In India stanno costruendo una nuova capitale : Amaravati
Nello stato centrale dell'Andhra Pradesh si sta creando una metropoli per ospitare fino a 35 milioni di persone. Oggi ne abitano circa 100 mila

Un progetto mastodontico, futuristico, che farà nascere, almeno secondo le intenzioni, una nuova e avveniristica metropoli, potenzialmente capace di ospitare fino a 35 milioni di persone. Si tratta di Amaravati, che sarà la nuova capitale dello stato centrale indiano dell’Andhra Pradesh, nell’India centrale.
Nel 2014 infatti, la ridefinizione dei confini indiani portò alla scissione di una parte dello stato e alla creazione di un nuovo Stato, il Telangana, divenuto il 29simo stato dell’Unione, con capitale Hyderabad (un tempo capitale dell’intero Andhra Pradesh), che con Balngalore rappresenta la silicon valley indiana. Di qui la necessità di individuare una nuova capitale: Amaravati, per l’appunto, la cui progettazione e costruzione è stata affidata a un prestigioso studio di architettura, e che sorgerà sulle rive del fiume Krishna.
Un miliardo di dollari di mutuo per finanziarla
Un progetto impegnativo anche e soprattutto sotto il profilo economico: un miliardo di dollari di mutuo da parte della Banca Mondiale e della Banca per gli Investimenti asiatici più oltre 3,2 miliardi di dollari provenienti da fondi stanziati dallo stato e dalle agenzie del governo federale. Per poter vedere in concreto la nuova città vivere e pulsare si dovrà però ancora spettare per un bel po’.
Secondo quanto fatto sapere dai progettisti, la città diventerà funzionale nel 2024 con l’apertura dell’università e di diverse altre istituzioni mentre il completamento definitivo si avrà, salvo ritardi, solo nel 2029.
Un tempo certamente ancora piuttosto lungo ma in linea con l’ambizioso piano: Amaravati avrà un centro di oltre 217 chilometri quadrati con giardini, canali (si ispira per diverse cose anche alla struttura di Amsterdam), al cui interno ci saranno il palazzo dell’Assemblea Legislativa e quello dell’Alta Corte di Giustizia. Il palazzo dell’Assemblea legislativa sarà sovrastato da un tetto a forma di cono che arriverà a oltre 250 metri di altezza, mentre l’alta Corte di Giustizia sarà caratterizzata da un tetto a gradoni che si ispira alla forma degli stupa indiani.
13 piazze ispirate a piazze famose, di altri Paesi
Ci saranno ben 13 piazze (ispirate a piazze famose nel mondo tra cui Trafalgar Square di Londra, tra le altre), una per ogni distretto della città e tutto sarà improntato al concetto dell’architettura eco-sostenibile.
Un occhio di riguardo sarà ad esempio riservato alla creazione di piste ciclabili e di strade destinate solo alle auto elettriche o di canali percorsi da taxi marini. Il sistema dei trasporti conterà poi anche una linea di metropolitana e di autobus estremamente capillare ed efficiente. Secondo Ajay Jain, segretario della CRDA (Capital Regional Development Authority), Amaravati dovrà essere la “happy city” (la città felice) con un indice di benessere estremamente elevato.
Tutta la città dovrà essere provvista di wi-fi e ogni abitazione dovrà essere schedata con impronte digitali e inserita in un database. I residenti pagheranno le bollette e le tasse utilizzando una apposita app. La città sarà poi sorvegliata da droni che la sorvoleranno di continuo, segnalando eventuali problematiche o criticità. Particolare attenzione è poi prevista nel campo della sanità. Almeno nelle intenzioni, Amaravati, è destinata a diventare un centro di eccellenza nel campo della medicina, tenendo però i costi a un livello accessibile anche alla gente comune.
La nuova capitale indiana si pone come obiettivo, infine, quello di competere con le migliori città universitarie del mondo (Londra con la sua London School of Economics, Birmingham, Harvard etc). L’India non è nuova a progetti del genere. Negli anni cinquanta del secolo scorso, il grande architetto svizzero/francese Le Corbusier, disegnò Chandighar, città del nord ovest dell’India, che funge da capitale degli stati dell’Haryana e del Punjab, costruita secondo regole architettoniche che mettono il benessere dei cittadini al centro.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it