Chissà cosa penserebbe Helmut Kohl di Donald Trump. Diario di bordo

Un grande statista mondiale che se ne va e un altro, aspirante tale, che si dibatte per evitare che la sua carriera politica finisca ben prima del previsto. La cronaca a volte è bizzarra nel mettere insieme personaggi che più lontani fra loro non potrebbero essere. Ma forse non c’è mai bizzarria nei fatti e dietro la loro apparente casualità si nasconde sempre una logica. Nel preparare la nostra prima pagina con i titoli del giorno, non avevamo avuto alcun dubbio nel mettere in primo piano il presidente Trump e lo scandalo Russiagate. Quando in redazione è piombata però la notizia della morte di Helmut Kohl. Capo della Cdu tedesca dal 1973 al 1998, Kohl fu cancelliere per 16 anni consecutivi, ma soprattutto legò il suo nome alla caduta del Muro di Berlino del 1989 e alla riunificazione tedesca avvenuta l’anno successivo. Un leader, al di là di ogni giudizio politico, di caratura mondiale la cui morte suscita non pochi rimpianti al cospetto del panorama che offre oggi lo scenario internazionale.
A fronte di uno statista che ci lascia, c’è oggi un uomo politico importante nel pieno della bufera. Parliamo naturalmente del capo della Casa Bianca che oggi ha finalmente ammesso di essere indagato per il Russiagate. Ha parlato ancora di caccia alle streghe e ha accusato il suo accusatore: “Mi indaga – ha detto – l’uomo che mi disse di licenziare Comey”. E intanto finisce nei guai anche il genero-consigliere, quel Jared Kushner che molti sospettano abbia approfittato della sua posizione per fare affari con i russi.
I nostri titoli di ‘Prima’ mostrano una ricchissima pagina internazionale. Suscita ancora forti emozioni l’incendio di Londra con un bilancio che resta provvisorio e parla di 30 morti e 76 dispersi. Fra i dispersi ci sono anche i nostri giovani connazionali, Gloria e Marco: per loro e per tutti gli altri non c’è più speranza. Ma nella capitale inglese oggi è anche il giorno delle polemiche, con il sindaco Khan che accusa il governo May di inefficienza e di mancanza di informazioni a parenti e amici delle vittime.
E sempre sul fronte estero segnaliamo lo strano annuncio del ministero della Difesa russo: “Forse abbiamo ucciso Al Baghdadi”. Appunto, forse. Che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Tanto che lo stesso Lavrov, capo della diplomazia di Mosca, si è affrettato a precisare che la “notizia non è del tutto confermata”. Già una volta il capo dell’Isis era stato dato per morto dagli americani ma poi si scoprì che era solo ferito. Vedremo se anche questa volta il ‘Califfo’ è riuscito a salvare la pelle.
E passiamo ai fatti di casa nostra. Il chiacchiericcio politico non ci ha entusiasmato più di tanto. Oggi il confronto è vissuto sostanzialmente sugli strascichi delle polemiche sullo Ius soli: il leghista Centinaio ha fatto il ‘duro’ promettendo che il Carroccio e’ pronto alla “battaglia fisica”, attirandosi la prevedibile batteria di critiche indignate. Niente di che, insomma.
Molto più interessante la pagina economica. Mettiamo in evidenza innanzitutto l’Istat che segnala per il 2017 un deciso calo del peso fiscale sulle imprese italiane: -10,1% grazie al maxi-ammortamento dei nuovi beni strumentali e alla riduzione dell’Ires. Una buona notizia, insomma. Così come fa ben sperare l’ottimismo del ministro Padoan che, uscendo dall’Ecofin, ha fatto capire che la commissione Ue è pronta a dar ragione all’Italia che chiede di contenere l’aggiustamento dei conti al 3% del Pil. Interessante anche la notizia che riguarda Esselunga: gli eredi Caprotti, Giuliana e Marina, hanno sbattuto la porta in faccia ai cinesi, l’azienda di famiglia non si vende!
Davvero non belle, invece, le notizie su Alitalia che, dopo il mancato accordo con i sindacati, ha deciso di procedere con la cassa integrazione a zero ore per 317 dipendenti del personale di terra. Ma sul fronte trasporti la notizia di oggi è lo sciopero che ha paralizzato diverse città, in primis Roma, e che ha fatto dire a Renzi che è necessaria una rivisitazione della legge sugli scioperi.
Per non farci mancare altre brutte notizie, arrivano i dati sugli sfratti: aumentano in maniera esponenziali quelli per morosità e sapete qual è la città più colpita? Ahimè, ancora una volta Roma viene prima di tutte le altre, in una classifica di cui non si può certo essere fieri. E intanto all’estero Amazon prosegue lo shopping: annunciato l’acquisto dell’azienda ‘bio’ texana “Whole Foods Market” per una non proprio irrilevante cifra di 13,7 milardi di dollari.
Chiudiamo la nostra Prima pagina con la cronaca. Innanzitutto, un fatto serio. Parliamo del caso Regeni, con l’Egitto che ha negato ai pm romani di ascoltare gli agenti coinvolti ma nello stesso tempo ha consegnato agli stessi magistrati nuovi atti che potrebbero tornare utili all’inchiesta. Una Prima pagina che si rispetti deve contenere almeno una notizia curiosa e oggi ci ha colpito la motivazione di una sentenza della Cassazione di condanna per maltrattamenti nei confronti delle aragoste tenute in frigo: “I crostacei – hanno scritto i magistrati – sono in grado di provare dolore”. Tutti i ristoratori ora sono avvisati.
Ottavio