Il recente Global Music Report di IFPI, la federazione dell’industria musicale internazionale, racconta di come lo streaming, nel 2016, abbia garantito la più rilevante crescita del mercato discografico dal 1997.
L’anno scorso l’industria musicale ha generato ricavi per 15,7 miliardi di dollari, con una crescita del 5,9 %, metà dei quali provenienti dal digitale. Lo streaming ha guidato la riscossa del settore con un incremento del 60,7 % generato da ormai oltre 112 milioni di clienti abbonati alle piattaforme di musica liquida a livello globale.
Cina: dalla pirateria allo streaming
In tale contesto spicca la crescita a due cifre della Cina (+ 20,3 %), un mercato da enormi potenzialità fino a pochi anni fa di fatto inesistente nel radar della discografia. Nell’era del supporto fisico il dragone orientale era noto per la devastante pirateria, che sfiorava il 100% del mercato. Nessuna impresa era in grado di competere sul mercato legale con i colossi del falso che sfornavano milioni di cd falsi inondando non solo l’oriente ma l’intero globo.
Negli ultimi anni, grazie ad una combinazione favorevole di nuove tecnologie, politiche del Governo e un radicale cambiamento dei costumi, la Cina si è avviata a diventare in poco tempo il primo grande mercato discografico mondiale. Oggi posizionato solo al 12esimo posto, ma con una popolazione di 1,36 miliardi, il colosso orientale sta entrando a forza nel gotha del mercato. Lo streaming ed in particolare gli abbonamenti collegati alla disponibilità di device mobili stanno sconfiggendo la pirateria. Major e indipendenti di tutto il mondo hanno compreso che il mercato cinese è un’enorme opportunità. Il colosso cinese di internet, Tencent Holding, che già possedeva il primo servizio streaming QQ music, ha recentemente acquisito anche due ulteriori piattaforme:
- Kugou
- Kuwo
Tencent Music entertaiment group ha ora 15 milioni di clienti paganti e una market share del 70%. Secondo il vice presidente del gruppo, Andy Ng, gli utenti attivi che accedono alla musica tramite il servizio sono oltre 600 milioni, con un conversion rate tra clienti free e paganti del 3%, ma con enormi potenzialità perché la cultura cinese sta cambiando radicalmente.
La lotta alla pirateria iniziata nel 2015 dal Governo, ha dato i primi frutti, allo stesso tempo i giovani hanno un’attitudine nuova, più orientata a comprendere il valore del contenuto e a pagare per seguire il proprio artista preferito.
Bassi costi per attrarre clienti
La ricetta cinese per raccogliere nuovi clienti nel segmento musicale e sconfiggere la pirateria è oltremodo semplice. Le offerte entry level sono a bassissimo costo e con bassa qualità. Offerte a meno di due dollari al mese servono ad attrarre i clienti per fargli comprendere quanto sia interessante essere abbonati ad un servizio con milioni di brani, dice sempre Andy Ng. Molti poi passano ai servizi di qualità superiore. Anche per le aziende discografiche è evidente che il mercato cinese sia ad un punto di svolta. Cinquecento milioni di cinesi accedono alla musica legalmente tramite un device e sono i clienti più disposti a pagare.
In Cina cresce anche il mercato del cinema
D’altra parte il mercato dell’entertainment cinese ha già dato segnali di un profondo cambiamento anche in altri settori. La Cina è il secondo mercato mondiale per spesa al cinema, ed è oggi il primo mercato mondiale per videogame.