Aiutiamoci a non abituarci alle notizie fotocopia
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Aiutiamoci a non abituarci alle notizie fotocopia
Ci sono le notizie vere e quelle finte, le notizie esclusive e quelle che hanno un po’ tutti, quelle interessanti e quelle importanti (che spesso interessanti non sono, ma vanno comunque date). Dalle notizie siamo invasi a tutte le ore e spesso perdiamo il filo, non capiamo quali sono di oggi e quali di ieri (ma è poi così decisivo?), quando siamo di fronte ad avvisi pubblicitari mascherati da notizie, quando una news può davvero cambiare il corso della nostra vita, o anche soltanto della nostra giornata. Recenti report sull’informazione e gli italiani spiegano che siamo sempre connessi, che tra smartphone, tablet, televisione, radio, social e carta stampata le possibilità di restare informati sono a portata di tutte le tasche. Non sappiamo dove metterle, tutte queste notizie.
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Tuttavia c’è una categoria di informazioni da cui forse ci dobbiamo guardare ancor più che dalle fake news. Dobbiamo evitare a tutti i costi che vengano derubricate, perché sono notizie non solo vere e importanti, ma meritevoli di continua attenzione, sebbene possano apparire ‘noiose’, già lette o udite, notizie cicliche e un po’ sempre uguali a se stesse. Le potremmo chiamare ‘notizie fotocopia’, o ‘xerox news’, se preferite.
Un esempio facile di questi tempi: lo sbarco di migranti sulle nostre coste. Solito barcone di disperati in fuga da guerre e carestie, l'affannoso soccorso in mare, la conta dei dispersi, le polemiche sull’accoglienza, la rissa politica sulla gestione dei flussi. La storia si ripete, ogni giorno identica, e d’estate di più, perché le traversate del Mediterraneo sono appena meno proibitive.
Il rischio di assuefazione è alto. Per chi le notizie le cerca e le pubblica, dopo averle verificate, e per chi le legge o le guarda su uno schermo tv. Tendiamo subito a girare pagina, convinti di conoscere già bene quella storia, sempre la stessa. Le ‘xerox news’ hanno quasi sempre un carattere sociale e producono come effetto collaterale quello di ridurre la nostra soglia di sensibilità, il livello di attenzione ‘civica’ delle persone.
Ad ogni nuova notizia fotocopia uscita il nostro cuore si inaridisce un po'. Dobbiamo impegnarci tutti a riconoscerle come indispensabili, sia che si parli di economia ferma, di lavoro che non si trova, di ‘allarme corruzione’. E’ vero, in questo Paese la storia si ripete tutti i giorni, le cose sembrano non cambiare mai, e le notizie sembrano sempre un po’ le stesse. Ma proprio questa forse è una notizia. Aiutiamoci a non abituarci, a non voltare subito pagina, sarebbe davvero la fine, che dite?
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