5 domande che dobbiamo farci davanti a un piatto di spaghetti (alle vostre risponderemo)
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5 domande che dobbiamo farci davanti a un piatto di spaghetti (alle vostre risponderemo)

5 domande che dobbiamo farci davanti a un piatto di spaghetti (alle vostre risponderemo)

5 domande che dobbiamo farci davanti a un piatto di spaghetti (alle vostre risponderemo)
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  • Ma davvero tutta la pasta che mangiamo è inquinata da contaminanti?
    No o meglio non lo sappiamo con certezza se non attraverso i controlli di filiera operati delle ASL e dagli enti di controllo.
  • Siamo certi che la sua provenienza sia da grani italiani?
    No, in etichetta è indicato solo l’ultimo luogo di trasformazione, che per la legislazione vigente equivale, appunto, al luogo di produzione.
  • Il grano italiano è esente da contaminazione come micotossine, pesticidi e metalli pesanti?
    No. Ma esiste ad esempio un Piano Nazionale per il controllo delle micotossine, con controlli a campione da parte delle ASL. E bisogna ricordare che proprio su alcune sostanze, come il glisofato, bandito in Italia dal 22 febbraio 2017 c’è disaccordo tra IARC e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che ha proprio in corso un ulteriore studio.
  • E’ vietato miscelare grani esteri e grani nazionali?
    No, ma secondo il regolamento UE 1888 del 2006, per abbassare il livello di contaminazione non possono essere miscelati prodotti alimentari contaminati “con prodotti alimentari destinati al consumo umano diretto, né con prodotti alimentari destinati a essere impiegati come ingredienti alimentari”.
  • E’ vero che i bambini e soprattutto fino ai 3 anni non dovrebbero mangiare lo stesso tipo di pasta utilizzata dagli adulti?
    Si. Lo ribadisce il medesimo regolamento comunitario che stabilisce precisi limiti.

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