Perché Charlie in Gran Bretagna non fa notizia?
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Perché Charlie in Gran Bretagna non fa notizia?
In Italia tiene banco la vicenda del piccolo Charlie, il bambino malato di una malattia rara e incurabile, al quale i medici dell’ospedale inglese dove era ricoverato hanno staccato la spina. Ma in Inghilterra? Praticamente la notizia non esiste. Mentre da noi la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di avallare l’interruzione delle cure decisa da precedenti sentenze e il sostanziale silenzio dell’Unione Europea, hanno visto uniti, nella reazione, persino Matteo Renzi e Beppe Grillo; per i giornali britannici la notizia praticamente non esiste.
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Il Guardian apre il sito con il voto che in Germania ha legalizzato i matrimoni omosessuali; di lato ha la notizia che in Siria ad aprile fu effettivamente usato il gas sarin in un tragico attacco; e poi subito sotto si parla di Brexit, di Turchia, del caldo di giugno e della morte di Simon Veil. Il sito della BBC apre sul bando di Trump ai viaggiatori provenienti da sei paesi musulmani, che entra in vigore; e subito sotto troviamo un reportage sulle torture dell’ISIS a Mosul e un pezzo su un guaio di Venus Williams. Il Daily Mail apre sull’orribile delitto di una studentessa dell’università del Kent. Il Telegraph si concentra sui problemi interni al partito di sinistra, il Labour. E The Indipendent risponde con le beghe del partito rivale, i Tory. E Charlie? Se ne trova traccia in un articolo minore del Telegraph e del Mirror che però si dedicano, con tono stupito, a raccontare l’eco che la vicenda sta avendo nei social media.
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Insomma è come se la tragica vicenda di Charlie fosse un fenomeno social, e in particolare, un caso italiano. Dov’è l’errore? Scrivetemi a dir@agi.it.
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