È stata una visita importante, per certi versi storica, quella effettuata dal primo ministro indiano, Modi, in Israele. Compiuta in occasione del venticinquesimo anniversario dell'inizio delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, l'incontro, al di là delle sue finalità politiche, economiche e commerciali, apre nuovi possibili scenari e cambiamenti di rotta non solo nei rapporti tra i due Paesi, ma anche nella politica internazionale. Il che meraviglia, ma solo sino a un certo punto.
L'India verso una nuova era?
Modi premier sta facendo molti cambiamenti, sta dirigendo il Paese forse verso una nuova era. Che sia giusto o sbagliato difficile a dirsi, fatto sta che Modi non ha più intenzione di guidare un Paese sottomesso: la sua India sta al centro del mondo, tra le super potenze, senza atteggiamenti di soggezione o debolezza. E la visita a Tel Aviv si inquadra perfettamente in questo nuovo corso storico.
Per una volta l'amicizia con l'Anp passa in secondo piano
Modi decide a agisce anche a costo di sollevare polemiche e dubbi. E questo viaggio in Israele ne è l'esempio lampante. Nonostante la storica amicizia e vicinanza dell'India alla Palestina (non a caso il governo di New Delhi ha sempre votato e si è da sempre schierato a livello internazionale a favore dell'indipendenza della Palestina da Israele), Modi ha deciso di non recarsi per nulla, almeno in questa visita, nei Territori palestinesi, dedicandosi solo a Israele. Cosa che è balzata subito agli occhi di tutti.
Perché? Mancanza di tempo? Troppi impegni in calendario? Difficile da credere. La stampa internazionale non ha mancato di sottolineare la circostanza, tanto più che da poco è ricorso l'anniversario dei 50 anni dell'occupazione israeliana. La decisione di "bypassare" la Palestina sembra in realtà una decisione ben ponderata, una scelta strategica, un modo per dare un segnale a Israele. Si stanno modificando dunque le relazioni tra i Paesi?
Un'alleanza calibro 9
Vero e sicuro è per ora che i rapporti tra India e Israele si sono di recente profondamente rafforzati, in particolare sul piano economico e commerciale. Il Paese di Modi acquista armi principalmente proprio da Israele. Proprio di recente il governo indiano ha speso 2 miliardi di dollari per l'acquisto di un sistema di contraerea fornito dalla Israeli Aerospace Industries.
Secondo dati forniti dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), l'India è il primo Paese per l'export bellico Israeliano. Inoltre il commercio bilaterale tra i due Paesi è cresciuto da 200 milioni di dollari nel 1992 a 4,13 miliardi di dollari nel 2016. India e Israele già collaborano in molti settori, come quello dell'agricoltura e delle tecnologie spaziali. Nello scorso mese di maggio la israeliana IWI e l’indiana Punj Lloyd hanno annunciato che i fucili d’assalto Tavor 21 e Galil e la mitragliatrice leggera Negev, in dotazione all’esercito israeliano, saranno prodotte in India.
Due leader che hanno molto in comune
In una recente intervista Modi ha dichiarato che "in India l'Israele è percepito come un Paese fucina di nuove tecnologie, che ha superato molte sfide". Sulla stampa internazionale e tra i commenti degli analisti non manca chi osserva come lui e il premier Bibi Netanyahu siano abbastanza simili. Entrambi hanno una visione fortemente nazionalista, entrambi sono accusati di voler indebolire le istituzioni democratiche, di limitare la libertà di espressione.
Una visione comune che, sullo sfondo della partnership economico commerciale, certamente aiuta. E del resto che i due siano in sintonia lo si è visto anche dalle foto dell'incontro. La visita si è svolta con un protocollo per certi versi anomalo, con i due capi di stato ritratti insieme sulla spiaggia di Tel Aviv a piedi nudi, in atteggiamenti del tutto informali. Tanto da suscitare anche le reazioni tra il divertito e il perplesso del web e del mondo dei social. Molti i tweet provenienti dall'India ma anche dal resto del mondo, che ironizzano sullo scambio di affettuosità, ritenute da alcuni eccessive e fuori luogo o comunque non consone a una visita di stato ufficiale, tra i due leader.