il mestiere e ora Rahul, a detta degli analisti, è pronto.
Non è più il giovane inesperto di pochi anni fa. E c'è chi sostiene che alle elezioni del 2019 Sonia non scenderà proprio in campo, mentre corrono voci che Sonia potrebbe finalmente convincere anche sua figlia, Prianka Gandhi Vadra (come si diceva da sempre considerata il vero cavallo di razza, anche più del fratello, somigliante non solo fisicamente alla nonna Indira) a buttarsi anche lei nella mischia. Le nuove generazioni Gandhi che avanzano, senza però mai dimenticare il passato. Solo pochi giorni fa i vertici del partito hanno infatti ricordato il grande ruolo di Indira Gandhi, assassinata nel 1984 da due guardie del corpo sikh. In quella occasione suo nipote Rahul le ha reso omaggio, anche sui social, definendola "mentore e guida". Se tutto andrà come previsto a dicembre Rahul sarà il quinto membro della dinastia Nehru-Gandhi a guidare il partito del Congresso.