La Casa di Carta sta per tornare. Ma davvero vi è piaciuto tanto?
Arriva la terza stagione della popolarissima serie spagnola, la più vista nel mondo in lingua non inglese. Un successo stratosferico per la banda di rapinatori

Il professore è sulla porta, echeggia in lontananza ma sempre più forte “Bella Ciao”, di nuovo. Arriva Tokyo, si abbracciano, ridono, si guardano come se non si vedessero da tempo, nel frattempo “Bella ciao” aumenta di volume, arrivano alla spicciolata un po' tutti, Denver, Rio, Helsinki, Nairobi, Stoccolma; e anche Raquel Murillo, Arturo, Marivì, il colonnello Prieto e Suarez. E poi arrivano anche il creatore della serie Alex Pina e del regista Jesús Colmenar.
Un’elenco che per molti non avrà senso, per tutti gli altri significa solo una cosa: La Casa di Carta sta tornando. Con la nuova stagione si arriverà a quella che sarà la terza della popolarissima serie spagnola, la più vista nel mondo in lingua non inglese. Un successo stratosferico per la banda che nella seconda stagione (spoiler alert!) ha finalmente portato a compimento la rapina del secolo alla zecca spagnola di Madrid.
Un successo non totalmente giustificato, bisogna dirlo (quello della serie, non della rapina), a tratti quasi incomprensibile. Si, l’idea di un gruppo di ladri gentiluomini, guidati dal timido “professore”, è avvincente, ma l’esecuzione è a tratti imbarazzante. In entrambe le stagioni, quando la trama della rapina non fa passi in avanti e vengono raccontate le dinamiche interne al gruppo, la serie diventa praticamente soporifera.
La recitazione spagnola, ma trattasi di un commento fortemente opinabile, è parecchio fastidiosa (salviamo dal calderone giusto Ursula Corbero, l’attrice che interpreta Tokyo, ma giusto perché grazie trattasi di una delle donne più affascinanti mai apparse sugli schermi Netflix e non solo). La regia è povera, non ci sono particolari guizzi, anzi spesso risulta troppo poco ritmata se si pensa che in fondo si sta raccontando una rapina.
La sceneggiatura, basata su un soggetto che di originale ha ben poco (per chi volesse gradire l’assaggio di un prodotto simile, ma anni luce superiore sotto ogni punto di vista si vada a recuperare “Inside Man” di Spike Lee), scende anche di qualche gradino più giù: imbarazzante, piena di buchi; i personaggi sono tanto stereotipati quanto totalmente improvvisati, appena appena accennati (senza far nemmeno venire la voglia di saperne di più); tutto viene didascalicamente raccontato, la scrittura è piatta, quasi da fiction Rai (giusto per farvi capire il livello).
In più 'La Casa di Carta' si è resa responsabile del gravissimo affronto al popolo italiano, avendo fatto conoscere al mondo l’italica “Bella Ciao” in una versione poi remixata ai limiti del sacrilego. Non si sa, cosa succederà in questa nuova stagione, evidentemente si dovrà aprire un nuovo filone della storia dato che la rapina si è felicemente conclusa. Ed è questo a far più paura: se la rapina è avvenuta, la serie potrebbe concentrarsi sulla narrazione delle vicende personali dei protagonisti della banda, il che legalmente la renderebbe utilizzabile nelle sale operatorie degli ospedali per addormentare chi sta per andare sotto i ferri.
Netflix lancia la nuova stagione dicendoci che “La banda torna di nuovo insieme, e stavolta ben più che per una rapina. E con l’ingresso di nuovi membri, la posta in gioco diventa ancora più alta” e noi già tremiamo all’idea di tutte le cose estremamente più interessanti che ci perderemo per dover star lì a vedere dove andrà a parare questa assurda vicenda.
Ma i numeri raccontano tutt’altra storia, ci dicono che gli abbonati Netflix del mondo l’hanno amata e allora vuol dire che qualcosa è sfuggita evidentemente a noi, che la terza parte, come le altre due, la seguiremo diligentemente, sempre con quella faccia un po' perplessa di chi si chiede, con tutti i contenuti straordinari della piattaforma, perché mai proprio 'La Casa di Carta' è riuscita ad ottenere tali risultati.
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